Gucci, è iniziata una nuova era
Il caso Gucci è finalmente chiuso. Dopo circa un mese di profezie e mormorii, a seguito della fulminea dipartita di Frida Giannini, la fumata bianca in Casa Gucci ha annunciato il nome del nuovo Art Director della maison del gruppo Kering, il colosso del lusso che detiene il marchio fiorentino: Alessandro Michele ha fatto il suo ingresso trionfale presentando all’ultima Settimana della Moda di Milano la prima collezione uomo firmata per Gucci. In meno di sette giorni, alcuni dicono addirittura in cinque, insieme al team creativo di Gucci, Alessandro Michele ha disegnato e realizzato da capo l’intera collezione maschile per il prossimo Autunno/Inverno 2015/2016. Tutta nel segno della discontinuità.
Un debutto coi fiocchi. Niente testosterone, nessun look da macho: in passerella si sconfina tra i generi sessuali. Il look di questo nuovo corso ha subito scatenato gli entusiasmi e le critiche degli addetti ai lavori. Una collezione non convenzionale, che fa discutere, anche se di parole, nella maison della doppia G, se ne sono già spese tante. Sono circolati nomi altisonanti, ipotesi machiavelliche e scenari tragici, per colmare il vuoto lasciato dalla Giannini. Il nuovo volto al timone del marchio fiorentino che sfiora i quattro miliardi di euro di fatturato poteva essere ancora una volta l’intramontabile Tom Ford, per altri sarebbe potuto essere il visionario Riccardo Tisci, altri ancora erano convinti che il giovane stilista americano Joseph Altuzarra potesse incarnare l’essenza del brand.
La nomina di Michele stupisce, ma conferma una tradizione. Gucci, come fece in passato quando affidò a Frida Giannini la direzione della maison, ha scelto “in casa” il nuovo Head Designer delle linee uomo e donna, puntando tutto sul talento di una risorsa interna, un designer poco conosciuto dal grande pubblico, ma che durante l'ultima Fashion Week di Milano ha stupito gli addetti ai lavori presentando una sfilata-provocazione. In passerella cammina un uomo magro e androgino, un parisien che indossa con nonchalance capi rubati dal guardaroba femminile, tra cui shirt in pizzo e camicie in seta annodate al collo con grossi fiocchi. Una narrativa romantica che mette in luce innovative forme di eclettismo urbano. Un guardaroba che celebra le idiosincrasie e la libertà d’azione. Per l’uscita finale è stato scelto un brano della colonna sonora di A single man, il primo e unico film da regista di Tom Ford. Un tributo al fautore del rilancio di Gucci negli anni Novanta che segna l’inizio di una nuova evoluzione per il marchio.
Chi è Alessandro Michele. Romano, classe 1972, Alessandro Michele ha molto in comune con Frida Giannini. Come lei è romano, si è formato nella capitolina Accademia di Costume e Moda e ha mosso i primi passi da Fendi. L'arrivo in Gucci risale al 2001, con il ruolo di senior designer per gli accessori. Date le sue grandi doti e il suo senso innato per lo stile, nel 2014 ha curato il rilancio di Richard Ginori, il marchio di porcellane acquisito nel 2013 da Gucci. Come Frida Giannini, nome allora sconosciuto, scelta dalla costola di Tom Ford all’interno dell’ufficio stile, così è stato per Michele, emblema di questo nuovo corso del brand. Il nuovo direttore creativo si presenta al mondo con la sua lunga barba scura e un maglione norvegese. Pigramente ci si aspettava un Gucci a cui eravamo abituati da troppo tempo, ma il coraggio e la sorpresa hanno avuto la meglio. E da assistente-ombra è passato alle luci della ribalta in meno di una settimana. Improvvisamente incoronato. Forse era già tutto scritto. O forse abbiamo bisogno di credere, che ogni tanto il merito e la costanza hanno la meglio. Anche in Italia.