"I ragazzi irresistibili" di Neil Simon è il primo spettacolo della stagione di Prosa
Da sabato 7 a domenica 15 dicembre andrà in scena la celebre commedia con due maestri del teatro italiano: Umberto Orsini e Franco Branciaroli
La Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti è ai blocchi di partenza. Da sabato 7 a domenica 15 dicembre va infatti in scena I ragazzi irresistibili, primo dei sette titoli in cartellone, con otto repliche ciascuno, fino a maggio 2025.
La celebre commedia dell’americano Neil Simon vedrà sul palcoscenico, per la regia di Massimo Popolizio, due grandi maestri del teatro italiano, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, affiancati da Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale e Emanuela Saccardi. La durata è di due ore, intervallo compreso; gli orari degli spettacoli saranno invece: serale ore 20.30, escluso lunedì 9, poi domenica 8 e 15 dicembre ore 15.30.
Di cosa parla I ragazzi irresistibili
Ispirata alla vita di una famosa coppia di artisti del vaudeville, Joe Smith e Charles Dale, I ragazzi irresistibili (titolo originale The Sunshine Boys) debuttò a Broadway nel 1972 con la regia di Alan Arkin. Numerosi e di grande successo nei decenni successivi gli allestimenti teatrali in tutto il mondo e, con la sceneggiatura dello stesso autore, pluripremiata fu la versione cinematografica del 1975 diretta da Herbert Ross, con Walter Matthau e George Burns. Del 1995 è la trasposizione per il piccolo schermo statunitense affidata a due stelle di prima grandezza: Woody Allen e Peter Falk.
I due personaggi principali della commedia di Neil Simon sono due anziani attori di varietà che hanno lavorato in coppia per tutta la loro esistenza dando vita ad un duo diventato famoso come I ragazzi irresistibili e che, dopo essersi separati per insanabili incomprensioni, sono chiamati a riunirsi, undici anni dopo, in occasione di una trasmissione televisiva che li vuole insieme, per una sola sera, per celebrare la storia del glorioso varietà americano. I due, con le loro diverse personalità, cercano quindi di ricucire quello strappo che li ha separati per tanti anni nel tentativo di ridare vita ad un numero comico che li ha resi famosi.
Le incomprensioni antiche si ripresentano più radicate e questa difficile alchimia è il pretesto per un gioco di geniale comicità e di profonda melanconia. Certi scambi di battute e situazioni esilaranti sono fonte non solo di comicità ma anche di uno sguardo di profonda tenerezza per quel mondo del teatro che, quando vede i suoi artefici avviati sul viale del declino, mostra tutta la sua umana fragilità.