Al Landeau Cafè di Lisbona

La torta al cioccolato più buona

La torta al cioccolato più buona
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«Diabolicamente buona». Due semplici parole che, però, rendono alla perfezione l'idea di cosa si possa provare ad assaggiare quella che stando alle parole degli esperti è la torta al cioccolato più buona del mondo. A riassumere in maniera così sintetica quanto esplicativa la bontà di questo dolce è stato il New York Times in un articolo in cui consigliava alcune cose da fare in una giornata e mezza passata in quel di Lisbona. Sì, perché è nella città portoghese, più precisamente in R. Rodrigues de Faria 103, che sorge il piccolo cafè di Isabel Landeau, creatrice di questa leccornia la cui ricetta, però, resta un insondabile mistero.

 

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Isabel, in realtà, non è una pasticcera. Fino a qualche tempo fa la sua unica professione era quella della designer. I dolci erano soltanto un hobby. Finché i suoi amici, stregati dalla bontà della sua torta, non l'hanno convinta a condividere il proprio dono con l'umanità intera. E così Isabel s'è buttata: per 9 mesi, però, ha studiato come perfezionare quella ricetta già di suo meravigliosa, finché non ha raggiunto un livello di bontà a suo parere «perfetto». Oggi il suo piccolo locale, arredato in modo accogliente e dall'atmosfera retrò, è diventato meta di pellegrinaggio per golosi di tutto il mondo.

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La stimata rivista di cucina internazionale Food & Wine non ha esitato a definire la torta di Isabel «la miglior torta al cioccolato del mondo». Talmente buona che la ex designer non ha bisogno di vendere nient'altro, nel suo cafè. Chi va da lei, infatti, ha una scelta obbligata: torta al cioccolato e una bevanda calda. Una fetta (piccola) costa 2,80 euro, ma bastano per «provare come si sta in Paradiso» raccontano alcuni affezionati clienti. Il successo di Isabel, del suo locale e soprattutto della sua torta è stato tale che, in breve tempo, al fenomeno si sono interessati diversi media internazionali. Un'attenzione che la creatrice di questa meraviglia culinaria proprio non si aspettava, come ha candidamente ammesso a Food & Wine. A rendere ancora più magica l'esperienza dell'assaggio è, senza ombra di dubbio, lo spazio in cui ciò avviene: grazie alla propria esperienza da designer, Isabel ha dato vita a un locale quasi magico, inondato di luce e un po' vintage, casalingo ma allo stesso tempo elegante.

 

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Ma com'è questa torta? Due strati di consistenza diversa e una spolverata di abbondante cacao amaro in polvere. Dissapore ha tentato, semplicemente visionando le numerose immagini rinvenibili nel web, di capirci qualcosa in più: «Sembrerebbe una torta composta da due strati diversi: quello sottostante formato da una classica torta da forno di consistenza umida e probabilmente con una dose minima o nulla di farina, della famiglia cioè dei fondant o dei moelleux (un po’ tipo la “torta tenerella” del pasticciere Maurizio Santin, per intenderci). Mentre il secondo, voluttuoso strato – che, siamo sicuri, è quello che fa la differenza – è costituito da una morbida e avvolgente crema che, se non sapessimo che la torta è servita tiepida, potremmo scambiare per una semplice ganache montata. Sapendo però che il calore non è così amico delle ganache montate, opteremmo quindi per una mousse a base di crema al burro o di formaggio, tipo cream-cheese o anche mascarpone, per noi italiani. Ma sono solo supposizioni». Supposizioni, perché la ricetta resta un segreto che Isabel custodisce gelosamente. E come darle torto? A noi basta la continui a preparare, che prima o poi un giro a Lisbona lo facciamo.

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