I consigli di Laura Adele Feltri. Vado a vivere da solo, ma il monolocale non mi basta più
Molto richiesti i bilocali anche da parte dei single, che grazie alla stanza in più possono ospitare qualche amico
di Luigi de Martino
La pandemia non ha spento il mercato immobiliare, i bergamaschi sembrano anzi più interessati a visionare abitazioni, quasi che la necessità di stare in casa per più tempo abbia accresciuto il desiderio di una casa più adatta alle esigenze di ciascuno. Ne parliamo con Laura Adele Feltri, esperta di giurisdizione in materia di casa nonché agente immobiliare molto conosciuta a Bergamo.
Come va il mercato della casa in città?
«Cercare casa o anche curiosare sui portali immobiliari è diventata una consuetudine frequente, soprattutto nell’ultimo anno. Non potendo viaggiare, chiusi negli appartamenti per il virus e lavorando da casa, è come se vedere che cosa offre la città sia una specie di “esercizio” che fa sognare; sognare di avere una casa propria, dove poter custodire gli oggetti che ci appartengono, utili o semplicemente che ci stanno a cuore. Scegliere anche solo mentalmente l’arredo che più ci identifica o quel preciso quartiere che pensiamo accogliente, magari vicino ai nostri amici, l’appartamento nella posizione che ci piani… ecco, è qualcosa che ci fa stare meglio».
Quali sono secondo lei, gli immobili più visitati sui portali?
«Da statistiche interne al mio studio, sicuramente per le coppie consolidate sono presi in considerazione appartamenti con almeno due camere da letto (detti trilocali); ovviamente ho notato che anche i bilocali (quindi immobili con una sola stanza da letto) hanno suscitato interesse e non solo nelle coppie giovani o nei single, ma anche negli investitori che poi decidono di mettere il bene a reddito».
La sorprende questo?
«Abbiamo sempre ricevuto molte telefonate per un taglio di immobile con due camere da letto, soprattutto da parte di persone che considerano l’idea di avere un figlio, in futuro. Tuttavia in questo momento storico i ragazzi e le ragazze e in generale i single considerano il monolocale troppo piccolo per le loro esigenze e i trilocali troppo grandi, così optano per un taglio che sia una via di mezzo».
Questo non accadeva in precedenza?
«No perché, di norma, il monolocale è sempre stato il primo passo per staccarsi dalla famiglia di origine. L’idea era di abitare in una grande stanza con un bagno a parte. Stanza che veniva suddivisa magari in due parti mediante un arredamento funzionale per creare un angolo cottura e un soggiorno che fungeva anche da camera da letto».
Questo cambiamento a cosa lo imputa?
«Al troppo isolamento che abbiamo vissuto, che ha inciso in maniera preponderante nei giovani, che da adesso desiderano vivere gli amici in maniera più agevole... Sento spesso ripetere la frase: “Cerco un bilocale anche se andrò a viverci da solo, per poter ospitare gli amici che vengono a trovarmi”. Si concretizza così l’esigenza di un appartamento con una cucina, un soggiorno (dove mettere un divano letto), un bagno e una camera matrimoniale».
Quindi le restrizioni serali e l’incertezza del futuro giocano un ruolo importante?
«Certamente, tutti noi stiamo vivendo giorno per giorno le conseguenze dell’epidemia e quindi anche la maggiore difficoltà di uscire, incontrare amici, socializzare, restare fuori la sera. Insomma, una piccola casa, ma in grado di accogliere e garantire alloggi a una piccola cerchia di amici è confortante».
Generalmente come sono corredati i bilocali?
«Innanzitutto dobbiamo fare un distinguo tra il nuovo e l’usato. Nelle nuove costruzioni i metri quadrati sono sempre minori rispetto alle costruzioni degli anni Sessanta e Settanta che, al confronto di oggi, erano tripudio di spazi (ampi corridoi e ingressi spaziosi erano lo standard ). I bilocali hanno metrature anche ridotte (sui 60 metri quadrati commerciali) e le camere da letto sono costruite per contenere un arredamento essenziale, i bagni ormai sono dotati per la maggior parte di una doccia al posto delle vasche da bagno; la cucina abitabile non esiste quasi più, si realizzano soggiorni con angoli cottura, che possono essere schermati da infissi a scorrimento per nasconderli quando non li si utilizza».
Quindi un bilocale in un condominio degli anni Sessanta è molto diverso da uno costruito lo scorso anno?
«Esattamente e questo è importante perché offre la possibilità di scegliere tra più soluzioni. Perciò esistono bilocali con cucine abitali, staccate dai salotti o soggiorni, o dotati di una piccola lavanderia o studiolo, oltre ovviamente alla camera matrimoniale e ai servizi, alcuni hanno terrazzini vivibili al posto dei soliti balconi. I bilocali dunque, a secondo di come e quando siano stati costruiti, possono variare dai 60 fino agli 80 metri quadrati, con eccezioni di 90 metri».
Le chiusure per il Covid-19 hanno cambiato le nostre scelte anche quando si è in cerca di un immobile?
«La chiusura ha cambiato tutti noi, nei diversi campi della vita. Per quanto riguarda la casa, credo che oggi la si consideri ancora più importante e che si la si voglia a maggior ragione adatta alle nostre esigenze. Sempre a proposito di bilocale, c’è comunque chi desidera il terrazzo, chi vuole il giardinetto, chi preferisce la cucinetta separata, chi la camera da letto più grande per attrezzare un angolo a palestra...».