Un mini tour

Alla scoperta dello stile Liberty per le strade della nostra Bergamo

Alla scoperta dello stile Liberty per le strade della nostra Bergamo

Traendo spunto dalla settimana dedicata allo stile Liberty (o Floreale o Jugendstil), che si celebra proprio in questi giorni in tutta Italia per la sua prima edizione, e al lodevole lavoro svolto dai colleghi e amici dell’Associazione Guide Giacomo Carrara, consistente nella pubblicazione della guida Percorsi del Liberty a Bergamo e Provincia (Provincia di Bergamo, sn, 64 pp.), si vuole proporre un breve percorso che tocchi i maggiori edifici liberty della città.

I siti interessati da questa sorta di movimento sviluppatosi nei primissimi decenni del secolo scorso e che ricalca il gusto e il volere lezioso di una (allora) nuova società borghese, sono stati disposti con una sequenza ragionata, affinché tutti i lettori li possano vedere anche solo da fuori lungo un percorso che dalla stazione di piazzale Marconi li riporti sul corso centrale. Restano esclusi, per motivi logistici, i colli e la periferia (Valtesse e Celadina), oltre agli insediamenti popolari.

Se invece si volesse proseguire in provincia, allora imperdibili sono le residenze e gli edifici situati nei paesi di Albino, Caravaggio, Predore, San Pellegrino, Treviglio e Sarnico: quest’ultimo vanta due superbe ville, un famedio e un asilo infantile, a riprova che il decorativismo floreale era destinato anche alle strutture produttive. «Eleganza fantasia, musicalità e poesia nascono dal singolare connubio di vetro, ferro, cemento, legno… Elementi capaci di plasmare la materia e i luoghi in modo del tutto speciale e in forme del tutto originali». Ma è la raffinatezza, la sinuosità, la scenografia che rendono il Liberty uno stile unico nel suo genere che, salvo casi sporadici, piace a tutti.

Il Liberty in un edificio non è solo il suo fronte esterno: la sua flessuosità prosegue anche oltrepassato il portale o l’uscio d’ingresso, che all’interno accoglie e plasma i giardini, la corte interna, i particolari architettonici distribuiti su tutte le superfici, gli arredi e i mobili, fino a ogni singola suppellettile. I protagonisti bergamaschi di questa ventata di freschezza, ignari dell’approssimarsi del primo grande conflitto mondiale, sono l’ingegnere Angelo Sesti, l’architetto Virginio Muzio e l’architetto Romolo Squadrelli.