Bergamo, come mai c'è stato il grande boom delle Case del Commiato
Fra città e provincia, fino a 5 anni fa ce n'erano un paio, adesso sono una ventina. La morte trasferita in eleganti "hotel". Costo fra i 150 e 200 euro al giorno
di Paolo Aresi
Si chiamano Case del Commiato e stanno spuntando ovunque, come i funghi. Sono i luoghi dove portare i nostri cari appena dopo la morte. Se si decide di non tenerli in casa o di non lasciarli nelle sale mortuarie degli ospedali.
Fino a cinque anni fa, di case del Commiato a Bergamo e provincia ce n’era forse un paio, oggi sono una ventina. Le si trova anche in Internet, nel sito che si chiama “ilcommiato.it".
Se cliccate, vi si apre una pagina sobria, con una grande fotografia immersa in una luce gialla di tramonto e l’immagine di una foglia secca che si sgretola. Sulla destra un verso celebre di Giuseppe Ungaretti: «Si sta come d’autunno / sugli alberi le foglie».
Nella pagina si trovano diverse voci, compresa: “Oggi ci hanno lasciato”, che presenta fotografie e nomi delle persone che si sono spente in Bergamasca negli ultimi giorni.
Se invece cliccate su “Perché” troverete la spiegazione di questa iniziativa. «Finora in molte località annunci così coinvolgenti come la perdita di una persona cara, sono stati affidati alle pubbliche affissioni e ai quotidiani locali e nazionali, pubblicati in forma di necrologio, una tradizione che conserva tuttora un grande valore e per questo è molto condivisa e diffusa. Così facendo si estende ad amici e conoscenti la partecipazione al proprio dolore...».
E poi “ilcommiato.it" spiega il valore dell’annuncio in Internet, la rete che non ha confini, che arriva ovunque. Il sito elenca anche le Case del Commiato: al momento ce ne sono due in città e dodici in provincia. Quelle cittadine si trovano in via (...)