Pensieri segreti di una commessa Casalinghe da brivido all'outlet
Analizziamo oggi un fenomeno abbastanza recente, una nuova moda che colpisce soprattutto le donne che si sentono “le regine della casa”. Gli outlet di casalinghi. C’era una volta il negozio di articoli per la casa dove si poteva trovare di tutto un po’, gli attrezzi più comuni utili a una corretta gestione di una dimora comune. Di che mai potreste avere bisogno? Pentole, padelle, posate, qualche elettrodomestico, piatti e bicchieri e se proprio uno vuole esagerare un frullatore a immersione. Poveri antiquati illusi.
Ora esistono gli outlet, dove ogni vostra fantasia di casalinga può essere soddisfatta e superata in un lampo. Scordatevi la semplicità del servizio piatti e pentole della nonna. Le signore entrano in questi paradisi per casalinghe con la fregola del saldo, stimolata dalla parola outlet, di cui nessuno conosce bene il significato, ma che innesca la classica reazione “è scontato-devo comprarne sei”. Si entra alla ricerca di sei bicchieri e si esce con un’affettatrice per cetrioli ultimo modello, che è un bene di prima necessità soltanto se avete una rivendita di salsa tzaziki. Essendo figlia di una madre cuoca e amante della pulizia da competizione, riconosco la compulsione da articolo casalingo quando ancora è sotterranea. La signora in questione entra nel negozio con fare svagato, facendo la seguente premessa: «Facciamo un giro qui, non mi serve niente eh, ma non si sa mai». A quel “non si sa mai” i mariti avvertono una fitta nell’area del gluteo, all’altezza del portafogli. È inevitabile, anche se spostate il contante, la fitta si sposta con esso. Subito entrata, la signora si sofferma qualche istante su una catasta di friggitrici a immersione per frutta secca, esaminando il prodotto come se se ne potesse fare un reale utilizzo.
Passa oltre, puntando decisa verso lo scaffale delle pentole. A casa ha più pentole, pentolini e padelle della cucina dell’esercito italiano, ma lei trova lo stesso che manca, effettivamente, un pentolino da wurstel per una persona. Magari nessuno mangia wurstel in casa, né tantomeno mangia mai da solo visto che la famiglia è più o meno numerosa. Ma le parole le danno ragione. Lei ha detto “manca”, mica “serve”. Mai mettersi contro una casalinga che sceglie una pentola. Ma sulle padelle è frenata, non sa dove metterle perché occupano parecchio spazio e l’esercito italiano le ha proibito di comprare altra artiglieria.
Dirotta allora sul settore pulizia, ché sull’igiene non c’è mai abbastanza attenzione. La commessa si avvicina, l’ha avvistata dall’ingresso, con l’occhio clinico del bracconiere che fiuta il pollo. Qualcosa deve riuscire a rifilarle. «Posso aiutarla signora?». «Stavo cercando qualcosa che pulisca negli spazi piccoli, sa la polvere va davvero dappertutto». «Certamente! Le mostro subito questo aspirapolvere a tubo». Alla parola aspirapolvere il marito di solito ha una piccola ischemia, dovuta al modesto assegno che probabilmente ha appena staccato a qualche venditore della Folletto. La moglie, che dopotutto tiene alle arterie del marito, e che soprattutto non può avere la soddisfazione di lucidargliele di persona, cambia versione: «No sono apposto con l’aspirapolvere, vorrei qualcosa di più preciso, non esiste un aggeggio per gli angoli?». «Ma certo, abbiamo questo lustratore di angoli per mobili in ciliegio». «Per il rovere avete niente?». Esistono almeno dieci adattatori per ogni tipo di legno esistente, ma lei ha appena adocchiato un favoloso aspiratore per caloriferi che è la fine del mondo.
La commessa ha già le pupille a forma di dollaro e estrae dalla scatola il magico oggetto, quando ecco lui, il maschio, il “pantalone-paga” della situazione che riemerge dal limbo e si impunta e sbotta: «Non serve a niente!». A questo punto la commessa saggia deve soltanto fare un passo indietro. Può godersi la scena, restare a guardare il maschio alfa che viene risistemato nel suo ruolo di porta portafogli. A volte è sufficiente uno sguardo della nobildonna, che racchiude tutta la sua predominanza casalinga, non lasciando dubbi su chi porti i pantaloni in casa né su chi li scelga. Oppure c’è la classica frase: «Quando pulirai tu, sceglierai tu cosa comprare». E poi, colpo di scena, lei lascia perdere con indignazione tutto quanto e torna all’ingresso. Afferra la friggitrice per frutta secca e la compra senza più indugiare, che «tanto a Natale c’è sempre qualcuno che ha voglia di farsi uno stuzzichino». E lascia lì il marito con un attacco epilettico da mini-pimer.