I “Boomers” secondo Marco Paolini: generazioni a confronto (a teatro)
In scena al Donizetti dal 16 al 21 gennaio, con doppia replica sabato 20
Dopo il successo della prima nazionale di “Iliade. Il gioco degli dèi”, la stagione di prosa del Donizetti inaugura il nuovo anno con “Boomers”, spettacolo scritto e diretto da Marco Paolini in scena in città da martedì 16 a domenica 21 gennaio, con replica straordinaria sabato 20 gennaio alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 21 ore 15.30).
Sul palco l’attore veneto sarà affiancato dalla cantante e attrice Patrizia Laquidara, che firma le canzoni originali, e da tre musicisti, Luca Chiari, Stefano Dallaporta, Lorenzo Manfredini. Musiche di scena originali di Alfonso Santimone. Produzione di Michela Signori in coproduzione con Jolefilm e Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale.
“Boomers” viene definito nelle note di presentazione una ballata teatral-cybernetica: un nuovo album di racconti dove la memoria collettiva di una generazione viene trasformata in scenari da videogioco in realtà virtuale. Nello spettacolo, ironicamente «vietato ai minori di 48 anni non accompagnati», Nicola - alter ego/avatar di Marco Paolini - ritorna di nuovo giovane nel suo posto-rifugio, il famigerato bar della Jole, per poter rievocare e rivivere avventure, primi amori, faide politiche e un caleidoscopio di 50 anni della storia d’Italia mischiati alla rinfusa da un algoritmo ancora in fase sperimentale. Come fosse un moderno affresco in 8 bit di un mondo nuovo in costruzione, ci si trova a guardare la scena che si svolge sotto un pilone di un ponte autostradale, che passa da un’inaugurazione a un’altra senza alcuna manutenzione. Sotto al ponte il centro del mondo, il bar della Jole, padrona dell’avvicendarsi di storie e relazioni tra Nicola, clienti abituali e lunatici matti della piazza. Regina lucente per quella fauna di umanità scalcagnata che nei tempi bui in cui vive trova, anche nella luce più fioca, una stella polare cui appoggiarsi, per alleviare la solitudine, almeno fino al giorno dopo.
“Boomers” è anche la storia di un dialogo tra generazioni interrotto, un rapporto padri e figli sfilacciato che si tenta di riallacciare nella realtà ricostruita in un mondo virtuale. Un personale paradiso ideale composto da ricordi e accadimenti storici che nel loro innestarsi, senza ordine cronologico veritiero, creano un Frankenstein narrativo che vive grazie ai racconti-resoconti delle esperienze di gioco che Nicola compie in questo universo creato dal figlio, programmatore di realtà virtuale per una società di videogiochi internazionale. Le nuove tecnologie mettono in crisi la trasmissione dell’esperienza e la funzione maieutica della memoria. La memoria in “Boomers” diventa esperienza di “messa in gioco” e pone una sfida alla realtà del nostro tempo: vero e reale è ciò che si vive o ciò che si racconta? E noi siamo un sistema di dati in apparenza singoli oppure un sistema più profondo di legami complessi?
Racconta Marco Paolini: «Il bar della Jole è un pianeta di periferia, di una stella periferica di una galassia che passa sopra il bar, il bar sta sotto il pilone di un ponte autostradale che unisce l'Italia, ma trema, vibra, scuote. Le cose corrono veloci lassù ma sotto sembrano ferme. Nel bar si gioca, si impara il mondo, si spara e si canta. Ballate e canzoni sono una mano di antiruggine, un tentativo di manutenzione alla cinghia di trasmissione dell’esperienza, a quel che di buono c'è e va tenuto nella grande accelerazione che tutto cambia, il resto è già passato».