Creberg Teatro

Luisa Ranieri diretta dal marito Luca Zingaretti in "The deep blue sea"

In scena un testo dell’autore britannico della prima metà del ‘900 Terence Rattigan. Dal 16 al 19 gennaio

Luisa Ranieri diretta dal marito Luca Zingaretti in "The deep blue sea"
Pubblicato:
Aggiornato:

Un’intensa Luisa Ranieri interpreta, diretta per la prima volta sul palcoscenico dal marito Luca Zingaretti, un personaggio femminile affascinante e contraddittorio. “The deep blue sea”, dal 16 al 19 gennaio al Creberg Teatro (20.30; domenica 15.30) per la stagione di prosa, è considerato il capolavoro dello scrittore inglese Terence Rattigan e contiene uno dei più grandi ruoli in rosa mai scritti nella drammaturgia contemporanea.

foto di scena film I

Sullo sfondo dell’Inghilterra puritana degli anni Cinquanta, le 24 ore che stravolgono il destino di due amanti, inevitabilmente vittime delle proprie scelte. L’amour fou non conosce limiti né ragioni, sfiora la morte, spinge a gesti apparentemente inspiegabili, cambia i destini, riesce a calpestare anche il rispetto. Cosa sono capaci di fare un uomo e una donna per inseguire l’oggetto del loro amore? Rattigan, autore di teatro di successo del ventesimo secolo, disegna figure perse nei labirinti dei sentimenti che parlano al nostro cuore di strade smarrite e ritrovate, di fatalità e indeterminatezze, ma soprattutto della casualità delle vite umane. Sospesa fra il “diavolo” e il “profondo mare azzurro”, Hester incarna la duplice essenza dell’amore, la sua forza costruttiva e distruttiva, la capacità di amare, resistere e rinascere delle donne.

Il regista. «È il ritratto di una donna che per amore mette in gioco se stessa, una formidabile figura femminile da raccontare – commenta Luca Zingaretti –. Le donne sono più interessate alle cose della vita, più curiose, più colte. Non si tratta di scegliere chi ha torto e chi ha ragione, ma di chiedersi: cosa avrei fatto io al suo posto? Che cosa succede se ci si innamora della persona sbagliata? Ho letto questo testo e mi ha folgorato, idealmente chiude la trilogia dell’identità assieme a “La torre d’avorio” e “The pride”. Ho raccontato il potere salvifico dell’amore in tutte le sue declinazioni, Rattigan esplora la capacità di donarsi, la tendenza che abbiamo di innamorarci della persona sbagliata: cosa ci rapisce? Perché cerchiamo ciò che ci fa male? Cosa ci salva?».

Seguici sui nostri canali