A proposito di maschere: ghe n’è zamò stèss de Giopì (i bergamaschi e il Carnevale)

di Vecchio Daino
Un tempo seguitissimi e attesi dalla popolazione di tutti i paesi, i rituali e i festeggiamenti del Carnevale hanno perso progressivamente di senso, anche perché il senso di rilassatezza morale e la liceità delle follie di questo periodo secondo noi sono ormai diventate parte del quotidiano. Per fortuna però dura poco e possiamo immergerci nel periodo quaresimale, molto più consono al nostro animo sobrio e austero.
1. In di paìs i fà piö negót
Il caso del tradizionale spettacolo di Urgnano, annullato per mancanza di volontari, ha fatto ricordare a molti i fasti del passato, dove in ogni paese la sfilata era un trionfo di carri e di partecipazione popolare. Vorrà dire che ci consoleremo con la sfilata di Mezza Quaresima, pioggia permettendo. [Trad. Nei paesi non fanno più nulla]
2. Ghe öl tri dé a tirà sö i coriàndoi
Non può sfuggire al nostro occhio critico la mole di lavoro necessaria a ripulire la città dopo i festeggiamenti carnevalizi. La frase è anche pronunciata da esasperate madri che hanno volenterosamente ospitato un’orda di indisciplinate mascherine. [Trad. Ci vogliono tre giorni per raccogliere i coriandoli]
3. L’è öna scüsa per indà ‘ntùren mèse bióte
Il nostro radicato senso del pudore si rifiuta di accettare un numero incongruo di centimetri di epidermide esposti allo sguardo del pubblico. Gli stessi fustigatori del costume, però, dedicano un tempo non breve all’osservazione del fenomeno. [Trad. È una scusa per girare mezze nude]
4. Fém Carneàl che l’è lónga la Quarisma
Si sa che i picchi di ottimismo sono lontani dal nostro carattere. A volte però eccediamo, e non possiamo fare a meno di richiamare l’attenzione sul memento mori che segue le gioie dissennate del Carnevale. [Trad. Facciamo Carnevale perché è lunga la Quaresima]
5. Al dé de ‘ncö l’è Carneàl töt l’an
Poco amanti del mondo contemporaneo, ci lasciamo andare a giudizi negativi sulla correttezza dei comportamenti odierni, equiparati a una perenne, poco gioiosa mascherata. [Trad. Al giorno d'oggi è Carnevale tutto l'anno]
6. I è laùr de s-cècc
La nostra magnanimità ci consente persino di tollerare queste manifestazioni così contrarie al nostro spirito morigerato. Basta che siano confinate nel recinto dell’infanzia. [Trad. Sono cose da ragazzi]
7. A gh’è ‘l teàter in Sità Ólta
I più informati non mancano di sottolineare le opportunità culturali offerte dalla nostra città, con l’implicito invito a considerare gli aspetti positivi dell’evento. A volte, purtroppo, con scarso seguito. [Trad. C'è del teatro in Città Alta]
8. L’öltem de Carneàl töcc i cópa l’animàl
Non si può fare a meno di rispolverare, in questa occasione, il proverbio dedicato all’animale bergamasco per eccellenza, anche se i nostri confinanti avrebbero da eccepire. C’è da dire che salame e cotechini mettono d’accordo un po’ tutti. [Trad. L'ultimo (giorno) di Carnevale tutti uccidono l'animale]
9. Chi de Milà i la té lónga
Con una punta di riprovazione rivolgiamo lo sguardo ai festeggiamenti del Carnevale Ambrosiano, che sec)ondo noi si protraggono oltre i limiti della decenza. Anche se in passato si diceva: Chi de Bèrghem i slónga ‘l Carneàl fina a Milà (Quelli di Bergamo l'allungano fino a Milano). [Trad. Quelli di Milano a tengono lunga]
10. Gh’è n’è zamò stèss de Giopì
Per quanto la gloriosa maschera del Gioppino ci rappresenti, non amiamo le sue molteplici, moderne incarnazioni. Vederli poi riprodursi in occasione di queste giornate non fa che esacerbare il nostro risentimento. [Trad. Ce ne sono già di Gioppini]