La prossima frontiera dell'ufficio Portare Fido con sé al lavoro
Lo sapete cosa c’è in cima alla lista dei desideri dei lavoratori dipendenti? Non i buoni pasto, non la possibilità di avere un’auto aziendale. Il 68 per cento (di chi ha il cane, ovviamente) vorrebbe avere il proprio cane in ufficio. Il sondaggio è stato fatto a livello europeo, su un campione di 3.221 dipendenti a tempo pieno di Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Spagna e Svizzera. Per rendere più oggettivo il risultato sono state esclusi i dipendenti di aziende che producono cibi per animali, per alcune delle quali la possibilità è già diventata realtà. In Italia tra le dieci opzioni che il sondaggio poneva, il portare il cane in ufficio è al terzo posto, superata solo dal desiderio di flessibilità di orario (primo posto) e flessibilità organizzativa (lavoro da casa). Per altro la media italiana dei possessori di cani che hanno espresso il sogno di poterli portare con sé in ufficio è superiore a quella europea: sono il 76 per cento.
Come viene motivata questa richiesta? Due sono le ragioni. La prima che lasciare il cane da solo a casa è un motivo che destabilizza non l’animale quanto il padrone. Si pensa alla giornata malinconica di Fido e quindi si finisce con l’essere meno presenti e attivi anche sul posto di lavoro. La seconda ragione è che il cane in ufficio cambia il clima aziendale, rende l’atmosfera più distesa e facilita anche i rapporti tra le persone. Secondo una ricerca realizzata dal The Banfield Pet Hospital, commissionata da parte di Mars Petcare e condotta su mille dipendenti e duecento responsabili delle risorse umane di aziende americane, un animale in ufficio ha un impatto positivo sull’umore dei dipendenti (93 per cento dei casi), sulla riduzione del loro stress (93 per cento), sul work-life balance (91 per cento) e sull’attaccamento all’azienda (91 per cento).
È una convinzione che ha già conquistato le grandi aziende tecnologiche americane che con diverse modalità hanno aperto le porte agli amici a quattro zampe.Google è stata tra i pionieri e ha allargato questa possibilità anche alle filiali all’estero compresa quella di Milano. Sempre nel capoluogo lombardo la Nintendo invece ha lanciato il pet friday: il venerdì i dipendenti possono portare con sé il proprio animale domestico. Ovviamente la cosa non è senza problemi, specie quando si creano eccessi di affollamento e quando esplodono rivalità. C’è poi il fattore dei bisogni fisiologici che richiedono spazi verdi e comunque obbligano ad interruzioni sul lavoro.
Da qualche anno è stata lanciata anche la Giornata del cane in ufficio: quest’anno è caduta il 23 giugno e ha visto in prima linea in Italia due multinazionali che producono cibo per animali com Mars e Purina. Take your dog to work day è il nome della giornata, destinata a entrare nel calendario di sempre più aziende. Alla Purina, che è del gruppo Nestlé, in occasione della giornata è stato anche organizzata una sessione di esami per assegnare il Patentino del Buon Conduttore Cinofilo. Perché il rischio vero è che in azienda entrino cani con padroni che non sanno governarne i comportamenti. Allora invece di benefici si aprirebbero scenari da caos.