I consigli di Laura Adele Feltri. Nell'età dei single, i monolocali vanno a ruba
C’è molta richiesta per questa tipologia di appartamenti, soprattutto nei borghi storici e in Città Alta. Tante persone separate, ma anche tanti giovani: «Una volta si lasciava la famiglia per sposarsi e avere figli, adesso si va a vivere da soli»
di Luigi de Martino
I monolocali sono molto richiesti, una volta erano abbastanza trascurati come tipologia, ma nel tempo hanno scalato la classifica e oggi sono fra gli appartamenti più ricercati. Ne parliamo con Laura Adele Feltri, immobiliarista, esperta di materie giuridiche riguardanti la casa, che parla di questi locali mettendoli in relazione con quello che è successo nella società in questi anni, con i cambiamenti delle dinamiche sociali.
Quali sono gli appartamenti più richiesti in questo momento?
«I più richiesti sono a tutt’oggi i tre locali, con almeno un balcone. Il trilocale è richiesto soprattutto dalle famiglie con uno o due bambini, spesso ancora piccoli. Per trilocale si intende una casa che possiede due camere da letto, rispetto al passato sono “d’obbligo” i due bagni e, dove il secondo non ci fosse, ci deve essere almeno lo spazio per realizzarlo. Abbinare al trilocale un box o quantomeno un posto auto è diventata prassi perché rispetto al passato, quando solo i capofamiglia possedevano un’automobile, ora ve ne sono sempre più spesso almeno due. In certe zone centrali si supera l’inconveniente con abbonamenti ai parcheggi, con i permessi su strada ai residenti (che negli ultimi anni, l’amministrazione comunale di Bergamo ha messo a pagamento, mentre prima erano gratuiti)».
Altri immobili richiesti sono i monolocali.
«I monolocali stanno avendo un grande successo. Ce ne sono di molteplici tipologie. Partiamo dal classico locale ampio dai 45 ai 55 mq che diventa soggiorno/camera da letto con il bagno; altre volte si può trovare anche un piccolo angolo cottura a sé stante. Oppure, e questo incontra molto il mio gusto personale, abbiamo una grande stanza di 40 mq, un bagno e un soppalco che viene adibito a camera da letto. Il monolocale può avere un fascino particolare, soprattutto se è arredato con pochi elementi funzionali e di buon gusto, non necessariamente costosi; basta solo buon gusto: colori ben abbinati, attenzione ai dettagli».
In città dove troviamo la concentrazione maggiore di monolocali ?
«Nei centri storici: in Città Alta o anche in Borgo Santa Caterina e Piazza Pontida, per farle degli esempi».
Perché questo?
«Perché le grandi case, i palazzi appartenenti a un’unica proprietà sono stati suddivisi. Negli ultimi vent’anni ho visto i miei clienti, dopo aver acquisito un’eredità, optare per un frazionamento interno di queste residenze, fino ad arrivare ad avere anche monolocali. Secondo me, i centri storici esercitano un fascino speciale in noi bergamaschi, tendenzialmente conservatori; ci rimandano un fascino antico di vita borghese. Dal punto di vista commerciale, questi minuscoli appartamenti hanno un bel successo e vengono acquistati anche per investimento».
Chi compra questi monolocali?
«Giovani, single o coppie che fanno una prova di convivenza per passare successivamente a un immobile più ampio. La società è molto cambiata negli ultimi vent’anni: prima si lasciava la casa dei genitori per formare una nuova famiglia con accanto una persona e con il pensiero dei figli che ci sarebbero stati; così si partiva subito con metrature ampie (70-100 metri quadrati). Oggi il nostro stile di vita include l’uscita di casa per motivi di studio, lavoro, per cambiare città o semplice voglia di indipendenza, così il monolocale è la soluzione più comoda, anche per contenere le spese».
Si è più orientati alla vendita o all’affitto di monolocali?
«Decisamente all’affitto, anche perché chi possiede un monolocale in certe zone (vicine all’università in Città Alta, ad esempio) è consapevole di avere un bene prezioso, un mezzo che consente un reddito sicuro. Penso agli studenti, ai professori, agli accademici, che qui possono stare in città vicini al luogo di studio o di lavoro».
Ma oggi con la pandemia la situazione sta cambiando?
«Sì, l’università oggi pratica la didattica a distanza, i turisti stranieri sono pressoché scomparsi. Ma è una cosa temporanea, abbiamo fiducia. Quindi il momento attuale non costituisce un motivo sufficiente per vendere un immobile di questo genere. Infatti noto che i monolocali sono sempre molto ricercati, soprattutto per quanto riguarda l’affitto. Il fatto che la richiesta sia alta comporta un rapporto qualità/prezzo non sempre adeguato».
Lei parla sempre di un “buon rapporto qualità-prezzo”, lo spiega meglio ai nostri lettori?
«Io credo che tutto si venda e tutto si affitti, anche in momenti delicati come questo. È solo necessario riconoscerne oggettivamente qualità e difetti, ed essere concreti, attribuendo il giusto valore monetario che il mercato offre seguendo le valutazioni in maniera critica, attenta».
Quindi i monolocali sono sempre appetibili, sono solo cambiati le zone e i fruitori?
«I monolocali sono sempre appetibili. Io lavoro prevalentemente in Bergamo e amo in modo particolare i centri storici, anche perché sono nata in Borgo Santa Caterina. Nella mia carriera ho visitato migliaia di case, ma ogni volta che trovo un portone con uno spiraglio aperto mi allungo per guardare all’interno e ne respiro il fascino antico... se poi sono ristrutturati bene li contemplo, ammiro quello che sono riusciti a conservare e a riportare alla bellezza, mantenendo l’antico sapore».
Quindi lei ama tutto ciò che è antico?
«Amo tutto quello che è curato con amore. Perciò anche le case moderne possono essere molto suggestive, l’innovazione degli elementi architettonici e funzionali è importante. Diciamo che avere un connubio tra moderno e antico è ciò che è più vicino al mio gusto».