10 frasi in bergamasco per dire: «Svegliati!» (e nessuna è gentile)
Il nostro peccato capitale per eccellenza è l’accidia, tradotta nel prosaico “òia de fà negót” o nel più elegante, misterioso e malinconico “iga la biligòrnia”. Non a caso proliferano i modi di dire che hanno lo scopo di indurre rapidamente all’azione i colleghi, i figli o i coniugi. In alcune situazioni quella che è in gioco è la velocità dell’intelletto. Questo dimostra che non siamo poi così limitati all’attività fisica.
1) Dèsdet fò
Così sbotta, a volte in modo indelicato, il capo o il collega che vede assopirsi le pratiche o i lavori a te affidati per ore o giorni. Non è una frase che conviene far ripetere spesso. [Trad: Svegliati]
2) Rìa a la dé
Brusco richiamo a terminare un’incombenza, nasconde nei ruvidi monosillabi un filologico richiamo al passato. La “dé” non è altro che il latino “dies”. A volte la frase è riferita a chi sparisce per ore dal luogo di lavoro. [Trad: Deciditi]
3) Ègnen a la öna
C’è chi si disperde in mille rivoli e non riesce a dedicare la giusta concentrazione all’attività che sta svolgendo. L’invito a scegliere una direzione e a seguirla è il minimo che ci si possa attendere. [Trad: Vieni al dunque]
4) Vé fò de la bűsa
Vivace immagine di derivazione cantieristica che descrive gli sforzi, evidentemente inutili, di uscire da una profonda abulia. Se il soggetto non provvede, gli insulti sono tutt’altro che metaforici. [Trad: Tirati fuori dalla buca]
5) Ràmpa fò de la crisi
Versione aggiornata della frase precedente, sostituisce alla metafora cantieristica quella economica. Un interessante cambiamento lessicale che segnala il mutamento dei tempi. [Trad: Vieni fuori dalla crisi]
6) Tìret fò la paia del cűl
Patrimonio culturale della Bassa, l’espressione è rivolta a chi trascorre lunghi periodi di contemplazione assorto sulle proprie natiche. Con l’antipatica conseguenza descritta. [Trad: Togliti la paglia dal sedere]
7) Vé zó del murù
Così ci si appella a chi non dimostra una particolare vivacità intellettuale, o capacità di comprendere le situazioni. Chiaro il rimando al periodo in cui nella nostra terra si allevavano i bachi da seta, di cui il gelso è il nutrimento. [Trad: Scendi dalla pianta]
8) À là té che ègne a mé
Detto di persona che non brilla particolarmente per intraprendenza. In dettaglio, l’individuo aspetta sempre qualcuno che gli spiani la strada. E non è detto che voglia davvero percorrerla. [Trad: Vai là tu che vengo anch'io]
9) Dai, che l’vé sà matina
Quando il lavoro si protrae oltre il prevedibile e il lecito, è possibile che la normale giornata bergamasca, di per sé lunghissima, tenda pericolosamente verso le 24 ore. Da lì il perentorio invito. [Trad: Dai, che arriva mattina]
10) Te sarét mia zamò stöf
Premurosa interrogazione rivolta di solito a un novellino, dopo le canoniche 12 ore di un lavoro massacrante, nei campi o in cantiere. Ovviamente la risposta consiste nel sollevare senza fare una piega l’ennesimo covone, o sacco di cemento. [Trad: Non sarai già stanco]