L’orologio da polso e il suo fascino Le curiosità sui numeri romani

Alcuni settori con il tempo acquistano un fascino intramontabile, che non può essere intaccato nemmeno dalle novità più tecnologiche. Questo è il caso degli orologi, un prodotto che i gadget digitali non sono ancora riusciti a spingere in secondo piano. Il merito di questa tendenza va ad una tradizione artigianale che dura da decenni, fatta di minuziosa attenzione ai dettagli e di fatture di eccellente qualità. Al contempo poi va anche detto che il mondo dei segnatempo introduce nel mercato modelli sempre più particolari, e sempre più ricchi di dettagli che spesso non vengono notati.
Un confronto fra nuove tecnologie e orologi classici. Oggi sentiamo spesso parlare di smartwatch, e con tutta probabilità ne abbiamo già uno al polso. È il trend delle nuove tecnologie digitali e connesse che entra nella nostra vita, ma che non va comunque a sostituire un orologio analogico. Si tratta di due mondi molto diversi, sebbene condividano lo stesso campo di azione. Quali sono le differenze chiave? Gli smartwatch posseggono un display, spesso touch screen, e consentono di collegare anche gli smartphone, tramite le app. Si tratta in sintesi di un’evoluzione dei primi segnatempo elettronici. L’orologio analogico, invece, è un vero e proprio status symbol, con la sua cassa massiccia e i suoi materiali di lusso.
Le curiosità legate ai numeri romani. Il tempo scorre, ma certe abitudini non cambiano mai, compresa la tendenza a usare i numeri romani nell’alta orologeria di lusso internazionale. Su una rivista come Horbiter troviamo ad esempio un articolo che ripercorre la storia dei nr romani nel mondo degli orologi, una simbologia che ha origine dalle tacche che venivano scalfite sul materiale. Tra le varie curiosità è interessante scoprire le curiosità che si celano dietro al numero 4: questo, infatti, solitamente non viene reso nella sua forma romana (IV), ma con quattro stanghette (IIII). Uno dei principali motivi alla base di questa scelta è di origine estetica, al fine di bilanciare il quadrante di un orologio. C’è anche un’altra ragione di fondo, ossia le difficoltà che sarebbero presenti nel leggere il numero IV quando il segnatempo viene capovolto: da questo punto di vista, le quattro stanghette si dimostrano molto più efficienti e chiare.
Sembra poi che in realtà ci siano anche altri motivi dietro la decisione di inserire il numero IIII, che vanno ben oltre il fine estetico o il fattore comfort. C’è infatti chi sostiene che si possa trovare anche un’origine storica e sociale. Nel primo caso si parla della regola delle addizioni e delle sottrazioni, risalente ai tempi del Medioevo, mentre nel secondo caso si fa riferimento alle persone prive di istruzione, che appunto non avrebbero compreso il IV romano.