Vestiti che sono tende per profughi e altre 4 novità tecnologiche
La ricerca tecnologica propone ogni settimana nuove invenzioni che possono rendere più semplice la nostra vita, tra ingegneri che lavorano per grandi aziende e giovani alla ricerca di finanziamenti sulle piattaforme di crowdfunding. Ecco le novità annunciate negli ultimi giorni.
1) Il cuscino che ti aiuta a dormire
La qualità del nostro sonno notturno influenza tutto il resto della giornata e sappiamo bene quanto sia difficile affrontare il lavoro e gli impegni dopo una notte insonne o comunque inquieta. In aiuto di tutti quelli che fanno fatica a prendere sonno e a riposare in maniera soddisfacente arriva Zeeq, un cuscino smart prodotto da REM-Fit, che aiuta a prendere sonno, rimanere addormentati e svegliarsi nel giusto momento.
Monitorando i vari stati del sonno e mostrando tutte le informazioni registrate sulla app dedicata, si potranno avere tutti gli elementi sufficienti per garantire otto ore di sonno al giorno. È in grado anche di rilevare se un individuo russa grazie al microfono integrato e vibra leggermente quando il soggetto diventa troppo rumoroso, per tutelare il proprio benessere e quello del partner. Queste piccole vibrazioni servono ad incoraggiare a cambiare posizione, nel tentativo di diminuire la possibilità di russare o di respirare troppo rumorosamente. Zeeq manda le stesse vibrazioni per aiutare a svegliarsi, almeno parzialmente, poco prima del suono programmato della sveglia, in modo da rendere meno traumatico il risveglio. È possibile acquistarne uno al prezzo di 99 dollari e le prime consegne arriveranno entro la fine del 2016.
2) Il materiale che si auto-ripara
Il film di animazione Big Hero 6 è stato trasmesso nei cinema di tutto il mondo circa due anni fa e racconta le imprese di un piccolo genio della robotica, in grado di creare un robot formato da tanti piccoli frammenti indipendenti capaci di ricollegarsi in caso di danni o incidenti. La stessa idea è stata applicata da un team internazionale di ricercatori in Korea del Sud, che hanno creato un materiale che si auto assembla a comando creando varie forme. La ricerca è stata da poco pubblicata online su Nature Materials, un mensile che si occupa specificamente di scienze dei materiali ed ingegneria.
Il team che collabora con Ulsan National Institute of Science and Technology si è ispirato al comportamento degli sciami di api e ha provato a replicarlo in laboratorio, partendo dai modelli al computer e disegnando delle sfere in grado di auto collegarsi quando percorse da un campo elettrico. I ricercatori hanno condotto simulazioni in laboratorio usando delle sfere particolari, create dal Dottor Steve Granick dell'IBS Center for Soft and Living Matter all'UNIST School of Natural Science. Queste particelle hanno due lati, uno con polo positivo ed uno negativo. Quando esposte ad un campo elettrico, le cariche delle particelle si modificano e cambia la loro interazione elettrostatica. Il risultato è che alcune particelle sono fortemente attratte tra loro e altre rimangono neutrali, creando uno sbilanciamento che rende possibile la costruzione di figure predefinite come catene o sfere.
3) La corda smart venduta sull'Apple Store
La tecnologia fa ormai parte di tutti gli sport più importanti, sia a livello professionistico che a livello amatoriale, dove gli appassionati non si lasciano scoraggiare da prezzi non troppo invitanti pur di rimanere al passo con i tempi. L'ultima novità che vuole rivoluzionare un attrezzo storico del fitness si chiama Smart Rope ed è una corda per saltare dotata di funzioni smart, che sarà venduta addirittura sull'Apple Store. Presenta luci a led che creano un display a mezz'aria mentre saltiamo, mostrando quanti salti abbiamo effettuato, tenendo traccia del tempo di utilizzo, delle calorie bruciate, e creando addirittura un sistema di classifica che mette in competizione i propri risultati con quelli dei propri amici.
Non si tratta di un gadget rivoluzionario, tanto che in molti si son chiesti quanto veramente sia utile avere una corda che conti al posto nostro, considerato soprattutto che il prezzo non è per niente invitante. Se una corda classica può costare in un negozio sportivo tra i 10 e i 20 euro, il prezzo per aggiudicarsi Tangram Smart Rope è di ben 90 dollari, una cifra che potrebbe convincere soltanto i fanatici del settore.
4) Il gabbiano-drone che si preoccupa della pelle dei bagnanti
Fino a qualche anno fa la protezione della pelle durante la stagione estiva riguardava soprattutto i bambini più piccoli, più delicati e quindi più esposti ai potenziali danni dei raggi solari. Oggi a causa anche dell'aumento dei raggi dannosi si è più consapevoli dell'utilità di una buona crema solare, non soltanto per prevenire scottature, ma soprattutto per proteggere la pelle da brutte malattie. I bambini però sono ancora molto reticenti nell'utilizzare le creme solari ed è soprattutto per loro che Nivea ha lanciato una campagna basata su una tecnologia che vuole proteggere i bambini dal sole e ovviamente vendere più creme solari.
Si tratta di un drone in grado di rilevare il livello di raggi UV e che in base ai risultati decide se rilasciare durante il suo volo della crema solare per proteggere i bambini che si trovano in spiaggia sotto di lui. È dotato di una fotocamera speciale che rileva i bambini che non hanno la crema solare, mostrati più scuri sul suo display, e può così scegliere su quali rilasciare la crema protettiva. La forma di gabbiano gli permette di mimetizzarsi nel panorama marittimo, ma non è ancora chiaro se si tratti principalmente di una trovata pubblicitaria o se il drone verrà realmente messo sul mercato. Intanto qualcuno si è già sbilanciato nei giudizi, definendolo il più stupido spot di sempre.
5) I vestiti che diventano tende per aiutare i rifugiati
Le novità non sempre sono dettate da una ricerca del lucro ad ogni costo, ma spesso le più geniali invenzioni vengono dalla necessità personale o dal desiderio di aiutare il prossimo con tutti i mezzi possibili. Angela Luna, una studente al Parsons School of Design, durante le discussioni sul tema dei migranti ha cominciato a pensare ad un modo concreto per poterli aiutare, creando qualcosa di utile per loro. Il risultato è stata una linea d'abbigliamento dedicata proprio a chi fugge dalle guerre e spesso non ha un posto dove dormire e deve arrangiarsi in luoghi di fortuna, senza di fatto trovare un vero e proprio riparo. La collezione consiste in una serie di abiti completi che sono in grado all'occorrenza di essere ri-assemblati e di formare una vera e propria tenda da campo, fornendo in qualsiasi momento un riparo per dormire. La speranza dell'inventrice è quella che questa serie di vestiti raccolgano i fondi necessari per la produzione di massa e che siano donati alle tante associazioni umanitarie che in questi anni lavorano in particolare con i rifugiati siriani.