Prosa

Il film “Perfetti sconosciuti” al Donizetti. Ah, se la nostra sim potesse parlare

Un viaggio intrigante nell’animo umano, dal 27 febbraio al 3 marzo. L’autore e regista cinematografico Paolo Genovese firma il suo primo lavoro per il palcoscenico

Il film “Perfetti sconosciuti” al Donizetti. Ah, se la nostra sim potesse parlare
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È “Perfetti sconosciuti” il quarto titolo della stagione di prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: lo spettacolo, trasposizione scenica dell’omonimo film di Paolo Genovese, che reca la firma dello stesso regista al suo primo impegno teatrale, è in programma al Donizetti da martedì 27 febbraio a domenica 3 marzo, con replica straordinaria sabato 2 marzo alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 3 ore 15.30).

Brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, lo spettacolo vedrà sul palcoscenico, nell’interpretazione di quattro coppie di amici che si confrontano sino a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”, un gruppo di attori ben noti sia al pubblico televisivo che teatrale: Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti. Produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production. Durata 80 minuti senza intervallo.

Paolo Genovese, regista, sceneggiatore e scrittore, è uno degli autori più amati del cinema italiano. Dalla Francia agli Stati Uniti, dalla Russia alla Cina, “Perfetti sconosciuti” è stato un grande successo al cinema e anche in teatro continua a svelare con intatta precisione la fragilità di rapporti e relazioni.

La storia è ambientata durante una “normale” cena, dove un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità che consiste nel mettere i cellulari sul tavolo e condividere messaggi e telefonate. Questo, però, finirà per metterli l’uno a conoscenza dei segreti dell’altra, in un crescendo che trasformerà l’esperimento scherzoso dell’inizio in un insospettabile gioco al massacro.

Eva e Rocco, sposati da anni, ma in crisi, sono i due che decidono di organizzare la cena a casa loro, invitando alcuni loro amici di vec­chia data: Cosimo e Bianca, novelli sposi, lui tassista e lei veterinaria, che desiderano fortemente avere un figlio; Lele e Carlotta, anche loro in forte crisi matrimoniale, sposati da dieci anni e con due figli; Peppe, un ex insegnante di educazione fisica divorziato e disoccupato, che aveva promesso di presentare agli amici la sua nuova compagna Lucilla, la quale tuttavia non ha potuto prendere parte alla cena a causa di una brutta febbre.

Durante la stessa serata c’è un’eclissi lunare, il cui principio coincide con l’inizio della cena. A tavola, il gruppo si ritrova a discutere di una coppia di amici comuni che si è recentemente separata dopo che la moglie ha scoperto sul cellulare del marito i messaggi che quest’ultimo si scambiava con l’amante. Ispirata da questa vicenda, Eva decide di proporre un “esperimento sociale”: mettere i propri cellulari sul tavolo e far sapere a tutti il contenuto di ogni messaggio o telefonata ricevuti nell’arco della serata. Nonostante un’iniziale riluttanza, alla fine tutti decidono di partecipare. Quello che doveva essere un semplice gioco si trasforma ben presto in un paradossale tour de force di equivoci e segreti inconfessabili che vengono alla luce, scatenando il caos all'interno della casa. Fino a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”. Oppure no?

Campione di incassi al cinema, “Perfetti sconosciuti” sta ora conquistando anche il pubblico teatrale. Il motivo lo spiega lo stesso regista: «É la forza dell’idea, non in assoluto ma perché strettamente connessa con la società. Quando è uscito il film i cellulari stavano stravolgendo le nostre vite, non avrebbe avuto lo stesso impatto cinque anni prima o dopo. E questa forza torna in teatro».

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