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A Ponte Nossa il Mas sale sul Pés: i mattoncini Lego di Aron e Ruben commuovono il paese

Quando la fantasia supera la realtà della pandemia: impazza il video di due bambini che insieme a papà Ivan hanno ricostruito la tradizione. Un'idea resa efficace da suoni originali e tanta passione

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di Giambattista Gherardi

E anche quest’anno, a Ponte Nossa, il “Màs è salito sul Pés” (il Maggio è salito sul Pizzo). Nessuna violazione del lockdown dovuto alla pandemia, ma la geniale intuizione di mantenere viva una tradizione attraverso l’iniziativa di Aron e Ruben Cabrini, rispettivamente 9 e 12 anni, che coadiuvati da papà Ivan hanno ricostruito grazie ai celeberrimi mattoncini Lego, con dettagli a dir poco emozionanti, l’antichissima tradizione che a primavera coinvolge la comunità di Ponte Nossa in vista della festa dell’Apparizione, che si celebra ogni anno il 2 giugno.

Il “Màs” è un grande abete (di norma alto anche più di dodici metri) che viene tagliato dopo la metà di aprile nei boschi di Ardesio e consegnato ai “Soci del Màs” di Ponte Nossa, che provvedono a trasferirlo in paese con corteo festante, banda e benedizione del parroco. Tutto evidentemente annullato a causa della pandemia, così come è stato annullato il trasferimento dell’abete sulla sommità del Pizzo Guazza (o Corno Falò), che domina l’abitato e dove è posta una statua della Madonna. L’abete, issato a fianco della statua, viene poi bruciato la sera del 1 giugno, vigilia dell’Apparizione. Il trasferimento in quota, lungo le ripidissime pendici del Pés è da sempre programmato il 1 maggio.

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Aron e Ruben, che nonostante la giovane età già hanno assistito al trasferimento dell’abete a forza di braccia, hanno ricostruito le fasi del trasporto attraverso i mattoncini Lego, di cui sono appassionati. Hanno provveduto a sceneggiatura e riprese video nel giardino di casa, con la consulenza di papà Ivan per il montaggio. Decisivo, per suscitare genuina commozione in tanti nossesi, aver corredato il video con l’audio originale (il suono della banda, le voci e le fatiche di chi porta l’abete) di una delle scorse edizioni.

Quella del “Màs” di Ponte Nossa è una storia unica e affascinante, che affonda le proprie radici nei riti del calendimaggio, allegoria pagana del ritorno alla vita e della rinascita della natura a primavera. Il rito del “Màs” (cioè l’albero di cui sopra) è sopravvissuto nel tempo proprio per la sovrapposizione (avvenuta anche altrove) fra la tradizione pagana e quella religiosa avviata dall’evento miracoloso del 2 giugno 1511, quando un affresco raffigurante la Madonna in contrada Campolongo (ove ora sorge il Santuario che è anche chiesa parrocchiale) pianse sangue. Una giovane del posto deterse l’effige mariana e del suo racconto fu redatto addirittura (primo caso in Italia) un atto notarile.

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«Ad Ardesio - sottolinea Sergio Castelletti dei Soci del Màs - c’è una specifica voce negli Statuti del 1507 in cui i consoli del comune davano il permesso ai giovani “in calenda di mazo” (maggio), di tagliare “uno legno di pagera”. Recenti ricerche della studiosa Renata Carissoni Cossali di Parre hanno consentito di rintracciare una multa del 1543 di 5 soldi comminata alla “compagnia del Mazo” per il taglio di un albero in un’area denominata Butèl. Un’ulteriore conferma di come la tradizione nossese possa vantare certamente più di cinque secoli di storia».

La storia del Màs di Ponte Nossa è documentata da un cortometraggio realizzato nel 2015 dal regista Giorgio Affanni. Nel film, intitolato Màs - Il sacrificio della montagna e prodotto dall’associazione NossAntica, ci sono il senso e l’essenza di una tradizione che meglio e più di tutti racconta la storia tenace e intensa di una comunità e della sua Valle. L’idea di raccontare tutto questo attraverso i mattoncini Lego e un video non è assolutamente banale: per tramandare alle nuove generazioni lo spirito di un’antichissima tradizione ben vengano (pandemia a parte) tecnologia e, soprattutto, tanta fantasia.

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