Una bottega storica

Artigiani del Tempo in via Broseta Il piccolo mondo antico degli orologi

Artigiani del Tempo in via Broseta Il piccolo mondo antico degli orologi
Pubblicato:
Aggiornato:

È una delle botteghe più piccole della città, ma senza alcun dubbio tra le più affollate. Artigiani del Tempo in via Broseta 48 è un piccolo mondo antico di soli 18 metri quadrati aperti al pubblico (e altri 20 di magazzino) dove gli orologi riprendono vita: «È un laboratorio di riparazione orologi, ma vendo anche pezzi vintage, d'epoca e moderni», spiega subito Lorenzo Carta, titolare del negozio. Orologiaio dall'età di 17 anni, ora che ne ha 57 può essere annoverato come un vero maestro del mestiere «che non si apprende in nessuna scuola, ma si costruisce giorno per giorno dietro l'esempio di altri esperti che hanno raccolto la storia prima di noi, con curiosità e costanza».

IMG_4896
Foto 1 di 4
IMG_4898
Foto 2 di 4
IMG_4899
Foto 3 di 4
IMG_4900
Foto 4 di 4

Il vero fondatore della bottega, infatti, è suo fratello Stefano Carta, che nel '68 aprì, sempre in via Broseta, vicino alla chiesa di San Rocco. «Ricordo ancora il momento esatto in cui è scoccata la scintilla tra me e gli orologi – ricorda Carta – studiavo da perito meccanico e di tanto in tanto aiutavo mio fratello in negozio. Un giorno Stefano mi fece vedere una sveglia che non funzionava più, insieme la smontammo e la rimontammo: vedere le lancette tornare a ticchettare fu una vera gioia». Ancora oggi, alla domanda «Cosa Le piace di più del suo lavoro?”», Lorenzo risponde: «Ridare vita agli oggetti. Immagino l'artigiano che ha realizzato questo piccolo capolavoro e che il tempo e il caso ha messo nelle mie mani. Quando apro un orologio, vedo subito se qualcun altro prima di me ha provato ad aggiustarlo a modo suo, magari peggiorando la situazione: il mio scopo a quel punto è di riportarlo al suo stato originario, così come è stato concepito». Una risposta dettata dal cuore ma già anticipata dai suoi occhi, che brillano d'emozione mentre mostra ingranaggi, viti e molle, che maneggia con lente e pinzetta.

IMG_4905
Foto 1 di 4
IMG_4912
Foto 2 di 4
IMG_4916
Foto 3 di 4
IMG_4918
Foto 4 di 4

Tanti anni e due trasferimenti dopo, Artigiani del Tempo si è ormai stabilito da quattro anni e mezzo nella sua sede attuale, aprendo ai clienti solo al pomeriggio: «Può sembrare una scelta impopolare oppure denotare scarsa disponibilità verso la clientela, ma non è così, tutt'altro – ci tiene a precisare Lorenzo – io ho bisogno di tranquillità per riparare un orologio, è un lavoro di precisione, quindi devo restare concentrato e operare con calma. Se qualcuno mi disturba, devo ricominciare tutto daccapo. Ecco perché la mattina mi barrico in laboratorio».

Il pomeriggio, infatti, il via vai di gente è così fitto che si formano code tra la porta e il bancone: «C'è chi mi porta qui un orologio antico, magari ereditato dal padre o dal nonno, perché vuole rimetterlo in funzione, chi un pezzo dell'Ottocento o addirittura del Settecento, chi orologi da taschino, ma c'è anche chi viene qui solo per cambiare le pile o per acquistare un orologio digitale di ultima generazione». Tra i marchi esposti in vetrina ci sono Casio, Seiko, Festina, Omega, Lotus, Calypso sia nuovi che restaurati, Rolex vintage oppure orologi a pendolo d'epoca Morbier, ma anche modelli per bambini e sveglie radiocontrollate. Una vasta collezione di pezzi di ogni epoca, pronta a soddisfare le richieste di qualsiasi tipologia di cliente. «Sono l'unico a tenere i cucù provenienti dalla Foresta Nera – dice con orgoglio – e ne realizzo alcuni manualmente. Mi ritengo un piccolo fabbro, perché grazie alla scuola che ho frequentato da giovane, riesco a usare fresa, tornio, saldatrice e qualsiasi altra macchina utensile senza alcun problema. È un gran vantaggio nello svolgimento delle mansioni quotidiane».

IMG_4902
Foto 1 di 4
IMG_4903
Foto 2 di 4
IMG_4904
Foto 3 di 4
IMG_4914
Foto 4 di 4

Non tutto però fila liscio come l'olio. A metter i bastoni tra le ruote alla categoria degli orologiai sono lo multinazionali produttrici che hanno acquisito la maggior parte dei marchi del settore: «Quando hanno scoperto che il mercato delle riparazioni e dell'assistenza è economicamente importante, hanno deciso di gestire direttamente questo business, non fornendo più i pezzi di ricambio – contestualizza Carta – ma questo è contro la libera concorrenza. Mi è capitato di aggiustare un orologio da tasca con doppia cassa in oro della Longines: un cliente l'ha portato a me dopo che gli era stato rifiutato anche in Svizzera». È un'arte antica, in cui al posto di tela, tempere e pennelli, ci sono simulatore, lavatrice, portamovimenti, chiave apricasse e grattabugie. Come spiega in un comunicato stampa Andrea Arnaldi, segretario di Assorologi (l'associazione italiana produttori e distributori di orologeria), gli orologiai indipendenti (quindi non legati da vincoli contrattuali a marchi di orologeria) chiedono libero accesso alle forniture di marca, mentre queste ultime vogliono tutelare la qualità del servizio solo mediante i loro centri assistenza. Si tratta di una battaglia iniziata già da qualche anno e che Lorenzo Carta combatte in prima persona: «A novembre sono stato a Roma con altri colleghi orologiai per manifestare questo disagio di fronte al Ministero per lo sviluppo economico – racconta l'orologiaio Carta, visibilmente preoccupato per le sorti della categoria –. Se non sarà raggiunto al più presto un accordo, io e gli altri 600 orologiai italiani avremo le ore contate».

Seguici sui nostri canali