La sperimentazione

Il telelavoro fa risparmiare tempo Un’ora e mezza al giorno in più

Il telelavoro fa risparmiare tempo Un’ora e mezza al giorno in più
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Con il progresso e le nuove tecnologie, l’importante è avere un computer, una buona connessione a internet e un telefono. Nulla più. Andare in ufficio non è vitale, perché il 90 per cento del lavoro lo si può fare in «remoto», come dicono gli esperti, ovvero collegandosi anche da zone remote ai server aziendali che contengono dati e applicazioni. Lo smart working, così si chiama il telelavoro all’americana, sta diventando realtà anche da noi. Una sperimentazione nella Bergamasca nell’ultimo triennio ha coinvolto più di mille impiegati. Ne è risultato che si risparmia tempo (90 minuti al giorno) e ci sono ricadute ecologiche: non si usa l’auto ne altri mezzi,  quindi nel giro di sei mesi è stato possibile evitare 64 tonnellate di emissioni di CO2.

 

 

La flessibilità che fa bene. Negli ultimi tre anni, nella Bergamasca oltre mille dipendenti hanno partecipato a questo esperimento di lavoro telematico, fuori ufficio, grazie a un bando dell’Ats. Ora si riparte: per il prossimo triennio, dal 2017 al 2019, alle aziende della scorsa edizione - Abb, Banco Bmp, Ubi Banca, Volvo Group Italia e Italcementi - si aggiungerà la Sanpellegrino. Certo, l’impiegato viene maggiormente responsabilizzato e deve saper organizzare il proprio tempo. Se lo fa con efficacia, però, può capitalizzare quello che gli resta libero, di tempo. «I lavoratori sono soddisfatti — ha detto al Corriere della Sera Bergamo Stefania Cazzarolli di Variazioni, società che coordina il progetto —, ogni giorno hanno guadagnato 90 minuti di tempo. E in sei mesi abbiamo evitato 64 tonnellate di CO2». In media, sono stati dai 2 ai 4 i giorni al mese di lavoro fuori sede.

Ubi über alles. Ubi ha fatto scuola perché sono stati ben 300 i lavoratori coinvolti: 130 a casa, il resto in spazi di coworking, fino a 5 giorni al mese. Però entro il 2020 l’istituto di credito vuole arrivare a quota 2 mila, perché già da questi tre anni ne è sortito un risparmio di 600mila chilometri di viaggi in auto. Abb ha concluso 70 mila ore di sperimentazione e la sede di Dalmine è risultata la seconda del gruppo nella classifica interna. «Cominciamo a controllare da remoto parte degli impianti — ha detto Chiara Bisconti di Nestlé Italia, la multinazionale proprietaria della Sanpellegrino, al Corriere Bergamo —. Nello stabilimento di Ruspino lavorano 500 persone: i 140 dirigenti fanno già smart working, ora toccherà a tutti gli altri». Oltre ai Comuni di Bergamo (con una trentina di addetti) e Val Brembilla (il promotore), all’iniziativa hanno aderito anche Dalmine, Treviolo e Ponteranica.

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