Crucci e problemi di una commessa La carica delle madri con prole
Cosa c’è di più bello di una mamma con il suo bambino? Siamo tutti tendenzialmente d’accordo su questa frase, fino a quando non diventiamo commesse e le mamme sono le nostre clienti. Cambi di stagione, inizio delle scuole, inizio delle vacanze, festività. C’è spesso un’occasione per una mamma shopping-compulsiva, e quale scusa migliore che trascinare i propri figli con sé?
Problema uno: l'ingombro passeggini
Le vedi arrivare da lontano, con passeggini e piccoli mostri al seguito. Se la mamma è solitaria c’è ancora speranza che si possa trattare di un raro esemplare di madre ragionevole. Ma se è in arrivo il branco, allora per l’ordine del tuo negozio non c’è speranza. Al naturale caos esuberante di bambini con la stessa educazione di Mowgli, si deve sommare la spensieratezza del branco di donne dalla chiacchiera sciolta. Passeggiano nel centro commerciale come se fossero in aperta campagna, lasciando che i loro animali domestici che si ostinano a chiamare figli scorrazzino lanciando i loro richiami.
Passeggini con la stessa stazza di un trattore (e anche gli stessi copertoni) trasportano l’intero corredo del bambino, la merenda, la cena, la borsa della mamma, il cane, una scarpa e forse anche la nonna. Praticamente se ti investono sei morto. Chiacchierano a ruota libera di argomenti di alto interesse, come i denti di Tizio, i compiti di Caio, le croste lattee di questo e la cacca di quello, e prese dal furore argomentativo non governano a dovere i loro camion a rimorchio. Immancabilmente il passeggino si troverà proprio davanti alla porta di ingresso o magari proprio dove tu devi inserire la merce. «Scusi signora, non ci passo» dici tu con una cortesia che hai riesumato dai tuoi Natali passati. «Oh scusa, ma sai, quando hai un bambino è così». Così. Così come? Hai partorito anche il passeggino cingolato insieme all’alieno? Oppure hai perso le percezione dello spazio in seguito alle doglie del parto?
Problema due: il bimbo acchiappatutto
Ovviamente poi bisogna fare i conti anche con il passeggero del mezzo, il bambino. Dovete sapere che una legge della fisica poco nota ai più prevede che un bambino aumenti esponenzialmente la sua capacità di afferrare appena varcata la soglia di un negozio. Afferrano cose come se non ci fosse un domani, scagliandole lontane o ficcandosele in bocca, con una cadenza irregolare che rende il tutto ancora più divertente. Una seconda legge della fisica molto ben nota alle commesse, invece, prevede che, contemporaneamente, appena varcata la soglia del negozio, la capacità educativa della madre svanisca improvvisamente, forse neutralizzata dall’effetto farfalla. In parole povere, la reazione massima di una madre mentre il figlio scaglia lontano una scarpa, sarà la seguente: «Dai...». Dai, puntini puntini? Di solito allora io mi avvicino e attingendo cortesia dai miei Natali futuri le dico: «Scusi, suo figlio sta prendendo un po’ di cose, potrebbe stare più attenta?».
Allora lei, ripresasi dalla trance estatica, strappa di mano l’ultimo oggetto al bambino, che ovviamente strilla come un cigno morente non capendo perché proprio quell’oggetto gli venga proibito e gli altri trentacinque no. «Cattivo Ermengardo Kevin, guarda che la signora ti sgrida!». Vi inviterei a riflettere, madri che siete alla lettura. Per prima cosa io non sgriderò tuo figlio assumendo la parte della commessa isterica che riprende il piccolo, togliendoti il doveroso piacere di fare la madre rompiscatole e guastafeste. Per seconda cosa, signora a chi? Fino a prova contraria qui quella che ha figli sei tu. E da ultimo, o tu e il piccolo ET mi sistemate il negozio oppure potete uscire. Quanti pensieri dietro un solo sorriso, vero?
Problema tre: il bambino deambulante
E nel caso in cui il piccolo mostro ancora non deambuli, siamo fortunate. Il vero delirio si verifica quando il bambino può scendere dal passeggino. In quel caso, ovviamente, il vostro negozio si trasformerà in un parco giochi per il felicissimo mostriciattolo, mentre la madre tranquillamente continuerà a scegliere il suo articolo come se niente fosse. Ho visto bambini arrampicati sugli scaffali, sotto le panchine, dentro gli espositori. Ho visto bambini scartare un’intera fila di merce impacchettata, gettare a terra fazzoletti, rincorrersi e buttare giù ripiani interi. E ho visto genitori giustificare il tutto dicendo all’aria: «Sono bambini!».
Qui le correnti di pensiero si dividono in due. Ci sono le commesse rassegnate, che si affrettano a servire la madre sperando che porti fuori il tornado prima possibile, e tutt’al più lanciano sorrisetti nervosi. E poi ci sono le commesse agguerrite, che, con sistema educativo testato e approvato, bloccano il piccolo esaltato quando si trova fuori dal campo visivo del genitore e semplicemente lo terrorizzano. Sappiatelo, madri, lo facciamo. Parliamo a tu per tu con i vostri amatissimi pargoli e li educhiamo al terrore: smettila o giuro che da grande diventerai una commessa come me.