Metti un piatto al ristorante Miyabi Un sushi che non dimenticherete
Non che abbia bisogno di tante presentazioni, il Miyabi di via San Francesco 5, ormai un posto noto e sicuro per tutti quelli che vogliono concedersi un pezzetto di cultura gastronomica giapponese, o anche solo una buona mangiata. Ma di certo non fa male ricordare, una volta di più, la bravura dello chef Hiko Ochai, che insieme alla moglie guida la meravigliosa cucina a vista. Perfettamente pulita e ordinata secondo rigore giapponese (che non ha nulla da invidiare a quello svizzero) ricrea agli occhi degli ospiti un angolino pittoresco dell’Isola Nipponica. Se siete fortunati e trovate posto, chiedete esplicitamente di mangiare al bancone che affaccia sul piano di lavoro. È un’esperienza estetica che completa perfettamente la vostra cena: osservare le mani del maestro all’opera.
Lo chef del ristorante Miyabi.
L'Uramaki Chef Olio Caldo. Mani da cui sono nati, oltre alle preparazioni più o meno classiche, più o meno rivisitate, i piatti speciali, tra i quali spicca il famoso Chef Olio Caldo. Tecnicamente si tratta di uramaki, ovvero un tipo di ricetta che rientra nella grande categoria del sushi e che prevede due ripieni. Il primo, più interno, di gamberi, è raccolto in un velo di alga nori, poi uno strato di riso morbido e compatto e, infine, un ultimo involucro preparato in questo caso con filetti sottilissimi di tonno, salmone e branzino. Semi di sesamo, erba cipollina e un condimento speciale, che prevede un particolarissimo olio tiepido. Il risultato è un’armonia di sapori che invita continuamente all’assaggio. Un’alchimia che lo rende un piatto memorabile e, ormai, possiamo dire, un classico. Il segreto è sempre lo stesso: grande tecnica imparata con anni di esperienza e da maestri affermati, tanta creatività e una sveglia mattutina molto anticipata per scovare tra i banchi del pesce il prodotto migliore e più fresco. Se non si parte da questi presupposti non si va da nessuna parte. Gustoso e soddisfacente ma anche leggero, proprio come il nome del locale.
Locale e atmosfera. Un aggettivo che però si applica non solo alla straordinaria cucina ma anche all’atmosfera e all’ambiente elegante e familiare. L’impressione è quella di entrare in una vera e propria abitazione, gli stessi spazi di cottura con i fornelli a gas, pentole e padelle sul piano di lavoro hanno un qualcosa di estremamente quotidiano. Pesino i frigoriferi a vista, in fondo al locale, dietro il banco, contribuiscono a formare un’aria più intima. E poi lo chef non ha nulla da nascondere.
Cosa si beve insieme al sushi? La carta dei vini piccola ma buona ha già superato l’abbinamento un po’ posticcio con il sauvignon blanc, per lasciare spazio a una discreta selezione di vini bianchi da tutta Italia, con qualche divagazione franciacortina. Per i tradizionalisti, che amano calarsi nelle atmosfere da cartolina c’è la classica birra giapponese o il sake. Quello originale, intendiamoci, quello che si serve rigorosamente freddo.
Altro che all-you-can-eat. Partendo da un piccolo locale nella capitale delle Orobie, la cucina orientale di qualità (una fetta minuscola in realtà) è riuscita a spazzare via la concorrenza dell’all-you-can-eat. Ci voleva poco direte: sì, la qualità superiore si riconosce per se stessa, ma chi avrebbe immaginato che sarebbe addirittura diventato luogo quasi di culto e primo pilastro della cucina asiatica d’autore tra i bergamaschi.
Il Kura, un nuovo Miyabi. La vera notizia però è che adesso avete anche una valida alternativa per sconfiggere il quasi quotidiano sold-out di via San Francesco. Miyabi infatti ha raddoppiato con il Kura di via Paglia: stesso stile, stessa qualità, stesso chef. Stesso successo. Dopotutto chi ama mangiar bene lo sa: Miyabi è sempre una garanzia e anzi, probabilmente, può vantare il primato di aver condotto una piccola ma significativa rivoluzione culturale.