Un chiosco un po' appartato, ma...

Consiglio su dove mangiare a Expo se proprio volete andare sul sicuro

Consiglio su dove mangiare a Expo  se proprio volete andare sul sicuro
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A Expo non c’è certo il rischio di restare a bocca asciutta. Approfittando del tema, si può dire che non ci sia padiglione che non presenti una sua proposta alimentare, dalle più sofisticate sino a quelle più commerciali (i carrettini di Algida girano in lungo e in largo per il Decumano...). È facile prendere fregature, soprattutto in giorni di grande affollamento, quando le strutture lavorano sopra i loro standard senza badare troppo alla qualità. Ci sono però dei posti dove si può andare e essere tranquilli sotto ogni punto di vista: prezzo e qualità.

Il più raccomandabile di tutti è il chiosco che Davide Oldani ha aperto in un luogo un po’ appartato e che quindi resta abbastanza al riparo dagli assalti della grande folla. Il chiosco è posto sulla destra del Padiglione Zero, praticamente al confine dell’area Expo, affacciato sul canale che circonda l’area stessa. Oldani, per i pochi che non lo conoscessero, è un cuoco stellato che avendo il suo ristorante a Cornaredo, frazione di Rho, a pochissimi chilometri da Expo, non poteva certo tirarsi indietro. Oldani ha anche un’altra caratteristica: è un cuoco stellato che però non vuole essere un cuoco per pochi. Così nel suo ristornate tiene prezzi accessibili anche ad un utente non ricco. Per andare a mangiare alla sua tavola bisogna solo mettere in conto un po’ di pazienza, perché con questa fama e questi prezzi ci si deve prenotare con molte settimane, se non mesi, d’anticipo.

 

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Ad Expo invece, se si è fortunati le cose sono più semplici. Al piccolo chiosco (che è gemellato con Bianchi: Oldani è un appassionato cicilista), ci si mette in fila per poi andare a mangiare sotto i tendoni allestiti con eleganza e semplicità, con tavoli di design Kartell a scacchi bianchi e neri. Oldani in sostanza invita ad un piatto unico, pensato appositamente per Expo: un risotto allo zafferano: un piatto meneghino che più meneghino non si può. Come lui stesso dice, «per far conoscere al mondo il gusto di questa città». Un risotto, cucinato esclusivamente con riso Carnaroli, nello specifico un blend di due risi di diversa stagionatura, 12 e 18 mesi, e uno zafferano prodotto da una piccola e giovane impresa di Varedo (Monza Brianza).

«Il tema più rilevante di Expo è l’alimentazione sana», ha detto Oldani. «Solo con dei grandi prodotti di qualità si può fare grande cucina e una cucina del benessere». Il risotto pensato per Expo è come lui dice «un piatto caratterizzato dalla cucina del levare, come la chiamo io: cioè levo le parti pesanti e superflue della tradizione e alleggerisco, al tempo stesso però valorizzo il più possibile le materie prime, con cotture e procedimenti che permettano di rendere al massimo sapore e profumo. Punto sugli ingredienti fin dal nome della mia ricetta, che non si chiama più risotto, ma zafferano e riso». Lo chef concede anche un dettaglio sulla ricetta: «Ho fatto un'infusione di zafferano e una base di riso bianco cotto non come da tradizione con brodo e cipolla, ma con acqua, così da renderlo più leggero».

 

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Il risultato è un piatto fantastico anche alla vista, da vera cucina-design (Oldani ha disegnato anche i piatti che vi vengono serviti): il bianco del riso è decorato con la spirale dorata dello zafferano.

Ultimo dettaglio, non secondario: il piatto di risotto costa 10 euro. Quindi Oldani conferma la sua linea di alta cucina alla portata di tutti i portafogli. Se poi si vuole concludere con un dolce, c’è da sbizzarrisi. La mousse di cioccolato ad esempio è quasi da perdere la testa. E ve la portate al tavolo per 4 euro. Più o meno come i gelati commerciali venduti da quei carrettini...

 

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