Prosa

Il “Cyrano” di Cirillo tra teatro canzone e varietà (con un po’ di Pinocchio)

Lo spettacolo scritto da Edmond Rostand chiude la stagione 2022/2023 della Fondazione Donizetti, da martedì 18 a domenica 23 aprile

Il “Cyrano” di Cirillo tra teatro canzone e varietà (con un po’ di Pinocchio)
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La storia di Cyrano, poeta e cavaliere, quel Cyrano dal naso lungo e sgraziato, è allegra e melanconica nel medesimo tempo. Ama perdutamente la cugina Rossana e, nonostante tutto, porge il suo ingegno nel comporre versi all’aitante ma inetto Cristiano, che per questo sposerà la donna. Ma altrettanto presto rimarrà ucciso in battaglia.

Il “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand è, soprattutto, quello che si dice un classico. Non è un caso che, scritta nel 1897, continui ancora oggi ad ispirare trasposizioni di ogni sorta, data l’universalità dell’assunto proposto. Un assunto estremamente contemporaneo, in un’epoca così legata all’apparenza come la nostra. Per questo riproporla oggi è una sfida aperta.

Una sfida accettata da Arturo Cirillo: il regista e attore napoletano la rimodula accompagnandola con la musica e le parole in rima, omaggiando il varietà di qualche decennio fa, e intersecandola con la storia di Pinocchio, con un rimando al celebre spettacolo di Carmelo Bene.

Questo originale “Cyrano” fa da titolo conclusivo della Stagione di Prosa 2022/2023 della Fondazione Teatro Donizetti, da martedì 18 a domenica 23 aprile. Al suo fianco, sul palcoscenico del Teatro Donizetti, ci saranno nei panni di diversi personaggi: Rosario GiglioFrancesco PetruzzelliIrene CianiGiulia TrippettaGiacomo Vigentini. La produzione è du Marche Teatro, Teatro di Napoli.-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Ert - Teatro Nazionale.

Orari rappresentazioni: da martedì 18 a sabato 22 aprile ore 20.30; domenica 23 aprile ore 15.30. Sabato 22 aprile è prevista anche una replica straordinaria fuori abbonamento con inizio alle ore 17.

Racconta lo stesso attore e regista campano sulla genesi del suo spettacolo: «Andare con il ricordo a un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è stato per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena».

«Lo spettacolo – aggiunge Cirillo - che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical - con le musiche di Domenico Modugno - ma una continua contaminazione della vicenda di “Cyrano di Bergerac”, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi». Un teatro canzone, verrebbe da dire.

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