L'articolo sulla stiratrice automatica con cui Dagospia ha fatto il boom
Elezioni amministrative? Primarie Usa? O magari uno dei classici articoli piccanti su qualche vip pizzicato in circostanze poco raccomandabili? Niente di tutto questo: l'articolo più letto di sempre di Dagospia, il notissimo sito di informazione generalista di Roberto D'Agostino, riguarda le stiratrici automatiche, pubblicato il 4 giugno e cliccato da ben 390mila utenti unici, rendendo sabato il giorno di maggior gloria digitale in assoluto (450mila utenti) del giornale più irriverente d'Italia. “Dago” legge questo dato adducendone la dilagante “frustrazione maschile” come causa principale, ma si potrebbe anche pensare, semplicemente, che migliaia di donne hanno visto comparire all'orizzonte la tanto agognata via d'uscita da uno degli impacci quotidiani più noiosi. Oppure ancora, in fondo, si cela qualcosa di molto più semplice.
L'articolo in questione. Riprendendo un pezzo del Daily Mail, corredato pure di video dimostrativo, Dagospia ha raccontato del più o meno prossimo (si parla del 2018) lancio di un macchinario che potrebbe rappresentare l'Eden di tutti coloro che hanno a che fare con lo sgradevolissimo compito di stirare e piegare vestiti. Si tratta della trovata di una start up americana, di Los Angeles per la precisione, chiamata FoldiMate e che, come detto, stira e piega automaticamente gli abiti. Stando alle foto disponibili, parliamo di un elettrodomestico come tanti, forse non elegantissimo ma che affianco della lavatrice non sfigurerebbe per niente nell'arredamento di un bagno. Il funzionamento parrebbe essere semplicissimo: si inseriscono la camicia, la maglietta, i pantaloni o qualsiasi tipo di vestito, si pigia il bottone relativo e il gioco è fatto. Nulla di più e nulla di meno, poiché il lavoro lo fanno tutto dei bracci meccanici che in un batter d'occhio, grazie ad un sistema a vapore che elimina le piegature e aromatizza (se richiesto) il tessuto, stirano e piegano il capo. Prezzo di mercato previsto: tra i 600 e i 700 euro. Mica male, vero?
Il boom su “Dago”. Dagospia, che notoriamente raccoglie in giro per la rete articoli anche di questo tipo, riguardanti nuove tendenze tecnologiche e affini, non avrebbe probabilmente mai immaginato che la stiratrice automatica di Los Angeles sarebbe stato l'apice della propria quindicennale storia, in termini di utenze e click. E, tutto sommato, la cosa fa abbastanza strano, perché per quanto possa considerarsi un'eccellente novità rispetto alle incombenze domestiche, il boom ottenuto è davvero impressionante. Tanto da meritare di analizzarne la causa, cominciando dall'ipotesi proprio di “Dago”: frustrazione maschile, ovvero l'uomo che, costretto a dover sbrigarsi da solo la cura del proprio guardaroba, trova in FoldiMate la risposta a tutti i problemi, evidenziando come soggetti in queste condizione ce ne siano parecchi e anche molto affranti dallo stirare-e-piegare. Può essere. Ma perché non considerare, invece che maschi in carriera single, madri di famiglia soffocate da montagne di magliette, mutande e calzini che da ora potranno finalmente dire addio a ferro da stiro e infinite sessioni di piegamento-abiti che nemmeno in una catena di montaggio? Anche questa è certamente un'ipotesi stuzzicante. Oppure, infine, si potrebbe considerare la cosa da una prospettiva opposta: non per frustrazione, non per sfinimento o odio represso nei confronti dei doveri domestici, ma FoldiMate, magari, ha attirato tanta attenzione semplicemente perché è, obiettivamente, una cosa geniale. Uno scatolone di ingranaggi entro cui si infila una camicia spiegazzata e attorcigliata e che risputa, pochi secondi dopo, un capo di abbigliamento perfettamente piegato e profumato? Ma è eccezionale! È l'apice del potere della tecnologia, che invece che migliorare ulteriormente una situazione già considerata comunque positiva (come tradizionalmente fa), trasforma un pezzetto di realtà rovinato e inutile nel corrispettivo bello, pronto e funzionale. Una cosa che l'attenzione la calamita, eccome; anche se di mezzo non c'è rancore o frustrazione.