Un libro di Jean-Claude Schmitt

Dieci curiosità sul compleanno

Dieci curiosità sul compleanno
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Quando si è giovani o giovanissimi di solito va così: si attende con trepidazione il giorno (quel giorno), i più entusiasti fanno pure il countdown, e nel frattempo ci si prepara. Si contratta con madri e padri sul numero di amici che si possono invitare, sugli orari e sulla loro stessa presenza. Poi quando il giorno arriva, finalmente, non ci si pensa nemmeno che si è diventati più grandi di un anno, dopo tutto ci si sente uguali identici a ventiquattr’ore prima. Ci sono pure persone che non amano granché festeggiare, preferiscono ritrovi intimi, tra pochi amici e parenti. Gradiscono solo qualche abbraccio, una serata in compagnia, senza esagerare. Ma quando si cresce e si diventa adulti, e poi si entra in quella fase della vita concordemente definita “mezza età” –  è meglio che non ci si pensi, a metà di cosa si trovi -, allora i compleanni incominciano a fare venire un po’ di orticaria. C’è persino chi preferisce non ricevere auguri di compleanno (chi scrive può testimoniare). In generale, basta una pizza a pranzo, o una torta come merenda.

Per quanto possano essere differenti gli approcci delle persone nei confronti del loro giorno di nascita, è sicuro che molti aspetti sul compleanno, inteso come “istituzione” sociale, sono completamente ignoti. Lo storico Jean-Claude Schmitt ha dedicato un intero libro, L’invenzione del compleanno (Laterza, 2012) per illustrare i lati meno conosciuti del popolare anniversario.

 

1) Goethe, il “papà” dei compleanni

Johann Wolfgang Goethe, autore del Faust, dei Dolori del giovane Werther, delle Affinità elettive e del Viaggio in Italia, fu anche l’inventore del compleanno moderno, dacché festeggiò i suoi cinquantatré anni nel 1802. Secondo Schmitt, inoltre, si sarebbe tornati a celebrare l’anniversario di nascita anche grazie alla Rivoluzione francese, che incoraggiò e promosse la creazione dell’anagrafe statale e dei certificati di nascita.

 

2) Anche gli antichi festeggiavano

Come si è detto, la Rivoluzione francese facilitò il ritorno della ricorrenza festiva, ma non la istituì per la prima volta. Infatti, ci sono tradizioni di antica fondazione che per molti secoli hanno disciplinato i festeggiamenti del compleanno. Nell’Egitto dei faraoni, i sudditi celebravano il giorno natale del loro sovrano con cibi raffinati, e così pure i Persiani, che preparavano una torta speciale per il re, per i nobili e le divinità. La Bibbia, poi, rammemora due feste di compleanno, quella del faraone (appunto) e quella di Erode. Il cristianesimo, però, rifiutò questo tipo di celebrazione, proprio perché era stato strettamente legato con i riti religiosi pagani. Questo è il motivo per cui sono trascorsi molti secoli, prima che il mondo occidentale tornasse a ricordare i compleanni.

 

3) Chi usò per primo le candeline

Furono gli antichi Greci a mettere per primi le candeline sulla torta. Erano dei simboli relativi al culto di Artemide, dea vergine della caccia e della Luna. Le venivano offerti dolci tondi, illuminati da piccole candele per renderli simili all’astro. I Greci spegnevano le candeline per chiedere favori alla divinità, proprio come facciamo noi oggi.

 

4) Compiere gli anni in Cina

Marco Polo rimase stupefatto quando assistette alle celebrazioni del compleanno del Gran Khan, in Cina. Descrisse puntigliosamente i festeggiamenti nel Milione, come un’altra delle stramberie del popolo d’Oriente. In Cina, peraltro, gli anni sono contati a partire dal concepimento: chi ha trent’anni, in Occidente, in Cina ne avrebbe trentuno, poiché si aggiungono i nove mesi trascorsi nel ventre materno e si arrotonda per eccesso.

 

5) Onomastici o compleanni

In Mesopotamia e in Egitto era importantissimo sapere quando si era nati, perché solo in questo modo si poteva richiedere l’oroscopo agli astrologi. I Romani, invece, ricordavano la nascita soltanto di chi aveva un certo potere. Dopo il 476 d.C., e fino al Cinquecento, quasi nessuno sapeva quando fosse nato. Il Medioevo prediligeva l’onomastico, almeno finché la Riforma protestante mise in discussione il culto dei santi.

 

6) Le origini moderne del compleanno

Nell’Ottocento la borghesia e le classi agiate diedero il via ai quei riti che perdurano tutt’ora, cioè la torta, i regali, i biglietti d’auguri e via dicendo. Negli anni  successivi la moda venne accolta anche dalle altre classi, mentre alla metà del secolo la Germania istituì la Kinderfest, la festa dei bambini. Il piccolo/a festeggiato/a era svegliato/a all’alba con una torta decorata di un numero di candeline pari alla sua età, più una. La candelina in sovrannumero rappresentava la luce della vita, che accompagnava e proteggeva il bambino. Le fiammelle, inoltre, dovevano restare accese per tutto il giorno.

 

7) Tanti auguri a te... Chi scrisse la canzone?


Le autrici furono delle insegnanti, Mildred e Patty Hill. In realtà, le due scrissero nel 1893 un brano intitolato Buongiorno a tutti, per farlo cantare ai bambini di una scuola del Kentucky. Poi però la canzone si diffuse e divenne Happy Birthday to You, di cui è nota la versione dedicata da Marilyn Monroe al presidente Kennedy. Il brano è protetto dal diritto d'autore e lo sarà almeno fino dicembre 2016, ma è spesso finito in tribunale per dispute sul copyright. Ne abbiamo raccontato la storia qui.

 

8) I giorni con il minore e maggiore numero di festeggiamenti

Senza alcuna sorpresa, è il 29 febbraio il giorno in cui nascono meno bambini. Amitabh Chandra, dell'Università di Harvard, ha preso in considerazione le date di nascita degli americani tra il 1973 e il 1999 e ha scoperto che, a seguire il giorno “ballerino” degli anni bisestili, è il 25 dicembre. Il giorno baciato dalle nascite, invece, è il 16 settembre. In Italia, invece, settembre è stato il mese con più nati (46 925, dati Istat) nel 2013, nonostante il giorno più gettonato sia stato il 27 dicembre (1 966). Nel 2012 il mese più fecondo è stato ottobre (51 828) e il giorno col maggior numero di nascite è stato il 4 ottobre (1 949).

 

9) A ogni compleanno la sua malattia (forse)

La Columbia University di New York ha condotto una ricerca che dimostrerebbe come il mese di nascita ci predisponga ad alcune malattie. Lo studio, però, non spiega il motivo di una tale correlazione, perciò non può essere considerato del tutto attendibile. Secondo i ricercatori americani, comunque, i più fortunati sarebbero coloro che sono nati nei mesi più caldi (da maggio ad agosto). I nati in settembre sono più esposti all’asma, gli ottobrini alla sindrome ADHD, così come le persone nate nei primi giorni di novembre. Le malattie dell’undicesimo mese comprendono anche le infezioni virali e le bronchiti, “condivise” con i trentun giorni successivi. Gennaio ha il vizio dell’ipertensione, febbraio e marzo della fibrillazione atriale, marzo dell’arteriosclerosi e aprile dell’angina.

 

10) Il paradosso del compleanno

Il matematico Richard Von Mises ha calcolato che sono almeno 23 le persone che servono per formare un gruppo in cui ve ne possano essere due che compiono gli anni nello stesso giorno. Von Mises ha formulato il «paradosso del compleanno» nel 1939: in un gruppo di 23 persone la probabilità è circa del 51 percento, in uno di 30 persone supera il 70 percento, mentre con 50 persone arriva addirittura al 97 percento.

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