Dieci frasi in bergamasco sulla crisi di Governo
Avvezzi come siamo a non fidarci troppo di chi sta a Roma e, in generale, di chi svolge un’attività che non comporta la fatica fisica e l’uso delle mani, non siamo certo stati colti impreparati. Per questo i pareri possono essere discordanti, ma una cosa ci trova tutti d’accordo: l’insofferenza
di Vecchio Daino
La crisi di governo non ci ha certo colti impreparati, avvezzi come siamo a non fidarci troppo di chi ci governa e, in generale, di chi svolge un’attività che non comporta la fatica fisica e l’uso delle mani. Per questo i pareri possono essere discordanti, ma una cosa ci trova tutti d’accordo: l’insofferenza per chi antepone i cavilli della dialettica alla gestione fattiva e concreta del benessere comune.
1. Mèi issé, a m’và a votà
Non inclini alle mezze misure, molti di noi preferirebbero un deciso colpo di spugna al lento scolorare di alleanze che non erano poi così ferree. Costi quel che costi. [Trad.: Meglio così, andiamo a votare]
2. I à peciàt
Già siamo per natura insofferenti alle situazioni che protraggono troppo a lungo uno stato d’incertezza. Se poi vi va di mezzo la nostra stabilità economica, l’irritazione supera il livello di guardia. [Trad.: Hanno stufato]
3. L’è assé ü per fa casòt
Con un certo stupore non manchiamo di rimarcare la proporzione inversa tra l’entità delle forze che hanno innescato la crisi e il loro potere contrattuale. Il sospetto è che sia stato sempre così. [Trad.: È sufficiente uno per creare il caos]
4. L’è mia ‘l momènt
Ancora in mezzo al guado di una crisi sanitaria che non accenna a placarsi del tutto, ci piacerebbe guardare con serenità almeno all’azione di chi deve gestirla. Si vede che nemmeno questo ci è concesso. [Trad.: Non è il momento]
5. I è töte 'mpiastrade
Così definiamo i balletti politici di chi promette e non mantiene, di chi assicura e poi tradisce, di chi cambia con disinvoltura casacca e bandiera. Il contrario della nostra etica ruvida e rigorosa. [Trad.: Sono tutti pasticci]
6. M’la paga amò nóter
Tra tutti questi dubbi una certezza l’abbiamo, quella di veder cambiare in peggio la nostra condizione economica, per un motivo o per l’altro. E toccarci nelle tasche è sconsigliabile. [Trad.: La paghiamo ancora noi]
7. Pöde piö èdei
A sfavore dei protagonisti di questa vicenda gioca anche la sovraesposizione mediatica, che provoca nei più sensibili una crisi da rigetto delle immagini e dei volti. [Trad. Non posso più vederli]
8. Ch’i 'ndàghe a laurà töcc
È l’esortazione più comune, quella che accomunerebbe alla nostra sorte anche i nostri politici, che vedremmo volentieri brandire una pala e un piccone per il resto dei loro giorni. [Trad.: Che vadano tutti a lavorare]
9. I mòla mia la pultruna
La nostra proverbiale saggezza sa bene che d’ideale e nobile c’è ben poco, nelle lotte per accaparrarsi fette di potere sempre più ampie. L’obiettivo, molto spesso, ha quattro gambe e uno schienale. [Trad.: Non mollano la poltrona]
10. Te ederé che i se mèt decórde
Qualcuno tra noi già vaticina un’intesa, che confermerebbe una capacità unica dei potenti, quella di sopravvivere a qualsiasi avversità, mantenendo la posizione di privilegio. A nostro discapito, ovviamente. [Trad.: Vedrai che si metteranno d'accordo]