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Anche il Gin Tonic ha un festival (fatto ad arte)

Anche il Gin Tonic ha un festival (fatto ad arte)
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Troverete Malfy, con l’aggiunta di scorze di  limone provenienti dalla costiera amalfitana e dalla Sicilia. Il Gold 999.9, prodotto in una piccola distilleria nell’Alsazia, al confine fra Francia, Germania e Svizzera, forte di un bouquet che annovera coriandolo, radice di angelica, corteccia di cassia, genziana, papavero. Star of Bombay si spinge oltre, annoverando al distillato classico semi di ambretta dell’Ecuador e scorza di bergamotto italiano. Poi, naturalmente, gli sponsor della kermesse: Monkey 47 - Schwarzwald Dry Gin, che unisce le esoticità indiane con le spezie della Foresta Nera; Plymouth Gin, che unisce sette botaniche; Brockmans Gin, distillato utilizzando un tradizionale e centario alambicco di rame; Silent Pool Gin, filtrato da un alambicco scaldato a legna; Beefeater 24, nato da botaniche in infusione per 24 ore, così da estrarne il massimo del sapore. Poi, naturalmente, acqua tonica all’altezza, perché si è sviluppata un’intera nicchia di mercato che segue gusti e domande dei consumatori. La più classica e nota è la Schweppes: ha saputo rinnovarsi con la sua gamma di toniche aromatizzate allo zenzero, al pepe rosa, ai fiori d’arancio. Ma oggi spopolano pure l’Indian Tonic, l’Original, la Fever-Tree, la Nordic. E altre.

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Una parata di stelle, come si conviene, caratterizza il primo Gin & Tonic Festival  di Bergamo. Oggi, sabato 2, e domani, domenica 3, dalle 18 fino a mezzanotte il cortile interno della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ospita un’attenta selezione di varie etichette di gin nazionali e internazionali che esploreranno sapori fruttati, speziati, floreali, citrici ed erbacei.

L’ingresso al festival è totalmente gratuito; le degustazioni saranno divise per aree tematiche e sarà possibile acquistare sia il drink intero che il mezzo drink: in questo modo sarà garantita un’esperienza degustativa ottimale. Perché, va detto, i drink d’alta scuola scuola costano carucci. A fare da necessario contorno un’area food e una zona relax. L’intero week end sarà accompagnato da un sottofondo musicale non banale.

Drink ideale delle signore altolocate d’Inghilterra. Oggi è fashion. Ma il gin tonic ha vissuto i suoi anni di maggiore diffusione in una dimensione quasi domestica. Drink adatto a tutte le ore, si racconta sia nato oltre due secoli fa come cocktail accattivante per le signore d’alta società con gusti raffinati che ingentilivano il gin, secco e alcolico, con l’acqua tonica. Poi, e questo è certo, di tumbler del genere le signore inglesi ne hanno svuotati a bizzeffe. Si racconta, anche, che sarebbe nato per cause medicinali e divulgato dall’esercito della Compagnia Inglese delle Indie Orientali. Il distillato di ginepro, infatti, fu inventato dal dottor Franciscus Sylvius in Olanda, come cura ai reni e allo stomaco, mentre il chinino (ingrediente dell’acqua tonica) serviva per prevenire la malaria. Oggi il Gin Tonic è di tendenza. Si parte dai distillati aromatici, botanici, secchi, più o meno profumati. E via andare, praticamente all’infinito. Senza dimenticare le varie, tante (troppe, secondo i puristi) aggiunte di spezie, aromi e pigmenti per esaltare profumi e sapori del gin e sposarsi nel migliore dei modi con le bollicine della tonica. Le bacche di ginepro adagiate sul ghiaccio sono quasi banali. Poi ecco lo zenzero (protagonista di un altro drink che va per la maggiore di questi tempi, il Moscow Mule), oppure cetriolo, pepe rosa, cardamomo, frutti di bosco. Fino a rosmarino, basilico e cannella. I distillati spuntano come funghi in ogni dove e richiamano alla memoria l’esplosione delle birre artigianali, all’insegna di una varietà non sempre giustificata da creatività e qualità.

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