Cocktail stories, il Bloody Mary Ideale per il brunch della domenica
Ci sono pochi cocktail la cui paternità è stata rivendicata con tanta forza e soprattutto per così tanto tempo. Questo succede quando il drink diventa un classico della storia e si radica nell’immaginario comune come icona di stile. Il Bloody Mary, naturalmente, ricade in questo caso.
La storia. Il primo a dire «Questo è mio!» fu uno dei più famosi bartender mai esistiti: Fernand Petiot. Il nostro dichiarò di averlo inventato nel 1921, quando lavorava al New York Bar di Parigi. Qualche anno più tardi, però, l’attore George Jessel reclamò la ricetta e il nome dalle colonne del New York Herald Tribune. A questo affronto Petiot rispose che sì, forse lo aveva inventato Jessel, ma la ricetta dell’americano non andava oltre il succo di pomodoro e la vodka, mentre totalmente suo era il merito di aver aggiunto il condimento che lo rendeva così apprezzato.
Il nome. Anche per il nome la storia è ben più complessa di quanto si possa immaginare. Il calco perfetto dall’inglese rimanda al nomignolo assegnato alla sanguinaria Regina d’Inghilterra passata alla storia proprio come Bloody Mary. Altri fanno riferimento ad altre donne, attrici o cameriere, che sono state legate alla lunga storia di questo drink.
Il successo (e quando si beve). Conosciuto come il miglior rimedio per combattere l’hangover (la sbornia), questa fama ne ha consacrato la diffusione come uno dei morning drink più affascinanti, sorseggiato con nonchalance e accompagnato a un classico brunch domenicale. La sua diffusione è assoluta negli Stati Uniti, dove è abitualmente consumato, soprattutto all’ora dell’aperitivo.
Come si prepara. La sua originalità è racchiusa soprattutto negli ingredienti, veramente atipici. Il succo di pomodoro condito è la base di questo aperitivo sfizioso al quale viene aggiunta una porzione di vodka. La parte più delicata e importante coincide con l’aggiunta delle spezie e degli aromi per condire il pomodoro: sale, pepe e succo di limone non possono mancare, così come la salsa Worcester, ingrediente indispensabile. Altro elemento fondamentale: qualche goccia di tabasco per dare all’insieme una sensazione piacevolmente piccante. Tutto ha un suo fascino in questo drink, anche la preparazione, che prevede la tecnica del throwing (ovvero, mescolare perfettamente gli ingredienti).
Le varianti e come si serve. Innumerevoli sono le varianti di questa ricetta. Una delle più audaci aggiunge alla nostra miscela una punta di salsa al rafano. In ogni caso, si serve sempre ghiacciato con un gambo di sedano croccante. Il miglior aperitivo del mondo.