I giapponesi vietano l'ingresso ai sovrappeso

Il ristorante per nudisti nel Milanese (non ne sentivamo la mancanza)

Il ristorante per nudisti nel Milanese (non ne sentivamo la mancanza)
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Tornare alle origini, riscoprire il piacere della libertà più pura anche davanti a prelibati piatti di alta cucina. Con questa idea, a giugno, ha aperto i battenti a Londra The Bunyadi, primo ristorante della capitale britannica per nudisti. Esatto: lì si mangia solo e soltanto nudi, senza alcun vestito indosso. Nessun obbligo, i commensali possono anche scegliere di indossare una vestaglietta, ma diciamo che chi prenota lì non è certo un tipo particolarmente pudico... Manco a dirlo, il progetto di questo ristorante temporaneo è stato un successone, con 40mila prenotazioni ricevute ancora prima che il locale fosse aperto al pubblico. Il nome del ristorante, in lingua hindi, significa "naturale". Il concetto di fondo del progetto, infatti, è tornare alla «purezza priva delle trappole della vita moderna». E così i tavoli sono in legno, i piatti e le posate in argilla, gli smartphone vietati e l'illuminazione solo e soltanto a lume di candela. La cucina, invece, segue le direttrici della dieta "Paleo": senza glutine, vegan e senza latticini.

 

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[Alcuni clienti del The Bunyadi a Londra]

 

Com'è cenare al The Bunyadi. Come ha raccontato Hannah Bett del Daily Telegraph, unica giornalista che è riuscita ad accedere nel ristorante nudista londinese, la vera ubicazione del locale viene svelata soltanto a coloro la cui prenotazione è stata accettata. All'ingresso i commensali vengono condotti in uno spogliatoio, dove sono costretti a lasciare i loro vestiti e gli effetti personali in cambio di una leggera vestaglia. Sta a loro poi decidere se usarla o meno. In sala fa caldissimo. Il motivo non è noto, ma la Bett descrive la sensazione in questo modo: «Sembra di essere in un campo di internamento giapponese». Sebbene non riusciamo a capire fino in fondo il paragone (fa così caldo nei campi di internamento giapponesi?), di certo la sensazione non dev'essere piacevole. Un minimo (ma proprio minimo) di intimità è data da dei divisori di canne di bambù che dividono i vari tavoli. In realtà si vede tranquillamente attraverso, ma la prima impressione è di essere un minimo coperti dagli sguardi altrui. Il cibo è decente (anche perché di cotto c'è veramente poco) e il prezzo poco superiore ai 70 euro. Caro, ma non eccessivo visto che si tratta di un progetto temporaneo. Conclusioni: la sensazione è che si tratti soltanto dell'ennesimo affare commerciale, un’astuta mossa di marketing. L'intenzione di de-sessualizzare il corpo fa a farsi benedire una volta immersi, ignudi, nella semi oscurità. Tutto sembra appositamente studiato per portare gli avventori verso un semplice e banale voyeurismo.

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L'Italo Americano... a luci rosse. Potevamo forse noi italiani lasciarci sfuggire l'occasione di "imitare" un progetto simile? Assolutamente no, anche se, a dirla tutta, potevamo impegnarci un po' di più. Del The Bunyadi, infatti, si può dire tutto, ma non che sia stata una mossa commerciale approssimativa. Tutto era studiato nei minimi dettagli, per incuriosire e allontanare l'immagine dei nostri più bassi istinti. Non proprio lo stesso si può invece dire de l'iniziativa promossa in questi giorni da un ristorante di Cerro Maggiore, nel Milanese, cioè L'Italo Americano. Si tratta di un normalissimo locale che, abitualmente, presenta in menu hamburger e altri piatti tipici della cucina americana. Per dare una svolta agli affari, però, il titolare ha annunciato che a partire dal 15 luglio, i venerdì (non si sa ancora quanti) il locale diventerà il primo ristorante nudista italiano. In realtà, però, l'Anita, ovvero l'associazione italiana naturisti, non ha voluto dare il proprio patrocinio all'iniziativa, trovandola forse lontana dai propri ideali, che ben poco c'entrano con il marketing. Il signor Romeo, titolare del locale, precisa a Repubblica: «Non c'è assolutamente nulla di sconveniente o pruriginoso». Gli crediamo, anche se l'idea che dopo la cena gli avventori siano tutti invitati a lasciarsi andare in balli scatenati con le pudenda al vento ci lascia quantomeno interdetti. Altro neo: al The Bunyadi il nudo completo è solo un'opzione, mentre qui a L'Italo Americano pare proprio che se si vuole cenare si è costretti ad abbandonare ogni indumento.

 

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[Il ristorane L'Italo Americano di Cerro Maggiore (MI)]

 

Almeno i giapponesi son sinceri. A lasciare un po' perplessi, infine, è la "selezione" che il titolare del locale annuncia che verrà fatta tra i clienti: «Accoglieremo un single ogni cinque coppie, pagheranno 100 euro a testa, ma 50 se esibiranno la tessera di Anita. Per le coppie, invece, il costo della serata è di 50 euro a testa (79 euro su Groupon con due drink inclusi), con un dieci percento di sconto se in possesso della tessera dell’associazione naturisti». In altre parole, il buon Romeo sa benissimo che l'iniziativa attirerà soprattutto single alla ricerca dell'anima gemella (diciamo così). Il sesso nel locale è vietato, precisa, ma già il fatto che si trovi costretto a sottolinearlo fa impressione. Naturalmente ognuno è libero di scegliere se andarci o meno, ma a questo punto preferiamo la sincerità dei proprietari del ristorante giapponese Amrita, locale per nudisti che aprirà i battenti a Tokyo il 29 luglio: vietato l’ingresso a persone sovrappeso, tatuati e anziani over 60, tutti soggetti considerati uno spettacolo poco gradevole per coloro che stanno consumando il proprio pasto. Del resto, anche in cucina, l'occhio vuole la sua parte. Soprattutto in certi ristoranti.

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