Successone

I Legnanesi mattatori per ben nove giorni al Creberg Teatro

Due anni dopo le date previste nel marzo 2020 la compagnia torna sul palco bergamasco da stasera a domenica 20 marzo (e si ferma solo di lunedì). «Gli applausi più forti saranno i nostri, verso un’intera comunità che non vediamo l’ora di riabbracciare»

I Legnanesi mattatori per ben nove giorni al Creberg Teatro
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Dopo due anni dalle date previste nel marzo 2020, I Legnanesi finalmente tornano sul palcoscenico del Creberg da venerdì 11 a domenica 20 marzo (ore 21, domenica ore 16, lunedì riposo) con lo spettacolo “Non ci resta che ridere”.

«L'appuntamento al Creberg Teatro, come ogni anno, rappresenta una tappa attesissima dei nostri tour – spiegano Enrico Dalceri, Antonio Provasio e Lorenzo Cordara -. Nel momento più drammatico della pandemia, il pensiero che ci ha accompagnato è stato che quando saremmo tornati finalmente a Bergamo, gli applausi più forti sarebbero stati i nostri, dal palcoscenico verso un'intera comunità che non vediamo l'ora di ringraziare e riabbracciare».

C’è tutto il mondo de I Legnanesi nello show. Così, dopo il numero di apertura degli immancabili Boys, già nella prima scena, Mabilia (Dalceri), chic più che mai, ammira la Gioconda insieme a mamma Teresa (Provasio) e papà Giovanni Colombo (Cordara), che sfoggiano gilet gialli catarinfrangenti nelle sale del Louvre, mentre fuori i manifestanti fanno dei loro gilet gialli il simbolo della protesta.

Nel ricordare il cinquecentesimo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, la Monna Lisa è al centro della loro attenzione: il capolavoro deve tornare in Italia e Teresa, incurante dell’esistenza di un sortilegio legato al furto del celebre quadro, spinge il marito Giovanni a compiere il misfatto. Il tempo di un gioco di luci, ed ecco la famiglia Colombo catapultata nel 1504, anno di realizzazione dell’opera. Tra un austero Leonardo (Giovanni Mercuri) e un intraprendente Gian Giacomo Caprotti detto il Salai (Maicol Trotta), l’imperturbabile e poco avvenente Monna Lisa (Franco Cattaneo) l’arrivo di Michelangelo (Francesco Pellicini) e di un poco statuario David (Mauro Quercia), ecco che prende il via la solita girandola di battute, malintesi, risate, ritmi incalzanti, omaggi al genio italico, sapientemente mescolati da Provasio, che firma i testi insieme a Mitia Del Brocco.

Il secondo tempo si apre con il celeberrimo brano del 1940 “Mamma”, in un quadro musicale che lascia senza fiato per la cura di scenografie e costumi. Siamo nel 1918, i bombardamenti lambiscono il cortile, ora adibito a ospedale da campo: Teresa, in veste di infermiera, ha in mente qualcosa per provare a cambiare il corso del futuro… ed ecco che per la prima volta scopriremo qualcosa di più dei personaggi del cortile lombardo, con un viaggio nel tempo molto reale.

Per l’Italia la guerra è finita... per Teresa comincia adesso. Ma le basterà poco per rendersi conto che ha già nostalgia della sua vita di tutti i giorni, e del suo Giovanni. Ci vuole il tradizionale siparietto finale per accendere ancora una volta, grazie ai Colombo, i riflettori sui valori della famiglia, della necessità di parlare e non lasciarsi isolare dalla tecnologia, per imparare a volersi bene davvero.

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