L'iniziativa

A Torre Boldone stanno andando a ruba le "Magliette di Retor", che fanno anche del bene

Un gruppo di ragazzi ha riportato in auge una sorta di "linguaggio in codice" diffusosi in paese negli anni '80. E il Comune ha deciso di supportare l'iniziativa facendo anche solidarietà

A Torre Boldone stanno andando a ruba le "Magliette di Retor", che fanno anche del bene
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di Angelo Corna

A Torre Boldone vanno a ruba le “Magliette di Retor”. Nelle ultime ore, il Comune ha deliberato la concessione del patrocinio per un’iniziativa nata dall’idea di alcuni ragazzi del paese, che hanno disegnato e realizzato una t-shirt con una grafica molto particolare.

«Tutto è nato grazie ad un post di Enrico Righetti, apparso sulla pagina Facebook “Sei di Torre Boldone se…” - spiega Antonio Iorio, tra i promotori dell’iniziativa -. Enrico ha ricordato che in paese, già negli anni ’80, si parlava con una sorta di linguaggio in codice. I ragazzi invertivano l’ordine delle sillabe, creando un linguaggio che in quegli anni ha dato vita a un particolare dialetto. Ed ecco che un “ciao” diventava “ocia”, “andiamo” si trasformava in “diamoan”, e cosi via, fino a creare frasi che potevano essere comprese solo da noi boldonesi. Un dialetto nel dialetto, che negli anni si è poi espanso anche ai comuni limitrofi. Il riscontro sui social è stato molto positivo, tanto che dopo la pubblicazione del post mi hanno contatto Alessandra Sessa, Serena Panseri e Matteo Mongelli, con la splendida idea di creare una maglietta che riportasse proprio alcune di queste frasi».

Un passaparola che ha portato, nel giro di poche ore, alla vendita di oltre 200 t-shirt. «Fulcro dell’iniziativa è che parte del ricavato sarà devoluto al Comune di Torre Boldone per l’acquisto di buoni spesa - aggiunge Matteo Mongelli di Print Evolution -. Un modo per dare una mano in questo momento difficile, ma anche per portare un sorriso ai nostri compaesani e a tutte le persone che ricordano questa stramba lingua. Il Comune ha subito supportato l’iniziativa, mettendo a disposizione i volontari per consegnare la maglietta direttamente al domicilio di tutti coloro che ne faranno richiesta. L’iniziativa è stata apprezzata fin da subito da tantissime persone, anche non residenti nel paese. Tra queste, Daniele Vavassori, il Vava, che ha trascorso l’adolescenza a Torre Boldone».

E le richieste continuano a ritmo serrato. «Sto lavorando a un video che racconta attraverso foto e immagini gli anni in cui a Torre si parlava questa lingua sconosciuta - conclude Antonio Iorio -. Nelle ultime ore stanno nascendo aneddoti su come il dialetto sia apparso nel Comune. Qualcuno, scherzosamente, ha addirittura legato la sua nascita ad un concerto dei Pink Floyd!».

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