Adesso negli alberghi e nei B&B si sono inventati anche lo spazio smart working
Riaperto l'Hotel Piazza Vecchia sulla Corsarola. Samuel Palacio del Sole: «Stiamo cominciando a vedere di nuovo turisti stranieri»
di Arianna Zucaro
Nell’ultimo decennio, le destinazioni turistiche di tutto il mondo, compresa Bergamo con il terzo aeroporto italiano a pochi chilometri, hanno registrato uno sviluppo alberghiero da record. Nell’arco di cinque anni, dal 2015 all’inizio del 2020, c’è stato un incremento del 60 per cento dei flussi turistici verso il capoluogo orobico. Il Covid a tutto questo ha posto un freno, appianando arrivi e presenze soprattutto dall’estero, che rappresentavano il 68 per cento del totale. In questo momento siamo lontani dai numeri del turismo pre-pandemia e, se il primo quadrimestre del 2021 ha registrato un calo con 71.800 arrivi e 85.200 presenze in meno rispetto al 2020, ad aprile è arrivato finalmente il rialzo: 20.900 arrivi e 58.600 presenze rispetto ai 493 arrivi e alle 9.135 presenze del 2020 (dati VisitBergamo).
Duramente colpiti dalla pandemia a causa delle restrizioni di viaggio, i proprietari degli hotel stanno pensando a come riposizionare le loro strutture. Negli ultimi mesi hanno iniziato a offrire una molteplicità di soluzioni, collocando sul mercato le loro stanze in forme tradizionali e rinnovate, rinfrescando gli ambienti per adattarli meglio alle norme di sicurezza o aprendo nuovi spazi.
Samuel Palacio, amministratore dell’Albergo Ristorante Il Sole di Città Alta, ha rilevato l’Hotel Piazza Vecchia a gennaio di quest’anno, riaprendolo tre settimane fa. Quando gli si chiede come si stia preparando ai prossimi mesi, risponde: «Nei momenti di crisi o si fa un passo indietro o uno in avanti. Noi crediamo in Bergamo e abbiamo deciso di farne uno avanti. L’Hotel Piazza Vecchia era chiuso da un anno - ha spiegato Samuel - lo abbiamo sistemato, abbiamo fatto un’operazione di sanificazione, sostituito l’arredo e lo abbiamo riaperto. Anche se il nuovo hotel non ha servizio di ristorante come Il Sole». Proprio dalla presenza di un’attività alimentare è derivata la capacità adattiva, che al Sole è valso l’attestato di merito di Ascom Confcommercio consegnato a oltre 500 soci dell’associazione del settore. «Durante la pandemia non abbiamo lavorato molto - ha specificato Samuel -, capitavano giusto quei pochissimi lavoratori in circolazione, ma siamo rimasti a disposizione come servizio: essendo qui da tanti anni abbiamo ritenuto assolutamente di non chiudere».
Purtroppo non tutti gli hotel sono stati in grado, per via dei costi troppo elevati da sostenere o per la mancanza di attività parallele a quella strettamente alberghiera, di proseguire senza interruzioni durante i periodi di piena pandemia. Spiega Samuel: «Stiamo iniziando adesso a vedere qualche straniero. Abbiamo la speranza che continuino ad arrivare. È anche vero che Bergamo e Città Alta vengono da anni di turismo, sono apprezzate, e quindi mi immagino che tutte le strutture ricettive che ancora tengono chiuso tornino a riaprire. Ci sono poi le case di proprietà, che sono riuscite a reggere la crisi e ora sono state riconvertite nuovamente ad alloggi».
Alcuni alberghi o case vacanza stanno trasformando gli ambienti in soluzioni adatte per il lavoro da remoto. Su Airbnb, per esempio, il filtro “spazio di lavoro dedicato” cambia i risultati di ricerca: per rientrarvi, l’alloggio deve comprendere almeno una zona “computer-friendly”, wifi con test di velocità, aree di lavoro separate per chi viaggia in coppia.