I trentenni di Bergamo: «Ma chi ce lo fa fare di mettere al mondo dei figli?»
Ecco alcuni motivi per cui i giovani rinunciano a diventare genitori: «I bimbi danno troppo da fare, preferisco il mio cane». «Se mi trovate un uomo serio, sono pronta»
di Heidi Busetti (vignetta di Luca Nosari)
Gli esseri umani non si sopportano più, ed è un dato di fatto. Perché se negli anni Ottanta il sogno era quello di sposarsi e metter su famiglia, vivendo anche per il coniuge e la prole, oggi la parola d’ordine è di tutt’altra natura e risponde al concetto di libertà come assenza di ogni legame. Una libertà ricercata per molti fattori tra cui, non ultimi, la precarietà economica e la mancata fiducia nei confronti del partner.
Fare un figlio richiede tempo, dedizione e sacrifici e dunque la domanda che sorge spontanea è: «Ma chi me lo fa fare?». Appunto. Chi? Senza contare che - e questa è una sorpresa - al centro della questione non solo c’è il bambino, ma il cambiamento del partner al suo arrivo.
Temo lei, non il pupo
È il caso di Michele Mazzucotelli, 32 anni, sportivo e amante dei viaggi, che vorrebbe un figlio, ma solo «dopo aver realizzato gli otto miliardi di progetti» che ha in testa. «Attenzione - racconta -, non considero un figlio un freno, semplicemente prima di metterlo al mondo vorrei la certezza di stare con una persona che sull’educazione la pensa come me. Insomma, il mio vero ostacolo non sono le notti insonni e i biberon, ma la figura femminile. Sono terrorizzato all’idea di condividere la scelta con una persona che, come un Pokemon, si trasforma in mamma chioccia, una di quelle che conosci in moto, stretta in una giacca di pelle, e poi diventa un’assidua frequentatrice di Villaggi sulla costa adriatica, con karaoke e Spazio Bimbi. Ecco, questo mi spaventa. Anzi, mi terrorizza».
La vita non vale la pena
Ed è ancora niente. «Non vorrei un figlio, per mille motivi - racconta Amata di Turno (che ha chiesto di poter essere nominata così, vista la sfilza dei suoi innumerevoli amanti) -. Tanto per cominciare sono nichilista quindi, per me, la vita non ha questo grandissimo valore. Inoltre stiamo attraversando un momento così difficile che proprio non trovo il senso di mettere al mondo dei figli. Perché portare in vita una persona che avrà sicuramente sofferenza? Guardate, io sono così afflitta dal momento storico che mi immagino già morta e vivo nella finzione di essere un’altra».
«Ho io delle domande per voi. Per esempio: a) come te lo mantieni ’sto figlio se non hai un lavoro? b) Non credete sia troppo difficile? Io ho fratelli cresciuti come figli e quindi da bambina ho percepito la fragilità dell’essere umano. Ho capito che potevano ammalarsi, che andavano seguiti a scuola, che i sacrifici erano innumerevoli. Ma per l’amor di Dio! Quando so che alcune mie amiche sono incinta, penso: “Poverette!”. Proprio così: poverette. c) Dove trovi l’amore vero? Io ho avuto per amanti solo uomini sposati. Secondo voi potrei mai credere alla fedeltà o agli ideali della coppia? No no, sto bene così, grazie lo stesso. Certo, i bambini non c’entrano nulla. Loro sono energia e creatività allo stato puro, ti incantano con i loro ragionamenti. Ma non me la sento. Veramente, preferisco altre strade».
Trovatemi un uomo affidabile
Dello stesso avviso è Luisa Locatelli, 38 anni e make-up artist di professione, che afferma con piglio deciso: «Se mi trovate un uomo serio e affidabile, che abbia voglia di diventare padre e costruire una famiglia, io ci sono. Altrimenti chiudiamo già il discorso. Non c’è molto da dire. La mia, come quella di tante altre, è una breve storia triste!». E tanti cari saluti...