Le aziende italiane ora piacciono ai colossi mondiali della tecnologia
Il nostro Paese è spesso accostato ad un'immagine di arretratezza, soprattutto per quanto riguarda le nuove tecnologie, eppure nel giro di pochi giorni ben due aziende italiane sono finite sui giornali di tutto il mondo come esempi di avanguardia. Quali e quando?
Microsoft acquista Solair. I media internazionali sono stati costretti in questi giorni a fare ricerche su un'azienda italiana chiamata Solair, su cui pare Microsoft avesse puntato gli occhi già da tempo. Con sede a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, è nata nel 2011 creando ben presto collaborazioni importanti con grandi aziende mondiali, come Bosh, Aiwa e AEG. La produzione di Solair riguarda quello che viene chiamato "Internet delle cose", ovvero la progettazione di soluzioni che siano in grado di mettere in collegamento gli oggetti fisici con la rete. L'Internet delle cose vale attualmente, soltanto in Italia, oltre due miliardi di euro ed è in costante crescita, non è quindi strano che anche le multinazionali stiano cercando in giro per il mondo piccole realtà che rappresentino l'avanguardia delle idee in questo campo. Ad ogni modo, Solair aveva un fatturato oltre il milione di euro, un traguardo più unico che raro tra le startup nostrane ed era stata inserita in un'importante classifica di Gartner, tra le prime 16 imprese mondiali nel settore.
Il CEO di Solair, Tom Davis, ha annunciato con grande soddisfazione questa acquisizione tramite il blog ufficiale dell'azienda: «Dall'inizio la nostra missione è stata quella di aiutare i nostri clienti a raggiungere facilmente e velocemente i grandi benefici dell'internet delle cose, costruendo le nostre soluzioni basate sulle reali richieste dei clienti per permettergli di aumentare il proprio valore. Sono sicuro che la tecnologia di Solair ed il suo talento saranno in grado di dare un grande contributo all'internet delle cose di Microsoft». La partnership con il colosso americano era in realtà già iniziata da tempo, dato che l'azienda bolognese sviluppava per Microsoft alcune soluzioni sulla piattaforma cloud, in grado di ottimizzare la gestione delle aziende e di alcuni macchinari.
Fiat e Google Car. Un altro campo della tecnologia di cui ormai si sente giornalmente parlare è quello delle auto a guida autonoma, dispositivi che per ora sono lontani dall'essere commercializzati ma che potrebbero rivoluzionare la nostra vita. Apple ha fatto molto parlare di sé per i primi test effettuati a Cupertino sulle nuove Apple Car, ma secondo gli esperti l'acerrima rivale Google sembra essere leggermente più avanti con i propri prototipi. E proprio l'azienda di Mountain View ha concluso la scorsa settimana un accordo storico con FCA, che diverrà partner ufficiale per la costruzione delle nuove auto a guida autonoma.
A convincere i vertici di Google sicuramente è stato il successo che l'azienda italiana sta avendo negli Stati Uniti dalla fusione Fiat-Chrysler. Il marchio italiano è infatti rinato anche grazie al lavoro del suo amministratore delegato Sergio Marchionne. La rete commerciale e la strategia aziendale di FCA è stata considerata perfetta per la progettazione e la possibile commercializzazione delle future Google-Car. Secondo Bloomberg, l'accordo prevede lo sviluppo di circa 100 prototipi a guida autonoma basati sul modello Chrysler Pacifica, un minivan dal motore ibrido. Questi mezzi verranno usati da Google per testare la tecnologia finora sviluppata in questo campo e gli ingegneri delle due società lavoreranno insieme in una struttura nel sud-est del Michigan.
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È stato il primo accordo di questo tipo per Google che ha deciso così di lavorare direttamente con un produttore di auto per integrare i propri sistemi di guida autonoma, finora testati su propri veicoli. La partnership era già nell'aria da tempo, alcune settimane fa infatti John Elkann aveva aperto a possibili collaborazioni, spiegando che l'industria dell'auto avrebbe dovuto ricoprire un nuovo ruolo nel mercato, collaborando con Google ed Apple piuttosto che provare a competere con loro.
Future collaborazioni. L'amministratore delegato Sergio Marchionne è sembrato molto ottimista sia su questo patto sia sul futuro delle auto a guida autonoma, prevedendone la messa in strada già entro cinque anni. Nel frattempo però ha anche chiarito l'estrema libertà per altre collaborazioni simili sia da parte di FCA che da parte di Google, che si sono impegnati in questo singolo progetto senza però legarsi con un contratto di esclusiva. «Loro possono lavorare con altri - ha spiegato Marchionne all'Ansa - così come noi possiamo collaborare con altri. Per esempio c'è Apple che sta cercando. L'ho detto a Tim Cook, l'ho ripetuto ad altri: continuo a rendermi disponibile a esplorare un modello di collaborazione». Già in passato Marchionne aveva invitato i colossi della tecnologia a rivolgersi agli esperti del settore automobilistico per la realizzazione dei loro veicoli, l'abilità maturata nel settore tecnologico potrebbe infatti non essere sufficiente per raggiungere risultati accettabili. «In questo mondo nuovo - ha concluso l'ad - non possiamo chiuderci e fare una selezione unica della tecnologia: è un mercato che si sta delineando e sta prendendo forma, non ci sono scelte sicure».