Pensieri segreti di una commessa Le sniffatrici seriali di ammorbidenti
Non di solo pane è composta la spesa della mamma. Ci sono anche detersivi, saponi, ammorbidenti e profumi.
Guai a sbagliare ammorbidente! Ricordo distintamente che da piccola accompagnavo le donne di casa a fare la spesa, e quando si arrivava al comparto detersivi era d’obbligo la sniffata seriale di tutto lo scaffale. «Non vorrai mica andare in giro con i vestiti che sanno di cattivo?». Non contraddicevo mai mia nonna, anche se mi sono sempre chiesta cosa ci fosse di così mefitico dentro il cestello della nostra lavatrice. Da commessa mi sono resa conto che non erano solo le mie parenti ad avere quest’ansia olfattiva. La maggior parte delle donne prima di comprare un prodotto lo deve annusare. Sì, questa è una turba tutta al femminile.
Ricordo bene che anni fa molto spesso le confezioni di shampoo o detersivo erano ben chiuse con della plastica protettiva o con tappi a prova di bambino. Mia mamma e mia nonna erano delle vere professioniste. Con un solo colpo di polso aprivano qualsiasi confezione, stappavano ogni tipo di flacone e ci buttavano il naso; il tutto rigorosamente in incognito, senza farsi vedere dalla commessa che non prova piacere nel trovarsi tutte le pellicole strappate. «Non si aprono le altre confezioni – mi spiegavano – ma se poi il profumo non ti piace cosa fai?». Annuivo, percependo il pathos con cui mi veniva giustificato il misfatto. Mi immaginavo scenari terribili in cui i miei vestiti puzzavano di liquami usciti dal cestello della lavatrice, o ancora peggio «non sapevano di buono». Be’, oggi le aziende che producono detersivi e bagnoschiuma ci hanno rinunciato. Non incartano più niente, non fanno nemmeno più i tappi sigillati. Più è facile da aprire, meno danni faranno i segugi da bucato nello scovare l’aro - ma che preferiscono. Come commessa (e prima ancora come bambina educata rigidamente agli ammorbidenti) ho capito che esistono tre tipi di donne:
1) L’emotiva: questa donna ha bisogno di varietà. Perciò ogni volta che le finisce lo shampoo o il detersivo, è il momento buono per cambiare fragranza. Lei vuole uno shampoo che si intoni all’umore dei suoi capelli, uno per l’estate e uno per il mare. Lava i suoi vestiti con odori diversi in relazione ai colori e conosce tutta la linea di aromi delle principali ditte di ammorbidenti. Praticamente è preceduta da un’accozzaglia di fragranze mescolate tra loro, atte a stordire gli aggressori o depistare eventuali cani antidroga. Quando si approccia allo scaffale ci passa circa due ore. Parte dall’inizio e sniffa tutto. E quando dico tutto, intendo anche la lozione anticaduta e il bicarbonato di sodio. Alla fine dello scaffale vede la Madonna ma è, non si sa come, in grado di riconoscere l’odore che le interessa. Se riesce a sopravvivere e non deve rifarsi il setto nasale, torna indietro all’inizio del reparto e pesca il prescelto bagnoschiuma: cocco e rosmarino.
2) L’abitudinaria: usa lo stesso ammorbidente dal 1876, anno di fondazione del Felce Azzurra e non cambierebbe nemmeno se scoprisse che dentro ci buttano il dado da minestra. Compra sempre quello, che ha sempre la stessa confezione da decenni; tuttavia lei deve comunque annusarlo. È quasi un istinto. Si avvicina allo scaffale e inizia la degustazione del detersivo. Svita il tappo con gesto esperto e valuta prima il colore. Se e solo se l’esame visivo viene superato, si passa a quello olfattivo. Non è scontato, badate che la nostra abitudinaria ha impresso nella retina la tonalità precisa del Felce Azzurra. Ho visto massaie svitare tutti i flaconi dell’ammorbi - dente della stessa marca in cerca del colore adeguato. Se siamo fortunate, passerà all’annusata decisiva. Scuote un po’ il barattolo per assaporare meglio l’effluvio e inspira a pieni polmoni. Nel suo naso vengono scomposti tutti gli ingredienti presenti dentro al detersivo, percentuali comprese. State pur certi che se la formula è cambiata di qualche millilitro, si rivolgeranno alla commessa (scarsamente preparata in materia) chiedendo: «Ma non avete il Felce Azzurra normale?». A questo punto potete solo pregare che in quel lotto ci sia una bottiglia di ammorbidente che corrisponda alla tabella valutativa della signora, che si sospetta lavori nell’antidroga, come cane.
3) L’impulsiva: la terza cliente viene semplicemente inebriata dall’effetto farfalla. Quando entra nel reparto shampoo ci sono troppi colori e troppe fragranze possibili, e lei perde la coordinazione. Stappa tutto, soprattutto se contenente aromi tropicali che d’estate fanno molto Caraibi anche se fate la doccia nel vostro scantinato. Lei deve sentire tutto, contemporaneamente. Fino a quando, nella
frenesia olfattiva, non si spreme un getto di bagnoschiuma direttamente nella narice, bruciandosi così tutte le cellule del naso e anche qualche neurone. A questo punto, una volta superato il bruciore, si guarda in giro circospetta, con il suo baffo di sapone in bella vista sopra al labbro. Intercetta lo sguardo della commessa che la scruta severamente fingendo che i tappi non si possano aprire, ma che in realtà vuole solo indurla a comprare il barattolo che ha schiacciato. Vinta dalla vergogna di non aver saputo controllare le sue pulsioni, l’impulsiva metterà nel carrello senza più voltarsi il meraviglioso sapone intimo allo zenzero, che se brucia nel naso figuriamoci laggiù. Ma volete mettere che profumo?