In via Palma il Vecchio

Gin Fish, dall’antipasto al dessert si mangia pesce e si beve gin

Gin Fish, dall’antipasto al dessert si mangia pesce e si beve gin
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I nuovi indirizzi di pesce a Bergamo sono sempre benvenuti, soprattutto quando si portano dietro una ventata di novità e un concept innovativo. È questo il caso del neonato ristorante di via Palma il Vecchio 2, in centro: Gin Fish. Il nome racconta l’intenzione, cioè combinare una cucina di mare di alto livello con uno dei distillati più importanti e apprezzati del mondo. Un’idea stuzzicante e curiosa, che si posiziona nel solco del cosiddetto food pairing, che, dopo un irruento slancio di qualche anno fa, ha abbandonato la spettacolarizzazione per rinforzare strutture che abbiano senso di esistere. Una di queste è, appunto, quella su cui si fonda il locale.

È Letizia l’appassionata e l’esperta che guida il progetto, insieme ai genitori del marito Luca, che forti di una lunghissima esperienza nel mondo della ristorazione contribuiscono in cucina e in sala garantendo un clima piacevole e una cucina raffinata. Luca e Letizia, amanti del pesce e della buona tavola in generale, avevano in mente questa idea da un po’ di tempo, ma è stato solo passando casualmente davanti al locale in vendita in via Palma il Vecchio che hanno realizzato che era arrivato il momento di mettersi in gioco.

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La ristrutturazione intelligente ed elegante ha completamente trasformato questo luogo, riportando alla luce i vecchi mattoni delle pareti ottocentesche e donando al locale una luce dal sapore internazionale, giocando sull’essenzialità di elementi e colori. Sul retro, poi, è stato preparato un piacevole dehor estivo che è, anche secondo i padroni di casa, uno degli angoli più belli del Gin Fish. Ci sono voluti tre mesi per dare una nuova anima al locale, che ha aperto le porte ai clienti a giugno, attirando i palati più curiosi e disposti a un’esperienza che si discosta leggermente dalla classica mangiata di pesce.

Basta scambiare qualche parola con Letizia per capire subito che è una ragazza molto determinata nel fare bene. Si autodefinisce una «gozzovigliatrice per istinto e passione» e si perde nel raccontare, affascinata e affascinando, il suo incontro con il gin. Ammette, lei pavese, che Milano, con la sua movida e i suoi locali sempre in fermento, sono stati una fonte di ispirazione per far nascere il progetto bergamasco, ma poi è subentrato lo studio e la dedizione per dare alla forma anche una sostanza. Non il solito abbinamento un po’ modaiolo per attirare l’attenzione, ma un’idea strutturata che si concretizza con una carta di gin che tocca le cinquanta etichette e che è sempre in costate crescita e trasformazione. Avere un numero così alto di referenze significa anche conoscere, distinguere e saper consigliare il giusto bicchiere per la giusta portata. Ed è proprio lei che gira tra i tavoli per guidare e consigliare come una sommelier, garantendo che si può costruire un abbinamento su tutto l’arco del pasto. Quasi ovvio per quanto riguarda le crudité di mare in tutte le loro forme (piatto forte del Gin Fish), dove il richiamo al distillato fresco e profumato è scontato. Meno facile da intuire, invece, è la versatilità del gin con primi piatti o addirittura con il dolce.

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Ma Letizia assicura che i risultati, per chi vuole lasciarsi guidare, sono sorprendenti. Molti ovviamente sono i prodotti stranieri, ma si tenta di dare risalto anche alle novità emergenti italiane che propongono prodotti interessanti e ben fatti. Il distillato è sempre proposto nella formula gin tonic e, su richiesta o in casi particolari, in purezza. Il cliente è libero di scegliere secondo istinto e poi, nel caso, viene assistito per un scelta migliore. Insomma, un luogo che non vuole essere un semplice ristorante ma un posto dove vivere un’esperienza gastronomica su più livelli.

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