Tra di loro diversissimi

Paolo Bonolis vs Gerry Scotti Due modi vincenti di fare tv

Paolo Bonolis vs Gerry Scotti Due modi vincenti di fare tv
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Irriverente o garbato? Qual è il vostro stile preferito nella conduzione di un quiz televisivo? La scelta non è scontata perché una condotta pungente e sempre pronta al sarcasmo può risultare affascinante ma rischia di stancare e irritare col tempo; al contrario, un tono gentile e mai severo coi concorrenti può dare una sensazione di maggior cordialità e accoglienza, ma potrebbe anche scadere nella monotonia.

Un confronto ravvicinato tra i due poli opposti in questione si è avuto qualche giorno fa su Canale 5. Il 4 gennaio infatti nella fascia preserale della rete Mediaset è andato in onda Caduta libera! di Gerry Scotti e non più Avanti un altro! del collega Paolo Bonolis. L’avvicendamento tra i due conduttori, con i loro rispettivi programmi, dà lo spunto per riflettere su due modi pressoché antitetici di fare televisione di intrattenimento.

 

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Posted by Tutto Mediaset on Lunedì 28 settembre 2015

 

Bonolis l’irriverente. Avanti un altro! è forse il miglior programma a quiz della lunga carriera del presentatore romano. In esso Bonolis può far valere tutte le sue qualità: ironia pungente, parlantina al fulmicotone, linguaggio che varia dall’aulico al popolare, sketch comici dal forte retrogusto trash con il fedele compare Luca Laurenti e vari comici. Insomma, il format (originale) pare ritagliato su misura per le caratteristiche di Paolo, che infatti domina alla grande, è padrone assoluto dello studio.

Questo però ha degli effetti collaterali: la brillantezza e la frenesia della conduzione hanno un risvolto che forse non piace a tutti. Più e più volte Paolo si fa beffe di chi gli sta davanti: spietato, approfitta di qualsiasi debolezza dei suoi concorrenti per strappare una risata al pubblico. In questo senso Paolo non si pone limiti: per dare spettacolo, non si fa scrupoli a scagliare le sue frecciate ai concorrenti, anche su questioni delicate come l’obesità, oppure l’essere un single più o meno disperato. Questa irriverenza fa sbellicare gran parte del pubblico, ma può risultare fastidiosa agli spettatori più accorti, che notano gli eccessi del conduttore.

 

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Il cambio della guardia. Il primo passaggio di testimone tra Bonolis e Scotti avvenne circa due anni fa, quando il romano lasciò per eccessiva stanchezza. Con la conduzione di Gerry, nei mesi successivi gli ascolti calarono notevolmente e molti fan si lamentarono. Analoga la sorte della successiva stagione: fino a Natale condusse Bonolis, poi Scotti, con conseguente crollo degli ascolti. Se due più due fa quattro, si capisce bene che il format di Avanti un altro! non è adatto al modo di fare del pacioso conduttore pavese. Per questo motivo, lo scorso 4 gennaio 2016, con l’apertura della stagione di Gerry Scotti non è ripartito il solito Avanti un altro!, ma è iniziato un programma diverso.

Gerry Scotti il garbato. Si tratta di Caduta libera!, già trasmesso tra maggio e giugno 2015. Vista l’incompatibilità con il programma del collega, Scotti è ripartito in questo inverno con un tipo di gioco a quiz più adatto alle sue qualità. Nelle puntate di questi giorni lo stile del conduttore di Pavia si è messo in evidenza con particolare chiarezza, anche per il contrasto con le recenti “mattanze” di Bonolis.

Una cosa è apparsa lampante: gli spettatori sono trattati coi guanti di velluto. Il conduttore instaura un rapporto di complicità con essi e non si permette mai di deriderli. Questo stile è sempre stato il punto di forza di Gerry, ma veniva quasi dato per scontato negli anni in cui il conduttore dominava i palinsesti Mediaset con i vari Passaparola, Chi vuol essere milionario? eccetera. Ci si accorge della maestria di Gerry nel creare un clima disteso e amichevole con i concorrenti e il pubblico proprio grazie al confronto con Bonolis. Magari a lungo andare ci stancheremo anche di questo impeccabile bon ton, ma una cosa è certa: il cambio a metà stagione è una scelta necessaria. Nove mesi con le angherie di Bonolis sono troppi, ma forse anche nove mesi di complimenti e carinerie alla Gerry Scotti risulterebbero indigesti.

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