L'area cuccioli al Parco cinofilo di Villa di Serio, un posto bellissimo anche per i padroni
L'assessore Falabretti: «Nel nostro paese i problemi sono tre: la sicurezza, la raccolta rifiuti e le cacche dei cani. Non necessariamente in quest'ordine»
di Ezio Foresti
Domenica mattina, 13 giugno. Il sole estivo comincia a picchiare seriamente, e all’interno dell’ampio prato circondato da alberi un centinaio di persone si rifugiano nelle ampie chiazze d’ombra. L’immagine rimane impressa, anche perché accanto a loro ansimano e sbuffano altrettanti cani. Il momento è importante, perché oggi s’inaugura l’area dedicata interamente ai cuccioli. Dopo i discorsi di rito del sindaco di Villa di Serio Bruno Rota e dell’assessore all’Ambiente, Ecologia, Parchi e Sicurezza Pasquale Falabretti, ecco il taglio del nastro.
Naturalmente il compito spetta a due “cucciole” e ai loro fedeli amici: Sara con Athena e Sofia con Axel, che ricevono anche una targa commemorativa. Spalancato il cancellino, i piccoli si lanciano all’esplorazione, e qui dentro c’è davvero tanto da scoprire, provare e, soprattutto, annusare. I più curiosi attraversano il tunnel, i più accaldati zampettano nella piccola piscina, i più pigri si limitano a stare sdraiati all’ombra del provvidenziale ombrellone. Osservati con un pizzico d’invidia dai cani più adulti, che ben presto però tornano alle loro occupazioni abituali, appostamenti, lunghe corse e baruffe giocose.
Anche stavolta l’Associazione Dog Park ha fatto le cose bene, e in grande, perché l’intero parco è stato tirato a lucido, l’erba è da green del golf e ci sono anche gazebo dedicati dove trovare informazioni sull’addestramento, ricevere consigli sulla tolettatura, scoprire commoventi storie d’abbandono e d’adozione. In più, essendo una festa d’impronta bergamasca, non possono mancare le vettovaglie, e verso mezzogiorno si sente lo sfrigolio delle costine e delle salamelle, anche se l’organizzazione ha previsto anche menu vegetariani. Naturalmente i cani presenti fremono e vivono il momento con grande partecipazione, solo un po’ raffreddata dal fatto che quelle leccornie non sono per loro, o almeno non tutte. Alla fine della giornata i coperti sono stati 120, e degli abbondanti rifornimenti è rimasto ben poco, perché la partecipazione ha superato ogni aspettativa.
Prendere esempio da un parco
«I problemi della nostra amministrazione comunale, ma non solo la nostra, sono tre: la sicurezza, la gestione dei rifiuti e le deiezioni canine, cioè le cacche dei cani, non necessariamente in quest’ordine», c’informa l’Assessore Falabretti. E non stentiamo a credergli, vista la rilevanza che assumono questi temi sui social, con tanto di delazioni e documentazioni fotografiche non sempre gradevoli. «Il fatto è che i cani hanno assunto un’importanza sempre maggiore nelle vostre vite», aggiunge il sindaco. E corrobora l’affermazione con un dato che fa pensare: in un paese di seimila anime i cani regolarmente iscritti all’anagrafe sono ben milleduecento. In pratica uno per famiglia, se si conteggiano anche gli irregolari. Si creano così due categorie, i sostenitori e i detrattori dei quadrupedi, ognuno con motivazioni solidissime. I primi parlano di fedeltà e amore incondizionato, i secondi deplorano l’inciviltà che porta a spiacevoli incontri sulle strade e nelle aiuole.
E proprio in questo può venire in soccorso il Parco, perché non c’è miglior educazione dell’esempio. «Vedere ottomila metri quadri di prato sempre pulitissimi, grazie alla gente che lo frequenta, è un esempio virtuoso che ci auguriamo possa uscire da questi confini e allargarsi a tutto il territorio comunale», commenta il primo cittadino. Quest’area quindi non è solo un luogo per far sfogare e divertire i nostri amici pelosi, ma è anche il posto giusto per educare i loro proprietari, attraverso l’emulazione positiva. Prima del congedo, Falabretti ci confida che un altro sintomo del crescente affetto per gli animali è dimostrato dal progressivo spostamento degli appellativi da “Fuffi”, “Briciola” e simili a veri e propri nomi di persona. Dubitando della scientificità dell’affermazione, gli chiediamo se possiede un cane. La sua risposta conferma l’ipotesi, perché ha un meticcio che si chiama Matilda.
Ragionare da cani è una virtù
La vita dei cani non è sempre rose e fiori, e molti di loro non hanno nemmeno qualcuno che li accudisca. Situazioni che Natascia conosce molto bene, perché le incontra ogni giorno nella sua attività di volontaria al Canile di Colzate. «Vedere un cane che si trasforma, che torna alla vita è troppo bello» ci confida, mentre il suo Koda la osserva con attenzione. «Hai la sensazione di essere davvero utile, ed è facile affezionarsi, anche se siamo un passaggio, una transizione fra una realtà spesso molto triste e un’esistenza equilibrata e serena». Verrebbe da dirlo a chi abbandona il proprio cane per noia, incapacità o semplice trascuratezza. La casistica è varia: ci sono animali che sono stati accalappiati perché vagabondi, altri provenienti da situazioni di costrizione in spazi troppo piccoli o tenuti costantemente alla catena, altri ancora rimasti orfani del proprietario, o portati al canile perché chi li possiede non si sente in grado di gestirli.