Come fingersi esperti di vino con gli altri presenti al tavolo
Dopo il piccolo prontuario per fingersi esperti di vino al primo appuntamento galante, questa volta tocca al piccolo prontuario per fingersi più esperto di vino di chi ti sta di fronte. La questione è un po’ più tecnica, ma con qualche accortezza riuscirete a passare per un wine influencer.
Fondamentale mantenere un’aria di sufficienza per tutta la performance. Prendete in mano la carta e con cipiglio cominciate a sfogliarla.
Chiedete con fare rassicurante cosa piacerebbe bere, anche se non vi preoccuperete della risposta.
Scartate, con precisione calcolata, tutti i grandi nomi scuotendo la testa e storcendo la bocca. State attenti a non fregarvi: non dite mai bollicine per riferirvi allo spumante, ma usate sempre Metodo Classico.
Alla domanda diretta se preferite Franciacorta o Trento Doc sentenziate: purché sia un pas dosé.
Non aspettate troppo per illustrare i vantaggi del legno grande rispetto alle terribili note vanigliate dalla barrique, contro la quale state conducendo una personale crociata. E aggiungete, dopo qualche secondo di silenzio, che come provocazione berrete solamente vini che abbiano fatto acciaio o biocemento.
Inneggiate alla possibilità del territorio di esprimersi in tutta la sua tipicità, ma evitate attentamente i vini naturali e biodinamici che ormai sono questioni troppo pop. Invocate il potere dell’ossidazione.
A questo punto, naso nel bicchiere, parlate di acidità profilanti, bocche tese, nudità di frutti, e qualsiasi altra cosa vi venga in mente ma meglio se la dite sotto forma di ossimoro.
Chiudete con il valore artistico di quei produttori che riescono a costruire il loro vino intorno al difetto o alla componente volatica e per ultimo un breve accenno alla mineralità. Sbizzarritevi con il nome di quanti più minerali conoscete e se vi trovate in difficoltà dite semplicemente: si sente la pietra.
Per evitare i tempi morti: noi siamo bravi, ma come lavorano i francesi...