Come fare il nodo alla cravatta (scritto da uno che non sa farlo)
Una donna saggia, che può essere indistintamente individuata in vostra madre, vostra nonna, vostra moglie o la vostra fidanzata, dice che gli uomini si dividono in due categorie: quelli che si sanno fare il nodo alla cravatta e quelli che, invece, non lo sanno fare e non hanno la minima intenzione di imparare. Leggenda narra che i primi siano persone più mature, rispettabili, inquadrate, seppur leggermente prive di ironia; i secondi, invece, eterni Peter Pan, decisamente fuori posto in relazioni stabili, almeno tanto quanto lo sono in un colloquio in abiti formali. Come ogni leggenda, però, lo scorrere del tempo e l’esame dei fatti hanno dimostrato la pressoché totale infondatezza di questa maldicenza. Ma resta il fatto che molti uomini non sono in grado, nel XXI secolo, di farsi un nodo alla cravatta come Dio comanda. E questo articolo, come il titolo preannuncia senza mezzi termini, è dedicato proprio a loro.
Se manca una donna, vi serve uno specchio. Se in questo momento, caro lettore maschio, stai leggendo con interesse questo articolo, significa molto probabilmente che la tua professione, o comunque la tua quotidianità, non ti costringe a dover obbligare il tuo collo in quel cappio di tessuto dall’indubbia eleganza, ma anche scomodità, che viene comunemente chiamato cravatta. Nelle rare occasioni in cui hai avuto quindi la necessità di indossarla, in tuo aiuto è accorsa la donna a te più vicina. Sì, perché nonostante la cravatta sia un accessorio notoriamente maschile (anche se la moda ha oramai sdoganato l’androginia del vestiario femminile), per qualche imperscrutabile motivo molte donne sanno fare il nodo alla cravatta meglio di tanti uomini.
C’è però la possibilità che un giorno vi ritroviate nell’immediata necessità di indossare una cravatta e siate completamente soli in casa. Che fare? Niente panico, siamo qui per questo. Per prima cosa è necessario uno specchio, perché, soprattutto quando si è alle prime armi con la difficile arte del nodo alla cravatta, osservare ogni movimento è fondamentale. Ponetevi dunque innanzi ad uno specchio di discrete dimensioni, che vi rifletta fino al torace. Alzate il colletto della camicia e posizionate la cravatta. La “gambetta” (tenetela alla vostra sinistra), ovvero la parte più “magra” e stretta, dovrà raggiungere la cintura se siete uomini di media altezza, mentre, nelle persone più alte, dovrà fermarsi appena prima della cintura. Ora comincia la parte difficile.
Tutta questione di gamba e gambetta. Adesso asciugatevi il sudore e concentratevi. Giusto al di sotto del collo, incrociate la gamba sopra alla gambetta. Essendo la gambetta la parte stretta della cravatta, la gamba è la parte più larga. Immediatamente fate scivolare la gamba sotto la gambetta, creando un primo “abbraccio” tra le due parti, e poi nuovamente portate la gamba davanti alla gambetta. Riepilogando: sopra, sotto e poi di nuovo sopra. Facile no? Anche se non lo pensate, dite di sì, perché se avete trovato complicati questi passaggi, difficilmente riuscirete a continuare. Quindi sì, facile. A questo punto controllate che non ci siano grinze e fate passare la gamba verso l’alto sotto la cravatta, posizionando il vostro indice (ben saldo) nel nodo in formazione. Togliete il vostro indice e fate scivolare la gamba nell’anello che si è venuto a creare. In questo passaggio ci vuole fermezza, destrezza e cautela: tre qualità di cui non tutti gli uomini sono dotati. Per questo vi consigliamo di allenarvi un po’ prima di procedere al nodo definitivo.
In ogni caso, una volta che la gamba è entrata nell’anello da essa stessa creata con il suo “abbraccio” alla gambetta, tirate verso il basso l’estremità della gamba e sistematevi attorno al collo il nodo che s’è venuto a creare. Esatto: ce l’avete fatta. Molto probabilmente la prima volta farà schifo, come anche la seconda e la terza. Ma l’orgoglio che proverete in quel momento vi porterà a provare e riprovare, notando netti miglioramenti nella vostra nuova arte.
Questo video riepiloga i passaggi esposti in pochi secondi:
Una vasta scelta (troppo vasta). La bella notizia è che ce l’avete fatta. La brutta è che il nodo che abbiamo appena provato insieme a fare è noto come “nodo semplice”. Infatti questo è ritenuto quello più comune e anche un po’ meno elegante. Per un colloquio di lavoro o un’occasione formale, ma non troppo, va benissimo, ma in casi più impegnativi, sarebbero più indicati altri nodi, in particolare il nodo Windsor. Come già il nome lascia trasparire, si tratta di un nodo di cravatta “nobile” e assai elegante. Ha un volume importante e dà vita ad un grande trapezio rovesciato. Altrettanto elegante, anche se un po’ meno formale e un po’ più “cool”, è il nodo mezzo Windsor, il cui risultato è un voluminoso triangolone al centro del vostro collo. Meno formale di quelli appena esposti, ma più simmetrico del nodo semplice, è il nodo Pratt, che già dall’inizio fa venire il mal di testa dato che la gambetta e la gamba vanno posizionate, inizialmente, in posizioni opposte rispetto al nodo semplice (gambetta, quindi, non a sinistra ma a destra e viceversa per la gamba).
Da sinistra a destra: nodo Windsor, mezzo Windsor e Pratt
Ma, detto francamente, di questi nodi poco c’interessa visto che la nostra guida era appositamente pensata per uomini che con il nodo alla cravatta hanno sempre avuto (sino ad oggi) un rapporto conflittuale. Per questo chiudiamo con un consiglio accorato: una volta che avete ottenuto un nodo nei limiti della decenza, non disfatelo e sfilate la cravatta dalla testa.