Dieci curiosità e consigli utili per godersi al meglio il mare
Il mare e la vita da spiaggia sono un paradiso per i tantissimi vacanzieri che ogni anno affollano le distese sabbiose d’Italia e del mondo. Ma possono anche trasformarsi in un inferno se non si prendono i dovuti accorgimenti e non si conoscono i rimedi esatti ai tanti piccoli o grandi problemi che possono insorgere. Dunque, per evitare scene fantozziane, è meglio informarsi prima e fare tesoro di alcuni suggerimenti. Ecco allora che prendendo spunto da un libro di Andrea Gentile (La scienza sotto l’ombrellone), Focus.it ha individuato dieci punti fondamentali, tra sicurezza e pura curiosità, per godersi il mare senza rischi e con una maggiore cognizione di causa, conoscendo cioè i segreti scientifici di questo luogo tanto amato.
Consigli e sicurezza
1) Occhio agli squali
C’è da avere paura degli squali? Qui sarebbe facile citare il celeberrimo film di Steven Spielberg; l’Italia non è sicuramente il paese degli squali, ma la minaccia nel resto del mondo non è così lieve. L’International Shark Attack File ha registrato nel 2013 ben 72 attacchi e 10 vittime, la maggior parte dei quali in Florida o Australia. Questi temibili pesci bazzicano poco il Mediterraneo; dal 1847 al 2012 solo 36 casi e 18 morti. Ma se volete andare dall’altra parte del globo, beh ricordate di tenere bene gli occhi aperti.
2) Vietato bere l'acqua del mare
Perché non si può bere l’acqua del mare? Ma per il sale, che domande! La concentrazione di cloruro di sodio nell’acqua marina è assai elevata, circa al 3,5 percento, e non compatibile con quella del nostro sangue, allo 0,9. Per cui ingerendo quest’acqua salata il nostro organismo andrebbe in tilt, richiedendo acqua alle cellule per abbassare il tasso di sale e mettendo in funzione a pieno regime i reni, che a loro volta consumerebbero acqua. A lungo andare si rischierebbe la morte per disidratazione.
3) E se ci punge una medusa?
Che fare se ci punge una medusa? Un classico, che come tale è circondato da un nugolo di voci e leggende sul rimedio migliore. In realtà, più che l’ammoniaca o addirittura l’urina, la panacea migliore consiste nella semplice acqua di mare. Da evitare assolutamente l’uso di acqua dolce, che potrebbe far scattare un ulteriore rilascio di sostanze urticanti. Bisogna poi rimuovere delicatamente i tentacoli eventualmente rimasti sulla pelle; per lenire il dolore acqua calda e bicarbonato (per le meduse tropicali) oppure ghiaccio (per quelle nostrane). Se il male persiste, analgesici orali o topici.
4) I fattori di protezione delle creme solari
Questo punto è dedicato ai vacanzieri meno assidui, quelli che vanno al mare solo ogni tanto e puntualmente si bruciano al sole. Cosa indicano i numerini sulle confezioni delle creme solari? Sì, il potere protettivo, ma nello specifico indicano il rapporto tra il tempo che ci impieghiamo a scottarci con la crema e quello che ci impiegheremmo senza: se normalmente in mezz’ora siete cotti, con una crema protezione 10 potete andare avanti per cinque ore buone. Occhio però, ci sono diversi fattori che alterano questo rapporto, come il momento della giornata in cui ci esponiamo al sole, la nostra sudorazione, le condizioni meteo e ovviamente l’immersione o meno in acqua.
5) Come gestire la corrente marina
Anche qui, non prendiamoci rischi inutili se non siamo dei campioni olimpici di nuoto. Se ci si sente portare al largo dalla corrente, è bene chiedere immediatamente aiuto e tentare nel frattempo di uscire dalla corrente, nuotando quindi parallelamente alla spiaggia. Non ha senso invece nuotare verso la spiaggia, perché ci si stanca subito e inutilmente, essendo controcorrente.
Curiosità scientifiche
6) Le dita raggrinzite
Quelle pieghine che si fanno sulle punte delle mani restano un mistero mai del tutto risolto, anche per la scienza. La teoria prevalente spiega il fenomeno con un grande assorbimento d’acqua da parte dello strato superficiale della pelle, che quindi si gonfia e increspa, essendo attaccato a quello sottostante. Altri invece ritengono che sia responsabile l’azione delle terminazioni nervose; il raggrinzimento sarebbe un tratto selezionato dall’evoluzione, che ci permette di maneggiare meglio gli oggetti quando ci troviamo in acqua.
7) Il suono del mare nelle conchiglie
Altro grande mistero, ma questa volta da sfatare. La conchiglia fa come la cassa di risonanza della chitarra, fa entrare le onde sonore dell’ambiente e le restituisce amplificate in alcune frequenze. Niente suono del mare quindi, ma non ditelo ai bimbi.
8) Il castello di sabbia perfetto
Passiamo all’architettura da spiaggia. Il rovello di moltissimi giovani muratori: quanta acqua ci vuole con la sabbia per erigere mura solide e resistenti? Un gruppo di ricercatori ha studiato la cosa e ha dato il responso: non bisogna superare l’1 percento del volume della sabbia. Ogni metro cubo di sabbia, 10 litri d’acqua. E via coi lavori!
9) L’udito in acqua
Perché, in immersione, si sente male? Questione di velocità, in parte: lì i suoni si propagano a 5300 chilometri all’ora, contro i 1200 normali dei suoni nell’aria. Ma il vero motivo è dato dalla densità dei nostri tessuti, molto simile a quella dell’acqua: perciò il padiglione auricolare non riesce a lavorare bene e a catturare le vibrazioni sonore.
10) Come nasce una spiaggia
Infine, la domanda fondamentale: cosa sono le spiagge, come si formano? Beh, di fatto sono delle discariche di detriti, erosi dalle rocce nel corso del tempo. La posizione dipende poi dalla stabilizzazione del livello del mare, mentre il colore dalla composizione chimica della sabbia. Quella chiara presenta molti granelli di quarzo, ma esistono anche spiagge di origine organica, composte dai resti polverizzati di conchiglie e coralli. Come scriveva Montale in Ossi di seppia, rivolgendosi al mare: «E svuotarmi così d'ogni lordura / come tu fai che sbatti sulle sponde / tra sugheri alghe asterie / le inutili macerie del tuo abisso».