Negli ultimi tempi, uscito dal letargo, il galateo imposto dai nostri avi deve necessariamente connettersi con l’epoca digitale in cui la comunicazione e l’interazione sociale spesso sono completamente delegate a cellulari, mail e social network. Ci siamo allora domandati quali siano le regole dell’etichetta nell’epoca 2.0. L’Accademia Italiana Galateo, con il suo Presidente Samuele Briatore (che per ironia della sorte è omonimo del non propriamente gentleman Flavio) ci insegna come essere nativi digitali educati.
Ci dedichiamo in particolare alle regole da osservare per un utilizzo elegante del proprio smartphone.
- Regola numero 1: nei luoghi culturali il cellulare è bandito. Non è sufficiente abbassare la suoneria o inserire il vibracall, la distrazione provocata dal chiacchierìo in questi contesti è da evitare a priori. Ovviamente ripudiate le suonerie con canzoncine, versi di neonati o lamenti di pulcini: il semplice trillo è la soluzione corretta per essere bon ton.
- Regola numero 2: gli orari da osservare. A meno che la vostra professione non imponga una reperibilità costante, il suggerimento è quello di limitare le chiamate di lavoro rispettando l’orario medio d’ufficio, ovvero 9.30-18.00. Se chiamate prima o dopo, evitate di iniziare la conversazione con «Disturbo?» perché la connotazione che date alla telefonata, già a partire dall’incipit, è sinonimo di fastidio o rogna; adottate piuttosto una strategia più morbida, che può tradursi con un «Può parlare in questo momento?». Lasciamo il lusso del «No, non mi disturba affatto» sull’altare di matrimonio a Carlo Verdone in Viaggi di Nozze.
- Regola numero 3: Ridurre all’osso l’utilizzo del vivavoce. Solo se si è da soli in macchina. Per questioni di privacy, ovviamente. Limitate anche l’utilizzo degli auricolari, l’immagine di automi che parlano e gesticolano da soli in giro per il mondo non è propriamente una visione eterea.
- Regola numero 4: questione corrispondenza, ovvero le mail. L’Accademia Italiana Galateo sostiene che non vige la regola del chi tace acconsente. Ad ogni mail inviata deve corrispondere una risposta entro 48 ore. Si dovrebbe segnalare la propria presenza, rispondendo anche agli inviti telematici di eventi, vernissage, opening, anche laddove non sia specificato il tradizionale RSVP (Répondez, s'il vous plaît; Rispondete, per favore). L’interlocutore che legge in copia conoscenza, se chiamato in causa nel testo della corrispondenza ha l’obbligo di rispondere, inserendo gli altri destinatari nella sua comunicazione. Evitate intestazioni con un elenco infinito di appellativi: se non si scrive ad un Vescovo, Rettore o un Re, cancellate dal vostro orizzonte epiteti come Vostra Eccelsitudine e adottate una struttura più semplice e lineare. Con un banale gentilissimo, non si sbaglia mai.
- Regola numero 5: quasi scontata, evitate di appoggiare sul tavolo, oltre alle sigarette, anche tablet, cellulari e qualsiasi dispositivo tecnologico. L’appellativo di cafone, in questo caso, è dietro l’angolo.