Viva Bèrghem
Oggi la seconda tappa

Bergamo alla Dakar, in Panda

Bergamo alla Dakar, in Panda
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Bollettino in diretta dalla Dakar: 44 minuti e 45 secondi, ovvero 72esima posizione. Questo è il tempo di uscita dalla prima prova speciale della PanDAKAR2017. Il pilota quad nr. 260 che si è rotto un polso nei grandi canali creati dal passaggio dei veicoli e dalla pioggia degli ultimi giorni. La Panda si è comportata bene. «Abbiamo cercato di non prendere troppi rischi in una speciale in cui si potevano fare solo danni. C’erano delle caregge molto profonde, secche e dure. Bisognava davvero andarci cauti». Il 3 gennaio tappa decisamente più lunga: Resistencia–San Miguel de Tucuman: 803 km – 275 km di prova speciale per le auto, 284 km per i camion. Si va in Argentina. Per due giorni la carovana della Dakar resterà in questo Paese entrandovi con una speciale inedita che per la prima volta fa conoscere ai piloti il Chaco paragonato da Marc Coma alla savana africana. Al briefing è stato detto di prestare attenzione per le alte temperature che potrebbero salire fino a 40 gradi. Chilometraggio importante per una speciale che si preannuncia polverosa. La Dakar è appena incominciata.

 

 

Meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai. Infatti Giulio una volta sbagliò strada, finì la benzina e si ritrovò in mezzo al deserto con la luna che scendeva giù e il freddo che stringeva le caviglie e i polsi. C'è sempre una dimensione più grande della nostra quotidiana scelta di comodità ed è la stessa che i partecipanti alla Dakar vanno cercando chilometro dopo chilometro, ora dopo ora, fino alla fine del viaggio che hanno scelto di fare.

I bergamaschi alla Dakar. Anche a questa edizione parteciperà Giulio Verzeletti, imprenditore di Telgate che di Dakar ne ha già fatte quindici, in moto e in camion, e ancora non la smette di emozionarsi pensando a come l'avventura sia una parte essenziale di noi. «Non è solo un'esperienza estrema, è un'esperienza di vita nella sua interezza. Ti insegna tantissimo. Ti fa trovare limiti che non penseresti mai di avere e te ne fa superare altri che invece ti tenevano bloccato», racconta con la smania di chi ha fretta di cominciare.

 

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Antonio e Giulio alla partenza.

 

Il via ad Asuncion, Paraguay, da dove parte l'edizione 2017 del rally più affascinante e duro del mondo. Saranno settantanove le vetture in gara e Bergamo ovviamente ha fatto la sua parte. Ci sarà Simone Agazzi, che l'anno scorso si fratturò la spalla alla seconda tappa e dovette abbandonare la corsa. Lui la Dakar se la farà in moto. Cresciuto nel trial con Diego Bosis, Simone si è tolto molte soddisfazioni con l’enduro conquistando prima il titolo italiano poi quello europeo cross country nel 2012. E soprattutto alla partenza ci sarà l'Orobica Raid, il team che Verzeletti ha messo insieme qualche tempo fa e che punta ad arrivare al traguardo. Alla fine del percorso.

Verzeletti, la Dakar in Panda. In totale saranno ventotto gli equipaggi azzurri al via (11 in moto), ma quello di Verzeletti su PanDakar è uno dei più attesi. L'avventura del "pandino" lascia sempre senza fiato. «L'idea di attraversare il deserto in Panda nasce nel 2007, quando la Fiat annuncia il ritorno all'allora Parigi-Dakar con quella che si chiamava Panda Cross, ribattezzata poi PanDakar», racconta ancora Giulio. Fiat ha poi ceduto le due vetture all’imprenditore bergamasco e quest'anno è la quarta volta che prova ad arrivare alla fine del viaggio che si concluderà in Argentina, a Buenos Aires. «Nel 2014 la macchina era arrivata a tre tappe dalla fine, ma fu costretta a ritirarsi per la rottura di un braccio posteriore. Il vero problema però fu l'assistenza: il camion arrivò fuori tempo massimo e non potemmo cambiare il pezzo. Abbiamo fatto alcune modifiche, comprese le gomme, una delle cause di quella rottura, ed eccoci qui».

 

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Una corsa durissima. Eccoli dunque, pronti ad affrontare i novemila chilometri divisi in dodici tappe con quattromila chilometri di speciali, una “marathon” e le temutissime sei frazioni che si correranno a un'altitudine di quattromila metri. Oltre alle condizioni meteo proibitive, i concorrenti saranno chiamati anche a un maggiore impegno nella navigazione. Ci vuole una volontà di ferro, un po’ di fortuna e uno spirito davvero forte, per arrivare in fondo a questa odissea. E poi Giulio è uno che di Dakar se ne intende. Per questa si è dovuto allenare a lungo in piscina e di corsa per farsi il fiato. «Ma il problema è che qui da noi non c’è un posto per allenarsi a cinquemila metri».

La prima volta partecipò nel 1996, aveva quarant’anni, e da allora l'appuntamento con la Dakar è diventata una sorta di pensiero quotidiano, un’idea costante, su come risolvere quel problema alla macchina e come affrontare quel tratto o giorno per giorno tutte le difficoltà. Insieme al suo team ovviamente, uno dei pochi che da qualche anno partecipa con costanza alla Dakar. Giulio ha messo insieme competenza e coraggio, virtù necessarie per provare ad arrivare in fondo al rally più avventuroso che c’è. Un gruppo composto da Marco Camp ara, bolognese, il meccanico che si è occupato dei dettagli, e poi Loris Calubini e Yuri Salodini dell'officina Jolly Car di Salò.

 

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«Quella che ci aspetta è una Dakar durissima, soprattutto per le cinque tappe in quota in Bolivia, tutte da tremila fino a cinquemila metri di altitudine. Ci aspettiamo problemi fisici e problemi meccanici: fisici perché in un giorno saliamo dai duemila metri a quattromila metri, e meccanici perché i mezzi a quelle altitudini possono avere problemi alla pressione del turbo per l’assenza di ossigeno». La messa a punto dell'auto è dunque determinante per arrivare al traguardo fissato il 14 gennaio. La Panda la guiderà Giulio che si alternerà con Antonio Cabini. Sul camion di assistenza ci saranno Loris insieme a Paolo Calabria (di Palazzolo sull'Olio) e Gius eppe Fortuna (imprenditore di Vicenza). Su un altro camion, che darà aiuto senza percorrere il tragitto delle speciali, ci saranno Yuri e Marco.

È un gruppo unito, un gruppo di amici. «Abbiamo un conto in sospeso con la PanDakar. L'obiettivo è portarla al traguardo e finora non ci siamo ancora riusciti. Quando ci siamo fermati dopo la Dakar 2014 eravamo veramente stanchi. Esausti. Ma dopo due giorni abbiamo iniziato a pensare a come fare per migliorare l’auto, a partire dalla livrea che è diventata quella del modello 169, cioè il modello attuale. Abbiamo fatto un gran lavoro sulle sospensioni con tanti test e abbiamo recuperato un po’ di escursione agli ammortizzatori. Abbiamo anche lavorato sulle gomme, testando le Bf Goodrich da sterrato».

 

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Il mito e il successo della Dakar. L'Italia è al quinto posto nella classifica delle nazioni rappresentate dopo Francia, Olanda, Argentina e Spagna. Ma è l'orgoglio di Bergamo la parte forte di questa rappresentanza, almeno per noi. In Italia sarà possibile seguire la Dakar su Eurosport (canale 210 di Sky) ogni giorno intorno alle 23 e su Nuvolari (canale 61 del digitale terrestre) che alle 21 trasmetterà Epic Rally Raid, una trasmissione che parlerà di Dakar e non solo. Quella della Dakar è una vera e propria carovana digitale: con due milioni di fan e followers su Facebook, Twitter e Instagram - sono già impazziti gli hasthstag #DakarExplore e #DakarNight per la vita del bivacco, per esempio - e i trentuno milioni di visitatori che l'anno scorso seguirono la Dakar live sul sito ufficiale. L'edizione 2017 è stata definita l'edizione più dura di sempre. Anzi, una «fiesta fenomenal» l'ha battezzata Étienne Lavigne, l'organizzatore, durante la presentazione della Dakar a Parigi. Una festa straordinaria a cui Verzeletti non voleva mancare.

«Siamo una piccola squadra e il nostro budget non ci permette di affrontare spese folli. Il budget è importante, non siamo una casa ufficiale. Ma Fiat ci dà sempre una mano». Un ingegnere della casa automobilistica italiana ha aiutato Verzeletti a trovare le soluzioni migliori e grazie a lui è stata disegnata la livrea da Garage Italia Customs. «Abbiamo dedicato circa duemila ore di lavoro negli ultimi due anni tra test, modifiche e altro», dice Giulio. Ora è tempo di partire. Per un'altra affascinante avventura.

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