Dal liberty di Sarnico al bögn

5 perle sulle rive del lago d’Iseo

5 perle sulle rive del lago d’Iseo
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[Foto in apertura di Linoolmostudio.it]

 

Chi vive sul lago d’Iseo sa bene che, quando si parla dei laghi del Nord, il suo è sempre l’ultimo a venir nominato (quando non se lo dimenticano direttamente). Li dicono tutti: quello di Garda, il Maggiore, quello di Lecco, arrivano fino in Svizzera con quello di Como. E quello di Iseo? È il brutto anatroccolo di turno. Eppure, chi ci abita, sa quante piccole gioie può offrire: chi odia svegliarsi presto torna di buon umore quando vede i primi raggi di sole battere sulle acque; chi ha avuto una brutta giornata non vede l'ora di tornare a casa e godersi il tramonto o la tempesta guardando dalla finestra il gran paesaggio. Ma la verità è che il Sebino offre storie e luoghi nascosti (ma neanche tanto) che, se conosciuti, siamo certi non permetterebbero a nessuno di dimenticarlo. Ne abbiamo scelti cinque, ma vi basterà una gita per trovarne tanti altri.

 

1) Il Liberty di Sarnico

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L’espressione artistica del Liberty o Art Nouveau vive tra la fine dell’Ottocento e inizio del Novecento nelle più grandi città europee come Parigi e Londra, eppure, senza andare troppo lontano, ha trovato posto anche a Sarnico. Ciò per merito dei tre fratelli Faccanoni e dell’architetto milanese Giuseppe Sommaruga, massimo esponente italiano di questo stile.

Uno dei tre fratelli, Pietro Faccanoni, fece costruire nel 1907 la villa, ora Passeri, rifacendo una secentesca filanda a breve distanza dalla piazza principale del paese; vi si trovano ancora oggi mobili e lampadari progettati dal Sommaruga.

L'altro, Giuseppe Faccanoni, fece invece edificare un’altra villa, immensa, sempre nel 1907, nel bel parco in via Vittorio Veneto. Il parco ha subito una rivoluzione morfologica con la creazione ex-novo di una penisola antistante il fronte lago, che crea una massima prospettiva sul lago d’Iseo. La dimora è fantasiosa, ricca di decorazioni floreali intrecciate a figure di animali; la parola d’ordine è variazione: dai materiali utilizzati all’imprevedibilità dell’architettura che rompe con la progettazione accademica classica.

Infine, Luigi Faccanoni vide terminata la sua villa ai confini con il comune di Predore. Essa è un esempio di fastosa casa borghese, rivestita interamente in pietra: conta trentaquattro stanze con serramenti e decorazioni liberty. Caratteristico è il ponticello che scavalca la strada: collega la villa ad un pontile monumentale sul lago.

 

2) Predore, una piccola meraviglia

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A pochi chilometri da Sarnico si trova questa piccola cittadina arroccata su un antico monte sviluppatasi a riva, illuminata dal sole e bagnata dal lago. Un territorio armonioso e dolce nel susseguirsi dei dossi lungo il filo delle creste, in cui l’unica eccezione è rappresentata dalle pendici orientali del territorio, il cosiddetto Corno di Predore, dove la roccia si erge in impervie pareti, le quali rappresentano un mosaico di rocce che affiora anche nell’arco alpino. Il paese, chiamato da molti “la piccola Sanremo”, conserva un’atmosfera d’altri tempi tra le sue vie strette e ripide e le sue casette antiche affacciate alla luce.

È qui che si ha una magnifica - e soprattutto ampia - vista sulla sponda bresciana del lago, dove d’estate è meta dei più per fare pic nic e bagni in un’acqua limpida e fresca. Proprio a riva ci sono i tesori più esposti della cittadella: la splendida villa Lanza, mirabile provenendo dall’acqua, e le terme romane, scoperte per caso e inaugurate nel 2012. L’impianto termale è stato costruito all’interno di una villa residenziale, che ha origine nel I secolo a.C. utilizzata probabilmente fino al IV secolo d.C., quando poi venne abbandonata. Il proprietario era Marco Nonio Arrio Muciano, senatore e console, attribuzione resa certa dall’ara votiva alla dea Diana, trovata nei pressi del sito.

 

3) Riva di Solto, tra il blu e il verde

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Riva di Solto è una piccola chicca che sorge tra le acque del lago e i verdi terreni delle colline antistanti. Il clima e l’ambiente naturale l’hanno resa una meta turistica estiva e adatta per la coltivazione di viti e uliveti. Nel suo borgo si respira il passato medievale, ancora intatto nella struttura, con vicoli pittoreschi e curiosi, che già di per se sono un gran tratto caratteristico.

Interessanti sono le quattro torri, testimonianza della funzione del paese come porto fortificato del borgo di Solto, posizionate in maniera strategica per l’avvistamento dei nemici che potevano giungere dal lago. Il lungo lago è mozzafiato, con vista su Monte Isola, abbellito recentemente rende questo paesino ancora più bello e intrigante.

 

4) L’orrido, il Bögn di Zorzino

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Proseguendo nel percorso verso Castro, si giunge ad un luogo di rara bellezza, un luogo suggestivo, dove si rimane sconcertati, non capendo se sia per la bellezza o per la paura di questo luogo: il Bögn (in bergamasco, bernoccolo) di Zorzino. È una bellezza naturale caratterizzata dalla varietà delle alte rocce stratificate verticalmente, accostate le une alle altre, invase però dal verde dei boschi circostanti.

Gli strapiombi sono tanto selvaggi da ricordare i toni danteschi delle Malebolge: «Così da imo de la roccia scogli / movien che ricidien li argini e ‘ fossi / infino al pozzo che i tronca e raccogli». Molte sono le leggende intorno a questo luogo, ad esempio si crede ci siano dei canali che risucchino ciò che cade nella  profondità di questa zona del lago, forse per questo un camion incidentatosi lì anni fa non fu più ritrovato. Un nuovo Triangolo delle Bermuda? Nonostante ciò è ancora metà di spericolati pronti a tuffarsi in queste profonde e infide acque.

 

5) L’Accademia Tadini, Lovere

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Il conte Luigi Tadini (1747-1829), singolare mecenate, amante delle lettere e della musica volle dedicare al figlio Faustino, morto prematuro, un’opera di cultura, da donare con tutti i suoi beni a Lovere, paese che amava. Affidò i lavori all’architetto Sebastiano Salimbeni con l’idea di costruire un palazzo di cultura per accogliere un museo e una grande sala per concerti; finiti i lavori ne uscì un palazzo testimone dello stile neoclassico in Italia, l’odierna Accademia di Belle Arti Tadini.

Nel 1827 il conte Tadini fece trasferire a Lovere  tutte le sue collezioni private, allestendo personalmente il palazzo, il più antico museo dell’Ottocento in Lombardia dopo Brera. La collezione raccolta dal conte Luigi Tadini rispecchia la varietà di interessi di un aristocratico cresciuto nel clima dell’Illuminismo lombardo, interessi infatti rivolti alle espressioni più varie dell’arte, della tecnica e della natura.

Impressionante è pensare come lo stesso Antonio Canova sia il cuore delle collezioni. Tadini ebbe con l’artista un rapporto privilegiato, tanto che fu lo stesso Canova a proporre un’opera dedicata a Faustino. Tra i dipinti di grande valore ci sono Madonna col Bambino di Veneziano e Madonna col bambino di Bellini, il Miracolo di San Cristoforo di Bordon, Il Gentiluomo del Parmigianino, Madonna e Cristo alla Colonna e Autoritratto di Hayez.

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