Da Windows a Skype

Dove nascono i suoni delle notifiche e perché non potremmo stare senza

Dove nascono i suoni delle notifiche e perché non potremmo stare senza
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Gorgoglii, gracidii, woosh. I microsuoni sono quella miriade di piccoli rumori che accompagnano il nostro lavorio digitale: dall’arrivo di una notifica Facebook all’invio di una mail, dall’avvio di Windows all’atto di svuotare il cestino. Si tratta di singoli suoni sintetizzati o di brevi sequenze di rumori elettronici, entrati ormai a pieno titolo nel sottofondo musicale della nostra vita nell’era della digitalizzazione. Questi familiari motivetti (Buzzfeed ha reso addirittura disponibile un audiotest per valutare la nostra preparazione  al riguardo) sono in grado non solo di sollecitare la nostra attenzione o di distrarci, ma anche di scatenare in noi importanti associazioni emotive. Quanti tra coloro che hanno vissuto per un periodo più o meno lungo all’estero, ad esempio, non hanno provato nostalgia nel sentire il rumore acqueo di una telefonata Skype che si interrompe?

 

 

Un'etichetta sonora per brand. I microsuoni nascono come esito di un’operazione di sonification: hanno lo scopo di allertarci, ma anche di trasmettere senso e consistenza a quell’infinità di gesti che fanno parte di un quotidiano digitale un po’ alienante. Un loro obiettivo secondario è quindi quello di strapparci al silenzio di attività che, grazie alla tecnologia, possono essere sempre più realizzate in solitaria. Macchine che parlano, dunque, e ci fanno compagnia. Come ci spiega bene un articolo di D-Repubblica, l’immediata riconoscibilità dei microsuoni li ha però resi anche oggetto di un’attività di Audio Branding: si sono trasformati in un sottobosco di loghi musicali che rafforzano la conoscenza e l’identificazione da parte nostra di alcune importanti compagnie del settore tecnologico. Proprio come un tempo la Metro Goldwyn Mayer aveva fatto del ruggito del leone il segno di riconoscimento della sua compagnia di cineproduzione, anche nel mondo del digitale viene messa al centro la ricerca di un’etichetta sonora per la quale vengono assoldate agenzie specializzate in  Sonic Identity. Un esempio è la iV Audiobranding, dove lavorano team di compositori, produttori musicali e sociologi.

 

 

I casi di Windows e Skype. I microsuoni possono portare firme importanti. È il caso della Microsoft che, nel 1995, chiese nientemeno che al padre della musica elettronica, Brian Eno, di comporre la sigla d’apertura di Windows. Questo motivetto memorabile, che ha conosciuto variazioni ad ogni arrivo di una nuova versione del sistema operativo, sembra scortarci nell’ingresso a un nuovo mondo come un incantesimo. Le diverse operazioni di restyling hanno rappresentato passaggi delicati, perché l’abitudine ai microsuoni porta sempre un po' a rimpiangere quelli precedenti. È stato il caso di Facebook, ad esempio, quando ha cambiato il suono delle notifiche, con disappunto di una parte importante dei suoi utenti.

Anche Skype è passato attraverso una fase di aggiornamento dei suoi caratteristici microsuoni. La prima versione dello Skype Sound era stata realizzata da Steve “Buzz” Pearce, che aveva attinto al mondo della natura, sintetizzando vento, acqua, bolle diliquido. La seconda versione, una volta che il programma raggiunse i trecento milioni di utenti, ha impegnato per mesi un musicologo inglese, Steve Milton. Oltre al fatto che il prodotto musicale fosse inconfondibile, un altro importante requisito era che i suoni non fossero riproducibili dalla voce umana. «Altrimenti sarebbe il delirio», disse Milton.

 

 

Un incubo? Non sono in pochi a domandarselo, tant’è che il sospetto che i microsuoni rappresentino, oltre che un possibile fastidio, una fonte di inquinamento acustico vero e proprio, è stato al centro di un convegno del NYC Media Lab, dal titolo Il Futuro delle Notifiche: Nirvana o Nightmare?. Il pericoloso sovraffollamento di microsuoni può essere arginato schiacciando il pulsante off dell’audio, ma stiamo contraendo una dipendenza da microsuono, perché l’assenza di qualsiasi rumore digitale è straniante e ci trasmette una spiacevole sensazione di  solitudine. Se è un incubo, non possiamo comunque farne a meno.

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