10 frasi dei mariti bergamaschi
Tra le pareti domestiche il marito non detiene certo il primato delle conversazioni. Facilitato dalla sintesi della nostra lingua, raramente si spinge oltre la manciata di monosillabi. Eppure riesce spesso, non per sua volontà, a irritare la consorte. Baruffe minime, che non incrinano un'intesa consolidata. Ma stabiliscono che il concetto di “capofamiglia” non è così semplice da definire.
1) Ta ède gna töta
Per l'innamorato la propria donna è una visione celestiale, così ricca di virtù da non riuscire ad abbracciarle tutte con uno sguardo. In seguito cominciano i problemi alla vista. [Trad. Non ti vedo neanche tutta. I don't even see you whole.]
2) Gh'è prónt?
Tre parole per una domanda retorica. Il pranzo o la cena dovevano essere pronti esattamente all'orario stabilito, per decenni. Oggi i costumi sono cambiati, e i mariti hanno abbandonato spontaneamente la richiesta. [Trad: È pronto? Is it ready?]
3) A l' löcia
Frase sussurrata a mezza voce, nel dormiveglia, con l'obiettivo di invitare la moglie ad accudire il figlio che piange nella notte. In tempi recenti non è più una prerogativa dei mariti. [Trad: Piange! He cries!]
4) Ta sé bràa dóma té
Non inganni la forma. Non si tratta di una lode alle qualità della donna che ci sta accanto. È invece la reazione all'ennesima lezione di vita, impartitaci dopo un nostro grossolano errore di comportamento. [Trad: Sei brava solo tu. Only you're good.]
5) Sét prónta?
Anche se la pazienza è tra le virtù più praticate dai bergamaschi, viene immediatamente meno quando si tratta di aspettare la pur breve preparazione a una rara uscita mondana. [Trad: Sei pronta? Are you ready?]
6) La gh'ia resù la mé màder
Considerazione da evitare accuratamente, perché dà luogo a un periodo indefinito di astinenza sessuale, al digiuno forzato e a silenzi interminabili. La riconciliazione è possibile, ma di solito è molto costosa. [Trad: Aveva ragione mia madre. My mother was right.]
7) A che guide mé
Pronunciata con tono allegro, per l'uomo è una offerta cavalleresca. Non si capisce perché, viene spesso accolta con un inspiegabile livore. E di conseguenza rifiutata. [Trad: guarda cara che guido io. Look dear, I am going to drive.]
8) Tìrem mia ciòch
La lodevole tendenza femminile alla condivisione verbale a volte viene stroncata da un'osservazione come questa, francamente insensibile. Ma, a volte, efficace. [Trad: Non ubriacarmi. Don't get me drunk.]
9) Fó chèl che gh'ó òia
Virile asserzione che proclama l'assoluta libertà del marito, e la sua facoltà di decidere in base alla propria indole. Che venga puntualmente smentita dai fatti, è praticamente una certezza. [Trad: Faccio quello che ho voglia. I am gonna do what I want.]
10) Ta èdet i mé ögiài?
Dalla visione sublime dei primi anni, alla vista precaria della terza età. Sembra comunque che la moglie conservi meglio la facoltà di trovare gli oggetti. Da lì la richiesta, spesso ripetuta una o più volte al giorno. [Trad: Vedi i miei occhiali? Have you seen my glasses?]