Pensieri segreti di una commessa L'assalto al caffè, ovviamente gratis
Sicuramente avrete notato che i promoter spuntano come funghi domenicali nei nostri supermercati. Ho già scritto un articolo sui promoter in agguato nella galleria, ma oggi mi vorrei dedicare a una particolare specie. Quelli che sponsorizzano prodotti dentro all’ipermercato. Se possibile sono anche meno “ambientati” di quelli che pubblicizzano telefonia e ruote triangolari all’esterno.
Come commessa mi è capitato spesso di passare i miei pranzi domenicali dentro ai centri commerciali, e di fare addirittura l’orario spezzato. Altro che polenta e coniglio, in tempi di stipendi magri nel giorno del Signore la commessa va prendersi il pranzo alla panetteria dell’Auchan. E rende pure grazie spezzando la sua focaccia con avidità. Ed è in questo momento di infelice pausa pranzo che ci si imbatte nei promoter alimentari. Ripercorrete con me la gioia delle mie pause pranzo della domenica, lasciate che vi trasporti nel nostro magico mondo.
Entri nel supermercato affamata come solo una cassiera al decimillesimo “biiip” può essere. Ovviamente entri dall’ingresso sbagliato, la panetteria e gli affettati sono quaranta corsie più giù, ma ormai sei dentro. Il tuo stomaco ruggisce e tu già da ora stai visualizzando la focaccia unta, con conseguente produzione di saliva. Passi indenne tutto il settore auto e cartoleria, svicoli tra i carrelli dei gioiosi clienti domenicali, che ricordiamolo, sono il motivo della tua presenza lì in questo momento. Ma appena arrivi nei paraggi della corsia dei biscotti, ecco che la avvisti. La promoter tipica di questo ambiente è una donna, di età tristemente variabile (ormai) dai diciotto ai sessantacinque. Ha di solito un vestito ridicolo, con la tinta della confezione dei biscotti o un salame appeso al collo. Comunque deve essere scomoda, come prevede l’antica legge dei promoter, e difatti ha i tacchi o i trampoli o deve proporti dolcetti stando sull’alluce.
Ti vede, tu la vedi. Lei ha già un piattino incorporato nel palmo, dove ha sbriciolato letteralmente un biscotto, ma potrebbe benissimo essere segatura. Tu non vuoi un biscotto, sono le due e vorresti piuttosto arrostire lei, ma verosimilmente lei non ha fermato nessuno da tre ore e i frammenti nel piatto sono la prova della sua isteria. Allora ti fermi, e pensi che potresti anche fare un aperitivo dolce. Ti sorbisci tutta la storia del nuovo gusto e formato del dolcetto, che a te sembra esattamente lo stesso di vent’anni prima, ma così la sganci in modo gentile e prosegui. Ora purtroppo hai la bocca impastata di zucchero, ma guarda caso sull’altra sponda della corsia ce n’è un’altra, che sta giusto sponsorizzando una nuova bibita ai gusti tropicali. Sei sospettosa, “gusti tropicali” non è proprio preciso e potrebbe anche essere corteccia di palma o terriccio di giungla. Comunque la bocca ti si è felpata, e svicoli tra alcuni bambini per strappare un po’ di succo alla ragazza tropicale vestita probabilmente da banana. Ahimè, il bicchiere di succo è grande più o meno come un ditale da sarta e ce ne vorrebbero dieci anche solo per intaccare lo strato di colla che hai sulla lingua. Decidi quindi di arrivare in fondo velocemente e comprare litri di acqua, ma in mezzo alla corsia stavolta c’è un gruppo di persone.
Se fossimo in un altro Paese ci sarebbe una coda lunga ma ordinata, ma questo è il tipico esempio di coda all’italiana: modalità gregge. Tutti stanno assaltando non si sa bene quale banchetto. Non puoi evitare di passare in mezzo a loro, è la via più breve verso il tuo pranzo. Cosa potranno mai cercare di scroccare tutte queste italianissime persone? Ovviamente caffè. Se c’è una promozione che tira, cari geni del marketing, è quella sul caffè. Che siano cialde o polvere o chicchi, se c’è del caffè gratis le persone lo vorrebbero anche a costo di schiacciare la loro progenie sotto a un carrello. Alcuni prendono anche due bicchierini alla volta, uno anche per il cane e uno d’asporto per la suocera a casa. Non compreranno mai nulla, la promoter morirà di ipertensione senza averne bevuto nemmeno un goccio, ma a sera avrà svuotato il suo banchetto.
Ti viene messo in mano un caffè, che dopo il succo dei tropici e il biscotto completa alla grande il tuo aperitivo e cementa definitivamente i tuoi denti. Oltrepassi con fatica il muro di scrocconi caffeinomani e pensi di essere ormai giunta al tuo pranzo. La sto facendo difficile? Per due assaggi, dici tu. Illusa, sei solo a metà supermercato.