L'azienda di Beatrice Arrigoni Tutta la poesia dei piccoli frutti
All’interno del Parco dei Colli di Bergamo, in Val d’Astino, l’Azienda Agricola di Beatrice Arrigoni coltiva piccoli frutti nel pieno rispetto degli equilibri naturali. L’impresa è a conduzione familiare e si avvale di aiuti esterni soltanto durante i periodi di lavoro più intenso. L’azienda occupa quattro ettari di terreno mantenuto secondo gli standard del biologico. Ogni fase agricola, infatti, impiega esclusivamente elementi già presenti in natura ed è ovviamente escluso l’utilizzo di qualsiasi forma di concime chimico e di diserbante. Si impiega solo il compost, fertilizzante naturale che viene prodotto all’interno dell’azienda, usando prevalentemente l’erba tagliata e il trinciato delle potature. Solo in caso di necessità, il concime biologico è affiancato da un “corroborante”, totalmente naturale e consentito in agricolturabiologica. L’Azienda è autosufficiente anche per quanto riguarda l’approvigionamento di acqua, dal momento che all’interno della sua proprietà si trova uno stagno alimentato da una sorgiva. Da qui viene prelevata la quantità necessaria per idratare le piante, che vengono innaffiate con il metodo del goccia a goccia, per evitare sprechi inutili (e dannosi). I frutti sono venduti sia freschi (su ordinazione) sia sotto forma di confetture. La lavorazione avviene in laboratori artigianali che seguono le indicazioni di Beatrice Arrigoni: ogni confettura dell’azienda usa solo ed esclusivamente frutti maturi (al 70 percento) e zucchero di canna (30 percento). Nient’altro.
Preziose proprietà. I frutti coltivati sono tanti: l’azienda offre mirtilli, fragole, ribes, uva spina, lamponi e more. Ogni tipo di piccolo frutto, poi, presenta diverse varietà, ciascuna con proprietà e caratteristiche organolettiche sue proprie, particolarmente apprezzate nella farmacopea. La fragola, ad esempio, ha un altissimo potere antiossidante ed è consigliata a chi soffre di colesterolo alto, di reumatismi e malattie da raffreddamento. Il lampone, oltre ad essere ricco di vitamina C come gli altri piccoli frutti, ha un buon contenuto di sali minerali e di altri principi nutritivi, tanto che spesso è usato come ricostituente. Il mirtillo protegge e rinforza le pareti dei vasi sanguigni, agisce sui capillari della retina e migliorano l’adattamento dell’occhio in condizioni di oscurità. Le more hanno proprietà depurative, battericide e anticancerogene e sono particolarmente indicate durante la gravidanza. Il ribes ha ottime proprietà antinfiammatorie e rafforza il sistema immunitario, mentre l’uva spina ha un’alta concentrazione di sostanza fitochimiche fenoliche, che sono anticancerogene. E prevengono pure l’invecchiamento cutaneo e le malattie neurologiche. Insomma, i piccoli frutti dischiudono grandi tesori per la nostra salute, oltre che per il nostro palato. Coltivarli in ambienti anch’essi “sani” e privi di inquinanti, come accade nell’Azienda di Beatrice Arrigoni, fornisce certamente una marcia in più.
Un esempio: la coltivazione di fragole. Le fragole sono coltivate all’interno di serre che rappresentano un bellissimo caso di archeologia industriale. Risalgono infatti all’inizio degli anni Cinquanta e sono state date in affitto dal nonno di Beatrice Arrigoni ad alcuni florovivaisti. Dismesse nel 1987, sono state recuperate e oggi servono per proteggere le coltivazioni di fragole biologiche. Le piante vengono cresciute con il metodo a sacco, così chiamato perché le fragole sono poste direttamente nei sacchi di terriccio (biologico) e qui cresciute. Da ciascuna pianta nascono poi altre piante, poiché gli stoloni (cioè i rami laterali) sono impiegati per ottenere nuovi esemplari. Anche in questo caso, si cerca di ottimizzare il più possibile ciò che si offre e si produce in natura.
Qualche novità. All’azienda saranno aggiunti altri terreni, nell’ambito del progetto di valorizzazione e recupero agroambientale in Val d’Astino, di cui è parte attiva la Fondazione MIA. Le coltivazioni sono ancora in fieri, ma una volta sistemate daranno frutti di ribes nero e di mirtillo rosso e di altri piccoli frutti proprio al limitar del bosco dell’Allegrezza e che andranno ad aggiungersi a quelle di mais spinato, di luppolo, di uva e di cereali che hanno ridato floridezza al paesaggio agricolo della valle Per quanto riguarda invece i prodotti derivati dalla lavorazione della frutta, l’azienda agricola sta pensando di cominciare a vendere anche succhi di frutta, oltre alle classiche confetture.
Un importante riconoscimento. Il lavoro di Beatrice Arrigoni ha ottenuto un importante riconoscimento il 25 luglio scorso, nell’ambito dell’evento Le donne in campo, protagoniste del futuro nello spazio “Me and we-women for Expo”,promosso dall’Associazione Donne in Campo della Confederazione Italiana Agricoltori e tenutosi nel Padiglione Italia. Beatrice Arrigoni è stata una delle tre imprenditrici lombarde premiate, accanto a Sofia Montorfano, dell’azienda agricola San Damiano (Cantù, Como)e Cristina Binda, dell’azienda agrituristica Cassina Enco (Rezzago, Como).