Percassi chiude la festa della Dea
Gran finale alla Festa della Dea a Oriocenter. Stasera a fare gli onori di casa ci sarà il presidente, Antonio Percassi, con tutto lo staff dirigenziale e due grandi ex atalantini come il bomber Maurizo Ganz e il portierone Fabrizio Ferron. Intanto, lunedì 21 luglio è stata una serata super con il tecnico Colantuono e l'ex amato mister Mondonico sul palco accompagnati dalla musica rock melodica dei Nomadi. “Vogliamo L’Europa”. Con questo messaggio, scritto a caratteri cubitali sul maxi schermo alle spalle dei protagonisti, la Festa della Dea ha accolto per la settima volta mister Stefano Colantuno e il suo staff. Sul palco, insieme ad Emiliano Mondonico, il tecnico romano è stato l’assoluto protagonista della serata: non ha fatto promesse, non ha mai pronunciato quella parola che per il popolo atalantino significa un sogno ma, dietro a quel sorriso, dietro a quel pizzetto c’è la solita grinta di sempre.
Tempo inclemente e freddo autunnale hanno solo in minima parte scoraggiato il pubblico. Almeno 5-6.000 tifosi si sono ritrovati per la penultima sera della Festa della Dea e lo spettacolo non è mancato. Sul palco la musica dell’Onda Nomade ha allietato i presenti fino alle 22.15 quando hanno iniziato a raggiungere il palco tutti gli invitati. Per primi sono saliti i ragazzi della SBS Basket di Bergamo. Applausi scroscianti per questi atleti che, nonostante handicap fisici non indifferenti, giocano a pallacanestro in carrozzina e quest’anno sono tornati in serie A1.
Subito dopo, sono arrivati Emiliano Mondonico e Stefano Colantuono a bordo di una gru da cantiere modello Manitou: la benna li ha portati verso il cielo, il passato e il presente della guida tecnica orobica sono stati anche protagonisti di un video che ha ripercorso i momenti più belli delle rispettive avventure e le parole di Mondonico hanno squarciato il cielo plumbeo con una investitura da brividi.«Stefano Colantuono porterà l’Atalanta più in alto possibile, dove è impossibile saperlo. Però state tranquilli: più in alto di dove la può portare Stefano Colantuono non la può portare nessuno».
Con queste parole il Baffo di Rivolta ha salutato colui che in nella prossima stagione batterà il suo record di presenze in panchina, con affetto e stima ha ringraziato tutti e a cuore aperto e ha ricordato come, nel momento peggiore, la Curva e gli atalantini erano al suo fianco. «Ho vissuto momenti molto brutti, eppure ho sempre sentito la vostra vicinanza. Bisogna sempre avere il coraggio di prendersi la responsabilità di fare delle cose belle. E voi lo fate».
Da brividi l’ingresso di un membro dello staff di Colantuono, Mauro Fumagalli. A bordo di una macchina da competizione, il riccioluto aiutante del mister lo ha sostituito prestandosi alle incredibili evoluzioni su due ruote. Al momento di salire sul palco è parso decisamente scosso ma il suo «auguro a tutti un’esperienza simile» ha regalato un sorriso grande così e tanti applausi.
In chiusura, dopo la premiazione agli Ultras dell'Eintracht Francoforte che in circa 50 sono arrivati a Bergamo per suggellare un’amicizia che diventa sempre più importante, ecco il discorso del Direttore Editoriale di BergamoPost Xavier Jacobelli. «Credo che questa festa rappresenti – ha detto Xavier – il lato più bello del calcio, cioè i tifosi. Nessuno in Italia organizza qualcosa del genere, sono davvero contento di essere per la terza volta vostro ospite al centro di due monumenti come Colantuono e Mondonico. Recentemente si è iniziato a parlare di come riformare il calcio italiano dando molto spazio ai giovani e ai vivai. L’Atalanta, sotto questo profilo, è davanti a tutti: nella passata stagione, il 32% dei giocatori impiegati è cresciuto nel settore giovanile».
Dopo il saluto finale, il fuori programma con Stefano Colantuono, Beppe Carletti dei Nomadi ed Emiliano Mondonico impegnati al basso.
Per il tecnico nerazzurro foto e autografi a ripetizione e prima di riprendere la via di Rovetta ecco l’intervista rilasciata in esclusiva a BergamoPost . «L’entusiasmo della gente è sempre splendido, vogliamo tutti quanti fare qualcosa di importante, ma la cosa migliore è pensare prima alla salvezza e poi, chissà, provarci ancora».
L'intervista di mister Colantuono a BergamoPost.