In bergamasco

10 frasi sulla crisi di governo

10 frasi sulla crisi di governo
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Nella nostra concretezza, cominciamo a spazientirci per i modi e i tempi della politica che, a dir la verità, non ci è mai andata tanto a genio. Trame, accordi e mutamenti repentini d’opinione ci lasciano sconcertati, noi che siamo abituati a dire pane al pane e vino al vino. E poi queste lungaggini bibliche contrastano con la nostra mentalità pratica. Noi avremmo da tempo messo tutto a bolla.

 

1) Ma gh’él amò ol PD?

Formula che viene di solito utilizzata per verificare la permanenza in vita di persone da tempo sparite dalla scena pubblica. Il suo impiego in campo politico ha un evidente retrogusto sarcastico. [Trad. Ma c'è ancora il PD?]

 

 

2) Adèss i è töcc maestri de la costitüssiù

La polemica sul gesto di Mattarella ha innescato una reazione a catena di post e commenti, dove anche persone insospettabili hanno mostrato una sorprendente conoscenza della Costituzione e dei suoi articoli. [Trad. Adesso sono tutti maestri di costituzione]

 

 

3) Ghe capésse dét negót

Onesta ammissione di persone che, nella loro semplicità, sono frastornate dai percorsi non sempre rettilinei della politica. Questo in privato. Il pubblico invece ostentano un’invidiabile chiarezza di idee, di solito sbagliate. [Trad. Non ci capisco niente]

 

 

4) Ü dé i è söl pir, ü dé i è söl póm

Inutile dire che non ci piacciono i frequenti cambi di posizione e di opinione che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. Tradizionalisti da sempre, guardiamo con sospetto i mutamenti troppo repentini. [Trad. Un giorno sono sul pero, un giorno solo sul melo]

 

 

5) Cóssa ghe èntrela la Mèrkel bióta?

Si è assistito persino all’incongrua comparsa nelle bacheche social della premier tedesca in costume adamitico. A prescindere all’autenticità dell’immagine, che gira da anni, ai più sfugge il nesso tra analisi politica e voyeurismo. [Trad. Cosa c'entra la Merkel nuda?]

 

 

6) A m’ghe l’ài o mia ol goèrno?

Stanchi di seguire le vicissitudini politiche, rinunciamo a seguire la cronaca e ci occupiamo delle nostre incombenze quotidiane. Sulle quali l’esistenza o meno di un governo non sembra incidere più di tanto. [Trad. Ce l'abbiamo o no il governo?]

 

 

7) A m’seìta a votà per ol per negót

Legittima sensazione di sconforto quando si apprende che le proprie indicazioni di voto sono state, in parte o in tutto, disattese. Ancora di più è fastidioso il senso di avere compiuto un gesto inutile, per noi che leghiamo sempre a un’attività un obiettivo e un risultato. [Trad. Continuiamo a votare per niente]

 

 

8) A fàe piö a la svèlta a fà sö la cà

Il nostro orgoglio edile si risveglia anche in chi non sa nemmeno com’è fatta una cazzuola. C’è da dire che il paragone con la nostra celerità costruttiva e il pachidermico procedere della politica è a volte impietoso. [Trad. Facevo più alla svelta a costruire casa]

 

 

9) ‘Ndarài decórde?

Preoccupazione che viene esternata dalle parenti più anziane prima di un matrimonio, e dagli elettori dopo un accordo. Insomma, si passa da un significato all’altro della parola voto, dove il primo è la scelta e il secondo è l’augurio. [Trad. Andranno d'accordo?]

 

 

10) I gh’ìa mia de tocà ol presidènt

Per un antico retaggio che deriva dal rispetto per il padre e per tutto ciò che rappresenta l’autorità e la saggezza, alcuni di noi hanno mal tollerato le aggressioni al Presidente della Repubblica. Inutile dire che altri hanno agito in maniera completamente opposta. [Trad. Non devono toccare il presidente]

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